La notizia rimbalza tra i social e il web. La storica sala da ballo nel cuore di NoLo non resiste alla crisi e abbassa per sempre le sue saracinesche. Nata nel 1963 come Stella d’Oro e rinominata poi nel 2000 con il nome che tutti conosciamo, l’Arizona non ha mai ceduto il passo al logorio del tempo. Sapendosi reinventare senza mai rinnegare il suo passato: dai balli di liscio alle serate latinoamericane senza dimenticare quelle queer organizzate da La Boum. Un pezzo di storia cara al quartiere e capace di aver attirato persone da tutto il resto della città, che si vede costretta – seguendo la sorte del Ligera e dell’Ohibó – a interrompere oltre 50 anni di aggregazione e socialità.
Le voci parlano di un’imminente apertura di un supermercato al suo posto, e sembrano essere sempre più confermate. Fulcro culturale e simbolo di inclusione, ospitando giovani e meno giovani così diversi tra loro ma allo stesso tempo vicini, l’Arizona è uno di quei luoghi che meritano rispetto e salvaguardia. Come la Sala Venezia, che proprio in questi giorni si è attivata con una mobilitazione social al fine di raccogliere firme per evitare la sua chiusura. Noi vogliamo ricordare l’Arizona per le sue scintallanti feste che iniziavano con Dancing Queen degli ABBA e finivano abbracciati con le hit di Paola e Chiara. Un arcobaleno di corpi, musica e sudore che difficilmente verrà rimpiazzato. Un duro colpo non solo per tutta la comunità LGBTQI+, così connessa a questo luogo, ma per tutta la città.