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dom 28.08 2016

John Carpenter

Dove

Auditorium Parco della Musica
Viale Pietro de Coubertin 30, 00196 Roma

Quando

domenica 28 agosto 2016
H 21:00

Quanto

€ 50-25

Non sotto i coriandoli dei Tame Impala, non davanti allo spettacolo di gran classe a firma PJ Harvey o gongolando sulle note di Good Vibrations: no, il pubblico più fomentato ed emozionato dell’ultimo Primavera Sound era quello al concerto di John Carpenter. Un uomo davanti a un synth e la sua band di giovanotti alle spalle che mandano in estasi completa la platea fin dalle prime note di ogni brano. E che note. Magari quelle in 5/4 del carillon omicida di Halloween – La notte delle streghe, o i bassi abissali del tema di Distretto 13 – Le brigate della morte, l’attacco terrorifico dell’organo di Fog o i tastieroni squarciati da riff metallurgici di Grosso Guaio a Chinatown. Un visibilio di cui (se ce ne fosse bisogno) è presto spiegata la ragione: Carpenter è una figura pressoché unica nel panorama della popular culture, il responsabile dell’associazione fra elettronica e cinema horror nei Settanta e primi Ottanta, un’influenza enorme in ambito cinematografico eguagliata in quello delle colonne sonore e, soprattutto negli ultimi anni, una schiera di adepti del Carpenter compositore anche nella musica elettronica (psichedelica e sperimentale) contemporanea. Dai francesi Zombie Zombie, che ne hanno reinterpretato le musiche nel 2010, passando per le trame più oscure della label californiana Not Not Fun (Umberto e il primo Ensemble Economique), la schiera di musicisti più o meno underground che hanno citato il regista/compositore come fonte d’ispirazione è lunga: Oneohtrix Point Never, Emeralds, Nate Young dei Wolf Eyes, Sun Araw, fino alla giovane etichetta britannica Death Waltz, che ha ristampato in vinile le colonne sonore di alcuni suoi classici. Linee sonore semplici, minimali, ripetitive, composte su sintetizzatori analogici e basso profilo nell’attitudine; nonostante si tratti di un culto indiscusso anche al di fuori del genere horror/sci-fi di cui è fra i maestri, Carpenter è (stato) quanto di più punk si possa ravvisare in relazione al cinema di Hollywood (inclusi la formazione da autodidatta e i budget esigui delle sue prime pellicole). Grazie alla capacità di maneggiare entrambi i linguaggi – cinematografico e musicale – in maniera complementare e parallela, ha creato un’estetica unica tra immagini e suoni, in cui questi ultimi possono vivere di vita propria. Il suono di Carpenter lo riconosci, anche a occhi chiusi. La sua attuale seconda vita professionale, tutta dedicata alla musica, si deve all’etichetta newyorchese Sacred Bones (che ha pubblicato i due album, “colonne sonore per film immaginari”, a nome Lost Themes e Lost Themes II) e al figlio Cody (che suona con lui nella band). Aspettatevi un live sui generis, dove il Master of Fear introduce con magistrale ironia temi di colonne sonore che hanno segnato e spaventato mezzo mondo.

Scritto da Chiara Colli