Sembra quasi che la volontà di Stefano Calderano, Nicholas Remondino e Francesco Panconesi sia quella di allargare le maglie dei suoni acustici dei rispettivi strumenti, di modo tale da sovrapporle e formare una cortina di suono allo stesso tempo leggera e spessa. Sicuramente indefinibile, se non come improvvisazione libera e radicale: un controfuoco sonoro che allarga così tanto l’inquadratura da finire per scomporre le forme, restituendo un suono pixelato, quasi digitale. Brevi cartoline astratte da sfogliare.
Scritto da Giulio Pecci