Forse non tutti sanno che Milano ha due madonnine: una è quella d’oro che c’è sul Duomo alta 4 metri, l’altra è quella di 85 centimetri che si trova in cima al Pirellone. Con i suoi 127 metri, il Pirellone è 20 metri più alto della madonnina della cattedrale, cosa vietatissima dai regolamenti di allora. Per fare approvare il progetto fu necessaria una deroga specifica, che poi consentì al cardinale Montini, quando il grattacielo venne inaugurato nel 1960, di fare costruire un’altra Madonna che guardava i milanesi dal punto più alto della città. Questo è l’aneddoto più insolito su quello che per 50 anni è stato il palazzo più alto di Milano, che recentemente è stato utilizzato come parete da alcuni scalatori (per simulare un’arrampicata per un brand di orologi) e che in passato ha ospitato anche la vertical running: una corsa lungo i suoi 710 scalini.
Gio Ponti è l’architetto che ha progettato questo grattacielo originariamente sede degli uffici della Pirelli, sorto sull’area dove prima c’erano i suoi stabilimenti (distrutti durante la seconda guerra mondiale) e nel 1978 venduto alla Regione Lombardia. Ora la regione ha un altro grattacielo e qui c’è solo il consiglio regionale.
L’ingresso principale è leggermente rialzato da terra grazie a un’area chiamata “collina”, che al suo interno ospita l’Auditorium Giorgio Gaber in cui si tengono svariati concerti di musica classica e da cui poi svetta la struttura portante in cemento armato. Quattro pilastri contraddistinguono il disegno delle le facciate mentre le parti laterali, piegate verso l’interno dell’edificio, sono i vani scala. Si compone così uno scheletro in cemento armato che man mano che si sale si assottiglia per diventare più leggero su cui poi si dispongono gli altri elementi strutturali e di rivestimento. Un perfetto equilibrio modernista a cui ha partecipato anche Pier Luigi Nervi. L’uso del cemento armato è la caratteristica di questo edificio che per anni è stato il grattacielo in cemento armato più alto d’Europa.
Emanuele Zagor Treppiedi