Le gallerie d’arte contemporanea rappresentano una cartina tornasole tutta particolare dello stato economico di una città. Ad esempio, nei primi anni 2000, quando il tasso di crescita del PIL cittadino doppiava quello nazionale, le aperture di nuovi spazi a Roma furono soprattutto dovute a investimenti interni ai confini nazionali, fiutando un mercato in fermento nel quale era in procinto di entrare una nuova schiera di potenziali acquirenti.
Quando le cose sono iniziate ad andare per il verso storto e Roma è finita nella spirale di immobilismo – sociale, politico e anche economico – che ha segnato la seconda decadei dei 2000, le nuove aperture hanno visto un massiccio ingresso di galleristi esteri, che hanno deciso di aprire qui una seconda sede, attratti da un calo dei prezzi immobiliari e affascinati dall’idea di offrire ai propri artisti un “buen ritiro” (temporaneo) pieno di stimoli visivi e di storia.
Tra aperture, chiusure e avvicendamenti di sorta, possiamo quindi dire che Roma ha ancora un buon numero di spazi dove l’offerta è di qualità e dove presenziare a un opening può regalare un discreto godimento estetico. Ecco quindi le le nostre scelte, rimandandovi ad altre guide per quel che riguarda musei, fondazioni e altri spazi espositivi.
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2020-02-10