Per chi di voi è venuto al Club Zero dedicato a Bovisa, allo Spirit de Milan, non c’è bisogno di ricordarvi cos’è Club Zero. Sinceramente pure a voi altri non ce ne sarebbe bisogno: dovreste ricordarvi bene le folle festanti che attanagliavano le sere e le notti al Giardino della Triennale, gli artisti sul palcoscenico che aizzavano gli umori delle centinaia di persone impendendogli di stare sedute e costringendole a ballare ovunque, dal sottopalco al Teatro Mendini, mentre alle volte si cavalcava un surf meccanico (Navigli), ci si faceva leggere il futuro (Porta Venezia), ci si faceva fare scarabocchi cosmici (Chinatown) e il resto dovreste ricordarvelo bene. Insomma, ogni volta vi portiamo l’inatteso che bazzica i dintorni di casa vostra, il sottocasa dei quartieri e sempre riproponendovi tutte le storie, le parole e i volti che questi quartieri li fanno con il nostro Zero – Hyperlocal.
Quindi: dopo la NoLo dei creativi e le selve aquatiche dei Navigli, dopo le stelle e le galassie e le storie di rivendicazione a Porta Venezia, dopo i draghi, i ravioli, il kitsch e la poetica del Bubble Tea a Chinatown e ormai anche dopo l’ultimo viaggio interstellare snocciolato dagli scricchiolii metallici dei gasometri della Bovisa, è il momento di capire di cosa parliamo quando si nomina l’eminenza Calvairatese.
L’understatement calvairatese è un’attitudine che predilige il disagio e rifugge qualsivoglia approccio markettaro a sé stesso – Calva non fa acronimi.
Ma partiamo dalle basi: dov’è Calvairate? Domande senza risposta, non fosse che a identificarlo c’è il lungo rettilineo su cui zoppica la 90, l’esosfera meneghina dove l’hype fatica ad arrivare perché interdetto al di fuori delle cinte della Metro. Un solo punto di riferimento per chi non è di Calva: l’ex Borsa del Macello in cui sostava Macao. Forse forse i Frigoriferi Milanesi. E quindi cos’è Calvairate? Andiamo sul sicuro, e se si dovesse scegliere una parola per descriverlo bisognerebbe soffermarsi sull’understantement: un’attitudine che predilige il disagio e rifugge qualsivoglia approccio markettaro a sé stesso, perché Calva non fa acronimi. Qui non si respira né la coolness di certe altre zone di periferia né un’aria di totale abbandono. Calvairate è un’illuminata “terra dei fuochi” per cui ogni settimana ci sono spettacolari batterie di fuochi d’artificio con colpi dritti e a ventaglio, effetti con aperture di stelle rosse e lampeggianti, peonie oro e crackling argentati. Qui l’ortofrutta è una giungla di frescura e il mercatino delle pulci di piazzale Cuoco è un dungeon in cui soltanto l’addestramento al ravanare e contrattare potrà farvi accedere all’Hobby Park dietro a “viale inferno”. Si gioca a bocce con il Gruppo Amatori, a calcio con l’ASD, si stampa 3D e si progetta la manifattura in Tertulliano, si fanno i graffiti sui muri, si pittano le panchine, si rappa e si suona in piazza
Insomma, per entrare a Calvairate bisogna essere iniziati a quello spirito un po’ cazzaro ma capace di trattare temi seri con ironia. Come dice la Loggia di Calvairate, eminenze grigie del quartiere, qui si ridisegna la psicomappa della felicità urbana: un deep dive nell’equilibrato panico morale.
Se non sapete cosa sia Calva, è il momento di venire al Club Zero: capirete sicuramente di più ballando, giocando e conoscendo la sensualità dell’unfuckable calvairatese.
Se ancora non vi è chiaro perché v’ostinate a pensare Calvairate per i due soliti landmark di quartiere, è il momento di venire al Club Zero: capirete sicuramente di più ballando, giocando e conoscendo la sensualità dell’unfuckable calvairatese, con quello spirito ironico e un po’ arrogante – come piace a noi – che soltanto le zone che conservano la periferia nel cuore hanno.
Come al solito, ci si ritrova alle 20:00 ai Giardini col dj set d’apertura di rito: sarà l’industrial romantico di Jack Bags a farvi da entrata trionfale nelle vibe del quartiere. Un’ora mentre sorseggiate il cocktail di quartiere, così ballate un po’ e vi preparate alle prodezze del palco. Perché dalle 21:00 vi aspetta Emanuelino e Comagatte assieme a Fatamusik e Auryamusik: giusto per capire dove state – per essere chiari con le sonorità d’assalto e tamburellanti delle Ragazze di Calvairate. Ci sarà poi la musica verdeggiante di Claudym o la Giamaica tomtomeggiante di Attila per chiudere con Davide Autelitano, il frontman dei Ministri. Per non parlare poi di chi presenterà il tutto: l’immancabile Annalisa “La Pisa” Turroni, ariete capofila calvairatese riconosciutissima per le iconiche spaccate. In tutto questo in giardino l’allestimento dei poster di Hyperlocal, una postazione tatoo di Pesca e il celebre cocktail di quartiere Terra dei Fuochi, in onore dei fuochi d’artificio a ricorrenza settimanale.
Che dire, come sempre: Benvenuti a Calvairate.