Non si va più alla Santa Messa della domenica, al calcetto del giovedì, a ripetizione di greco, gli gnocchi si comprano direttamente al banco frigo con il ragù in vitro e le caramelle di Lupo Alberto sono diventate introvabili quasi quanto le collezioni dei Cioè. Il concetto di inclusione e appartenenza al più piccolo dei microcosmi – banalmente la parrocchia sotto casa o il rituale di preparazione delle tagliatelle dalla nonna – è venuto via via meno, insieme con il graduale sradicamento al proprio prossimo passato e lo spaesamento che ne deriva. È qui che diventa necessario aprire la finestra e cercare sé stessi, nel panorama e vicino a quel tizio che passeggia con il cane, per provare a ritrovare quel filo che ci tiene insieme: la bella comunità che rischia di essere trascurata perché nascosta dietro a un io prepotente.
Dal bisogno dell’antropologia di scendere nelle piazze, di uscire dalle Università per raggiungere le strade e bussare alle porte di noi, uomini semplici – ma mai diffidenti che rimaniamo, diciamolo, curiosi e affascinati dall’ipnotico ideale di radiolina etnografica di Conquistadores, pronti a lasciarci sorprendere da riti di Aborigeni Australiani e Teorie del Dono –, nasce e si celebra la quarta edizione del World Anthropology Day – Antropologia pubblica, che si terrà dal 17 al 19 febbraio (grazie American Anthropological Association per averci dato un nome da festeggiare). Altro non chiediamo se non un caldo abbraccio da una madre saggia che possa rispondere a qualche perché, e aiutarci a comprendere come migliorare il nostro quotidiano, le nostre relazioni, abitare il nostro spazio nel migliore dei modi possibili e magari con una certa consapevolezza.
Ci sarà spazio per condividere, accorciare le distanze e rivedere confini imposti.
Scopo del World Anthropology Day è uno: smuovere le coscienze individuali, togliere all’antropologo il peso del cappello safari per starci vicino, seguirci nelle nostre tavole, nella microeconomia, nella lotta agli stereotipi, ai tabù e alle parole altre, nell’ambiente, nel lavoro di tutti i giorni e nelle scuole allenando una visione critica e costante della realtà vissuta.
L’antropologia esce così dal mito, ci prende per mano e ci presta i suoi occhiali per guidarci in tre giorni di laboratori, passeggiate urbane, conferenze, eventi pubblici, spettacoli in presenza e online, gite di quartiere, Migrantour tra Porta Venezia e Via Padova, giri in bici da Rozzano, da dove parte la Milano-Sanremo, laboratori di cucina tra bignè al cocco senegalesi e succo allo zenzero. Un’antropologia che si celebra da viva camminando a cielo aperto per le vie di Milano in un continuo dialogo interdisciplinare che vede coinvolti giuristi, data science, artisti, performer, economisti, biologi e scienziati. Ci sarà spazio per condividere, accorciare le distanze e rivedere confini imposti. Le testimonianze dei ragazzi de Il Seme, comunità per minori stranieri non accompagnati, presentano i materiali audiovisivi raccolti durante il Ramadan: un’attenta analisi del dislocamento dell’esperienza in uno spazio e in un contesto altro. Di pari passo si festeggia un anno di Barbie Hackerata – il laboratorio di genere che ha raccolto voci, desideri e paure in un’esposizione di bambole in cui è forse la sospensione del giudizio a fare la protagonista. Ci si potrà anche iniziare al culto antropologico ritrovandosi direttamente in Piazza Castello, sempre sabato 19, per dedicarsi ad analisi etnografica tra le vie di Milano sull’oggetto simbolo degli ultimi anni: la mascherina; si osserverà chi la indossa e chi non la porta, dove e in che contesto, e si raccoglieranno tutte le più variegate sfaccettature di atteggiamenti altrui che in fondo aiutano a comprendere i propri.
Al centro di tutto, alla fine, non ci sono le tanto discusse criptovalute, ma semplicemente l’uomo.
Il 18 febbraio dalle ore 18 all’interno del progetto Le Alleanze dei Corpi – A contatto verranno condivisi i risultati e le applicazioni di Anthropo-point un dispositivo mobile di osservazione, utilizzato nella zona 2 di Milano, che mira a creare un espediente performativo di analisi critica dei mezzi artistici coinvolti per la co-creazione di eventi pubblici e sviluppo di spazi condivisi. Focus la costruzione di nuovi rituali comuni in una pratica di co-progettazione connotata da corpo, performance e riattivazione del territorio.
Si discuterà anche di antropologia economica ed educazione finanziaria, per scoprire come al centro di tutto, alla fine, non ci sono le tanto discusse criptovalute, ma semplicemente l’uomo. Sarà forse un caso che con il televoto Rai, il sommo popolo italiano aveva eletto proprio l’uomo Vitruviano come icona della moneta di scambio per eccellenza, il simbolo del caffè al bar quando ancora la luce funzionava bene?
E allora ecco come questi tre giorni di elogio e celebrazione all’antropologia ben ci ricordano che tante risposte ai nostri perché sono più vicine di quanto pensiamo, ci toccano così direttamente che solo un occhio esperto ed esterno – che forse merita per questo il binocolo dell’etnografo – può svelare. D’altro canto, sul lungo termine, siamo condannati alla presbiopia.
Dove andare (programma completo qui):
Anthropo-point”nomade: un dispositivo mobile di osservazione
Venerdì 18 febbraio 18:00-19:30 Evento Online (Webex)
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Migrantour via Padova. Itinerario di turismo urbano interculturale
Sabato 19 febbraio 10:00-12:00 Via Padova, Milano
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In bici: antropologi e protagonisti a confronto sulle pratiche sociali di ciclismo
Sabato 19 febbraio 9:30-12:00 Ritrovo Pista Big Kart – Rozzano
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Sentirsi a casa: Un’esperienza di ramadan in una comunità per minori stranieri a Milano
Sabato 19 febbraio 15:00-16:30 Via Giovanni da Firenze Villani 2, Milano
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Migrantour Porta Venezia. Itinerario di turismo urbano interculturale
Sabato 19 febbraio 15:00-17:00 Porta Venezia
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Un anno di Barbie Hackerata
Sabato 19 febbraio: Esposizione artistica di Barbie Hackerata visitabile per tutta la giornata Casa delle Donne, Via Marsala 8/10, Milano
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Maschere e mascherine: un’esperienza di etnografia urbana
Sabato 19 febbraio 15.00 Ritrovo in Piazza Castello, Milano (davanti alla fontana)
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Don’t be a drag, just be a queen
Sabato 19 febbraio 17:00-19:00 Evento Online
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Incontro finale: Festa dell’Antropologia Pubblica
Sabato 19 febbraio 20:00-23:00
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BASE Milano, via Bergognone 34, Milano Suona Sonia Garcia. Con la partecipazione dei Sambos de Corazon