Milano è una città che appare in questo momento vitale come raramente lo è stata da decenni, immersa – nel bene e nel male – in un flusso continuo di eventi e di una mitologia positiva e attraente nella quale molti faticano a riconoscersi. Nessuno riesce più a stare dietro al numero di mostre e nuovi spazi che aprono, ma a chi frequenta il giro è anche chiaro che questo non vuole affatto dire che c’è posto per tutti. Al contrario, di soldi e potere ne girano pochi e tra pochissimi, il sistema dell’arte qui è retto da una legge feroce, simile a quella descritta da Jack London in Zanna Bianca, ma quelli che sopravvivono (o “emergono”), come insegna Primo Levi, sono inesorabilmente i peggiori.
In questo scenario l’arrivo della newyorkese 8-Ball community, un’organizzazione indipendente nata nel 2012 (post Occupy) per sostenere gli artisti, su base non meritocratica ma esplicitamente antielitaria, è una notizia molto positiva. In realtà, anche se avviene a Milano, nel quartiere in corso di gentrificazione a sud della Fondazione Prada (ormai ribattezzato SOUPRA, SOUth of PRAda), questo progetto ha una fortissima matrice romana: Fabio Quaranta e i fondatori di NERO, Valerio Mannucci, Luca Lo Pinto, Francesco de Figueiredo e Lorenzo Micheli Gigotti, sono vecchi amici, e hanno collaborato ben prima che Quaranta aprisse a Milano dietro via Quaranta. Ora decidono di aprire un nuovo spazio insieme, sempre in via Passo Pordoi – NFQ – e invitano un altro romano d’origine, Lele Saveri, artista e fotografo, ex photo editor di Vice, a trasportare qui per una settimana la sua invenzione, 8-ball Community.
Dal 19 al 24 marzo si susseguiranno incontri, concerti, proiezioni, performance varie su temi come immigrazione, gender, penitenziari, salute mentale, ma soprattutto chiunque voglia potrà trasmettere dalla radio e dalla tv di 8-ball, senza distinzioni o censure di nessun genere. È questo, infatti, uno dei pilastri del sostegno agli artisti e alle comunità che 8-ball quotidianamente costruisce: dare spazio, fisico e mediatico, a persone che normalmente hanno scarso accesso a queste possibilità. Sostanzialmente si tratta di un dispositivo fornito alle comunità di quartiere, ai gruppi poco rappresentati, molto diffuso negli Stati Uniti, dove la società è infinitamente stratificata in classi, etnie e generi e dominata dalla cultura identitaria (dall’alto e dal basso) e sta crescendo sempre più forte la cosiddetta intersezionalità, una modalità di affrontare le diseguaglianze che considera insieme le prospettive di classe, genere, religione, disabilità, razza.
Chiunque può proporre contenuti da trasmettere in qualsiasi lingua, con il supporto dell’organizzazione e delle tecnologie di 8-ball e, da ora in poi, di NERO nella sede di NFQ. In qualche modo questa settimana è infatti una specie di presentazione, di prototipo, del nuovo tipo di spazio che vuole essere NFQ, un fuori formato, qualcosa che a Milano non si è mai propriamente visto. Un working space, ma anche un luogo di incontro: uno spazio dove si passa, e non solo per vedere, ma per fare. Ci saranno mostre ed eventi programmati, naturalmente, ma non una vera e propria programmazione, come in una kunsthal, o il sito internet come display delle attività.
NERO e Fabio Quaranta invitano 8-ball a produrre una specie di racconto corale dello spazio newyorkese e del modo in cui agisce aggregando persone, e contemporaneamente già all’interno di questi primi giorni di apertura invita una serie di artisti e curatori milanesi a interagire: Davide Giannella, fondatore di Mega e membro del comitato artistico del Teatro dell’arte, propone degli screening e dei cortometraggi, da Alberto Grifi al recente progetto di Guido Gazzilli Memorie dal carcere, i NoText faranno un workshop di video poesia e Nanni Fontana mostrerà la sua ricerca fotografica. La rete di collaborazioni è destinata a espandersi, a infittirsi, portando avanti questa linea di produzione artistica fondata su un nuovo genere di attivismo e un profondo senso critico nei confronti della realtà. Non a caso NERO è anche la casa editrice che ha tradotto Realismo Capitalista di Mark Fisher, uno dei libri più lucidi e importanti del panorama critico degli ultimi anni, nella collana Not. Not è anche il nome della loro rivista online, uno dei pochissimi luoghi dove si può leggere una messa in questione del fenomeno di Virgil Abloh, qualche tempo fa critico del linguaggio pubblicitario e ora apparentemente fagocitato dal sistema (in linea con la celebre analisi dell’hip hop come ideologia reazionaria condotta da Mark Fisher). Una delle cose belle di NFQ è che, oltre alla radio e alla tv di Nero, sarà sede anche di un presidio della casa editrice, dove si potranno consultare e acquistare i libri.
Il minimo comune denominatore dei progetti che si addenseranno su questo luogo sarà presumibilmente il fuori formato, come lo è in un modo il progetto URANIA di Fabio Quaranta, una giacca unisex e di un’unica misura che si avvicina più a un oggetto d’arte che di moda, o 8-ball (su cui presto uscirà un libro NERO EDITIONS). CI saranno progetti legati al design o alla moda, sempre intrecciati alle arti visive. Fatevi avanti.