C’è molto Picasso in Doze Green: nei lunghi formati orizzontali affollati di profili, tori, corna. Ma la sua vita da ragazzo era una di quelle che venivano rappresentate in mille film degli anni Ottanta sui writers di New York, immersa nell’hip hop, tutta metropolitane e breakdance, amore e fughe dalla polizia, lotta e purezza underground. Lui veniva dall’Upper West Side, by the way.
Col tempo sono arrivate le grandi commissioni su muri internazionali, la fascinazione per la calligrafia giapponese, il cubismo, e poi le gallerie e i nuovi materiali. La metafisica, addirittura.
E con Limbo il monocromo.
Scritto da Piero della Francesca