Se un gruppo è stato definito «A post structuralists village band» – nello specifico dal giornalista Stuart Broomer, in una recensione che è diventata un manifesto – si dovrebbe correre ad ascoltarlo anche quando non si ha idea di cosa si incontrerà. Questo collettivo composto da una quindicina di musicisti canadesi, devoti all’avanguardia e all’improvvisazione dal 2007, dialoga con alcuni modelli eccellenti, dalle conduction del sempre più compianto Butch Morris agli assalti sonori di Evan Parker (il suo sassofono è stato anche ospitato nell’album Vivaces), e mantiene al centro della propria ricerca il luogo da dove provengono, i grandi spazi extraurbani del Bas-Saint-Laurent. Ora le loro esplorazioni arrivano a Macao: il punto di partenza sarà il loro ultimo lavoro, Gestes, ma aspettatevi tutto quello che c’e nello spazio tra sperimentazioni orchestrali e chitarre elettriche.