Guardare un lavoro di Proch è un po’ come una seduta di analisi psico-sociale: dice molto sui concetti che una collettività sviluppa e come di gli dà “sostanza” attraverso le immagini. Soffermatevi su una sua tela o su un suo lavoro su muro e avrete la sensazione di qualcosa che ha a che fare con il futuro: immagini frammentate su più piani (schermi), che si intersecano tra loro, linee rette, veloci, geometrie “tecnologiche”, colori accessi e così via. Paradosso vuole che poi le sue opere siano realizzate tramite l’arcaica pittura e prendano ispirazioni da scene viste nel presente della quotidianità. La lezione di cubismo e costruttivismo applicata all’arte urbana.
Scritto da Tony Davèro