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Libreria Calusca

Zero qui: vaga per il labirinto di carta dell'Archivio di controcultura più importante della città.

Immagine dall'Archivio Primo Moroni

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Libreria Calusca via Conchetta,
Milano

Se non sapete cos’è è male. Ve ne avevamo parlato anche qui, quando abbiamo fatto un giro per l’archivio Primo Moroni inseguendo le origini del Cyberpunk in città. Malissimo se non sapete nemmeno quest’ultima cosa. Ma per fortuna ci siamo noi.

Luogo quasi mitologico, ma di quei miti vivi e vividi che hanno tenuta.

La libreria Calusca ha una storia importante che comincia nei primi anni Settanta, proprio in via Calusca, e qui vi riportiamo un brandello del nostro articolo sulla storia del Cyberpunk dei Navigli. Perché il suo fondatore è una figura di spicco del panorama storico della militanza di sinistra e delle controculture a Milano: Primo Moroni. Ora, Primo è stato un personaggio per molti aspetti magnetico e centrale. Soprattutto rispetto a tutti i gruppi non organizzati, ai “cani sciolti” , che portavano diversi nomi quali punk, anarchici e anarco-comunisti, comunisti libertari, movimento psichedelico e via dicendo. Diciamo che la formazione marxista di Primo, ben radicata nei Grundrisse, poco tollerava quei movimenti che non apportavano mai nulla di nuovo, quelli che si limitavano a reiterare forme di lotta, resistenza e organizzazione che non si discostavano di un ghello da ciò che era stato. Un buon decennio di militanza politica aveva portato a diversi tentativi di mettere in piedi dei coordinamenti tra librerie, editori indipendenti, riviste, con l’intento di trovare la linea di fuga per sfuggire alle politiche maggioritarie. Un’idea fondamentale, tutta moderna, era quella di Primo: fare rete. E tutto questo comincia in Calusca, che divenne negli anni il punto di riferimento per movimenti politici, centri sociali, della controcultura punk fino al meltdown di quest’ultima con la cultura hacker e i primi gruppi italiani ed europei. Mi auguro che tutti voi sappiate di che cosa parliamo quando diciamo che Topolino Hackerino e l’Uomo di Ferro sono le basi archeologiche della pirateria informatica in Italia e hanno avuto sede qui dentro. 

Luogo quasi mitologico, ma di quei miti vivi e vividi che hanno tenuta. Pensate che da qui passò Hakim Bey, per dire. Che qui da almeno trent’anni si fa controcultura, con ottime dosi di militanza in uno di quegli ambienti dove ci si sente liberi di discutere, conversare, e dire pressoché tutto. Qualcuno risponderà di sicuro. Qui trovate le meraviglie della cultura filosofica e underground che non potreste mai trovare altrove. Riviste di più di vent’anni fa che anticipano di molto i movimenti di pensiero ecosofici e di ecologia politica qui in Italia (come il Millepiani), altrimenti introvabili. Culla di editori come la Shake o Agenzia X, ma anche di Manifesto Libri con la vecchia Talpa e via dicendo. Letteralmente un gioiello. Un labirinto. Con quell’odore di carta che ti fa scartabellare tutto e il preziosissimo Archivio Primo Moroni: la collezione di riviste, magazine e libri collettanei e non che copre tutta la controcultura meneghina dagli anni Settanta a oggi. Soltanto Robertino potrà guidarvi in quel mare di carta, perciò chiedete subito a lui.

Per non parlare poi delle serate, perché sì: la Calusca la trovate aperta anche mentre Pufuleti e Reptilian Expo vi bombardano le orecchie all’una di notte. Finché il COX è aperto, la Calusca segue. O il contrario.