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Attraversamenti nel multiverso di Roma Est

TEVA e ZERO vi guidano tra le strade del Pigneto, dalla quiete dei villini all'iperattività global, passando per musica e libri.

quartiere Pigneto

Scritto da La Redazione il 12 giugno 2023
Aggiornato il 20 giugno 2023

Foto di Valentina De Santis

Chissà se prima o poi verranno istituiti i fusi orari di quartiere: non perché la loro estensione è destinata a espandersi fino a prendere le dimensioni di una cittadina – anche perché, nelle metropoli, per alcuni è già così – ma per la quantità di esperienze in grado di proporre in un solo giro di lancette, entrando oltretutto in contatto con una serie di comunità provenienti dai quattro angoli del Globo, ognuna delle quali è settata sull’orologio di origine per video chiamate, commissioni, scambi e trattative. Sicuramente uno dei primi ad adottarli dovrebbe essere il Pigneto, ché da via l’Aquila alla “suburra pignattara”, di mondi e persone da attraversare ne offre sempre in grande quantità. Se poi nel viaggio c’è TEVA a fare da supporto tecnico e a ispirare l’esplorazione, allora si può partire in qualsiasi momento.

“Concrete Jungle” cantava Bob Marley nel 1973 nell’album “Catch a Fire”. Anche se di cemento, la giungla nasconde le stesse insidie e richiede le stesse energie per attraversarla. La guida di ZERO e TEVA al quartiere non poteva quindi che iniziare da un luogo dove poterne fare scorta. Ci porta lì Emanuele Atturo, redattore de L’Ultimo Uomo, testata web che proprio al Pigneto ha la sua redazione. Burro Cream&Coffee si trova sulla Circonvallazione Casilina e l’odore che arriva dai suoi forni ci dice che questi sono i cornetti migliori del quartiere – ma anche gli altri dolci e i tramezzini non scherzano. Ancora energia, ancora cibo: dalle parti di via Dulceri c’è L’Angolo Cottura, piccolissima cucina informale che accoglie tutti ai suoi tavoli con piatti semplici e un rapporto qualità/prezzo con pochi rivali in città.

Per un salto in Asia basta camminare un po’ ed eccoci alle porte di Baba Pane: uno spaccato di Afghanistan che ha sicuramente nel cibo il suo punto forte – è più una tavola calda che un ristorante – ma importa dal Paese di origine un po’ di tutto, per cui chiedere un po’ di pane (infinitamente buono e saporito) o una camicia sono due azioni esattamente equivalenti. Risalendo la corrente e oltrepassando il ponte pedonale – l’andirivieni sopra la strada ferrata che taglia in due il quartiere è la disciplina locale più praticata – si arriva a Tuba, colonna portante del Pigneto e punto di riferimento per Roma tutta per l’impegno nell’abbattere ogni tipo di pregiudizio transfemminista. Tanti libri nei suoi scaffali da leggere e acquistare, ma anche un bancone e tavoli dove prendersi un pausa. Altra scarpinata, altra discesa nelle parti basse del quartiere: avanza il crepuscolo e ci si risveglia per la notte come fanno i grandi felini.

Foto di Valentina De Santis
Foto di Valentina De Santis

Sul cammino c’è Rosi, bar storico che ancora affascina per i suoi modi schietti e i tavolini che sanno di estate (e per i drink a prezzi modici, ovviamente); mentre all’orizzonte già si vede Hop Corner, un’oasi in cui tutto il quartiere, almeno una volta a settimana – ma c’è anche chi si affaccia 7 su 7 – si ritrova per abbeverarsi alle sue fonti dove scorrono copiosi e sempre freschi spritz e birrette. La notte è fonda, ma c’è ancora l’ultima tappa del viaggio: il Fanfulla. I metri quadri di questo storico circolo Arci sono inversamente proporzionali al numero di artisti ed eventi ospitati (letteralmente ogni giorno c’è qualcosa) e di nottate ai confini della realtà. Imprescindibile è dire poco, unico è dire niente. La meta. Senza aggiungere molto altro se non un nuovo giorno al calendario, perché l’alba è arrivata e il sole pronto a sorgere. E domani, scarpe ai piedi, si ricomincia di nuovo.