Giochi Senza Frontiere per me rimane uno dei misteri della tv mondiale: un’incrocio tra le Olimpiadi e l’Azione Cattolica che negli anni ha fatto milioni e milioni di spettatori, gongolanti tra un jolly e un fil rouge. Tra cento anni forse spiegheranno cotanto fomento come il risultato di un ipnosi di massa o come il canto del cigno della propaganda regimi totalitari; per ora, se vai in giro a chiedere la sigla del programma non c’è nessuno che si tirerà indietro nel fischiettarla, così come nessuno si esimerà dal produrre un sibilo assordante alla frase “Trois, deux, un…”. Tutto questo per dire spiegare come un artista di tutto rispetto come Armin Linke sia finito nel 1995 al Castello Sforzesco di Milano per immortalare nei suoi scatti una puntata di JSF e che ritroverete questi scatti in mostra alla Colli. Certo che tra Brexit e rigurgiti nazional-populisti, altro che senza frontiere… Provaci ancora Jocelyn!
Scritto da Hattori Hanzo