Portatevi gli ombrelli. Nel lontano 1999, quando comprare i dischi era ancora un qualcosa di fisico, tutte le radio scozzesi e inglesi trasmettevano una sola canzone: Why Does It Always Rain On Me?. E quello che cantava Fran Healy succedeva davvero: al primo accordo del pezzo, a ogni festival, arrivava puntuale l’acquazzone e la gente impazziva. Tutto vero. Così, azzeccando album (The Man Who), produttore (Nigel Godrich) e pezzo, i Travis, dopo un esordio chitarroso approvato direttamente dagli Oasis, si ritrovarono sul tetto del mondo. Dopo, come tutti, cose più o meno buone, alti e bassi e lunghe pause temporali. In ogni caso, armarsi di ombrello e cappuccio. Se non per ripararsi dalla pioggia, dallo scroscio di emozioni del passato. Come possono testimoniare gli eroici presenti, pochi ma buoni, al loro mitologico concerto romano al Palladium del 1999. La stessa sera la maggioranza affollò il Palaeur per gli Skunk Anansie e una sparuta minoranza si rifugiò nei Travis. La seconda scelta fu quella giusta.
Scritto da Matthew Le Tissier