Immaginare Sherlock Holmes strafatto di morfina, nel suo studio al 221B di Baker Street. Le pesanti tende damascate chiuse, l’aria madida di sudore e di polvere che brilla in aria come stelline tossiche. L’odore acre, tra eccitazione e putrefazione, le volute di fumo che giocano in aria prima di scomparire. In sottofondo la musica dei Sons Of Vijems.
Il duo italo-inglese di base a Londra racchiude sonorità inquietanti e affascinanti, psichedelia e dub, rock e no-jazz mescolato a ritmi presi in prestito dal sud del mondo. Loro stessi citano come influenze Goat e Khruangbin, per arrivare fino a Robert Wyatt, Coil, Labradford, Arthur Verocai, Mulatu Astatke, Os Mutantes, This Heat, Ennio Morricone e David Axelrod.
Il loro primo album, “Lithospheric Melodies” (Disaster By Choice), fa venire voglia di accendere una pipa d’oppio e lasciarsi andare a fantasie esotiche mentre si diventa una cosa sola con il divano.
Scritto da La Redazione