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mer 28.02 2024 – gio 29.02 2024

Tre sorelle

Dove

Triennale Teatro Milano
Viale E. Alemagna 6, 20121 Milano

Quando

mercoledì 28 febbraio 2024 – giovedì 29 febbraio 2024

Quanto

€ 18/12/9

Contatti

Sito web

Perché ricordare? Chiedono tre sorelle all’oracolo del tempo. Una domanda che, come un mantra, percorre tutto lo spettacolo, e nel chiedersela, le tre protagoniste ricordano. Come tre streghe intorno al focolare creano incantesimi e indagano sul passato, su Mosca, sulle loro vite. È un teatro di immagini quello di Muta Imago – compagnia teatrale nata a Roma nel 2006 – di luci e ombre, di suoni, creati a lato del palco da Lorenzo Tomio, che dialogano con il testo cechoviano, riconoscibile e allo stesso tempo approfondito e ampliato, spezzato e indagato nelle crepe e negli anfratti dei loro sogni, delle loro ossessioni. La drammaturgia scardina i tempi del testo, anticipa la fine (della pièce originale) e dilata le paure, le angosce, a tratti perdendosi in uno spazio che non appartiene né a Cechov né alla nuova narrazione, ma le immagini che si creano, magiche ed eteree, trascinano in un senza tempo lo spettatore. Innanzitutto, c’è Mosca, la libertà, il desiderio tangibile di un cambio di vita, poi c’è il lavoro, non per sé stesse ma per rendere libero chi verrà dopo di loro, il futuro.
Ogni volta che in scena si costruisce un obiettivo, questo viene inevitabilmente distrutto: «ogni cosa ha la sua fine» recitano le tre attrici e la narrazione torna indietro, undici anni prima, o uno soltanto, non ha importanza, in ogni caso è passato. In questa dimensione, in bilico tra un mondo presente, uno futuro possibile e uno che non esiste più, trattenuto dai muri rosa – resi da una scenografia semplice e con un immaginario immediatamente riconducibile a casa delle bambole – le attrici, Federica Dordei, Monica Piseddu e Arianna Pozzoli, diventano portavoce di tutte le battute del testo, anche quelle degli altri personaggi. E alla fine cosa resta? «è tutto bruciato, tutti i ricordi» non rimane più nulla e forse solo così si può partire, e quel famoso «A Mosca» diventa realtà e ha lo scopo di creare nuove memorie.

Scritto da Francesca Rigato