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dom 03.03 2024

Lero Lero

Dove

30Formiche
Via del Mandrione 3, 00176 Roma

Quando

domenica 03 marzo 2024
H 22:00

Quanto

sottoscrizione + tess. Arci

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Foto di Al Salerno / Buzzy Lao

Un lavoro che attacca con la potenza di un incipit letterario scritto magistralmente – “Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori”. Bastano due note per lasciarsi trascinare nel mondo dei Lero Lero. Siamo catturati subito da un arpeggio che profuma di Sahara; ritmi elettronici percorsi da percussioni antiche, come edera su un rudere; un cantato in siciliano che si insinua immediatamente sotto la pelle dell’ascoltatore.

Il collettivo composto da Alessio Bondì, Fabio Rizzo e Donato Di Trapani (ai quali si aggiungono le percussioni di Giovanni Parrinello) è una creatura preziosa. Nasce come “come conseguenza di una profonda immersione nell’archivio di documenti relativi alla musica di tradizione orale siciliana.” Il loro però è un “intento sperimentale, non museale”. Pur partendo da un’attenta analisi dei canti registrati durante il Novecento, preservandone in modo fedele le inclinazioni armoniche, timbriche e ritmiche, i brani si spingono in territori del tutto contemporanei. Non so perché ma il risultato finale ricorda il “kintusgi“, l’arte giapponese in cui si riparano le ceramiche rotte con l’uso dell’oro.

Qui da riparare forse è la memoria collettiva sulla ricchezza di un patrimonio artistico e umano eccezionale ma quasi dimenticato. Ecco quindi che i brani si materializzano in oggetti antichi e meravigliosi, percorsi da splendenti linee dorate contemporanee a tenerli insieme. Antichi lamenti registrati in carcere, canti di venditori ambulanti: immersione totale in una Sicilia tra Nord Africa e Magna Grecia, che ha “il fuoco sotto, un cielo sterminato sopra la testa e il Mediterraneo tutto intorno.”

Scritto da Giulio Pecci