Il supplì fa parte della cultura culinaria romana almeno quanto i piatti a base di frattaglie. Non conosco nessuno che non si sia mai ustionato il palato con la mozzarella bollente, macchiato con il sugo o non abbia improvvisato movenze ai limiti del ridicolo tentando di evitare queste due situazioni mozzicando un supplì camminando di corsa. Tenete bene a mente la ricetta: prendete del riso bollito, unitelo agli avanzi del ragù, mettete al centro un cubo di mozzarella, fate una polpetta, quindi passatela nel pangrattato e friggetela. Diffidate da chi ci mette funghi, uova, piselli o altre aberrazioni. Come parametro di giudizio usate quelli di Supplì (meglio noto come Venanzio), sempre caldi, dorati e filanti. Un euro e mezzo l’uno, per un minuto di estasi. Seconda sede in Piazza Re di Roma.