Dopo aver sorseggiato un margarita con dei turisti giapponesi alla Torre Prada, vado in guardaroba e cambio i miei vestiti da turista con quelli da clubber. Occhiale a specchio e outfit total black. Così scendo nel giardino della Fondazione e mi godo I Want to Like You But I Find It Difficult, la serie di eventi immaginata da Craig Richards dove ovviamente si ascolta e si balla l’elettronica, quella più intellettuale. Guidato da un fiume di persone, attraverso la strada di via Lorenzini e vengo travolto dalla potenza di fuoco del Social Music City, la technostruttura che nei pomeriggi d’estate fa tremare le gambe a 10 mila persone con le sonorità in cassa dritta dei dj superstar.
A mezzanotte la musica si spegne, ma io non ne ho ancora abbastanza. In zona posso scegliere in quale altro tempio della notte milanese vivere le prossime ore. Proprio qui infatti sorgono due club d’annata, da sempre simbolo di una Milano che cavalca la notte. Come i Magazzini, in Pietrasanta, che ha appena festeggiato 25 anni di gloriosa attività: epiche le chiusure di Sven Vath, instancabili i più recenti set di Villalobos, fino a giorno inoltrato. Arena di sudore e gin tonic rovesciati sui vicini. Oppure il Plastic, in Gargano, un nome una leggenda. Oltre 40 anni di storia, è proprio qui a SouPra che si è spostata di casa l’insegna storica: ci vado domenica al Club Domani e quando ci sono i ragazzi di Le Cannibale o di NUL. Comunque, una certezza.