Scosse e terremoti: le discipline creative sono sempre state connesse da una certa atmosfera, quella stessa tensione che costruisce il senso e la fortuna delle opere, che a un certo punto fa sì che il panorama creativo tutto condivida le stesse attitudini che diventano forma. Per esempio, nell’Italia degli anni Settanta l’ironia e la dissacrazione, come pure l’estroversione erano state individuate come modalità per far fronte a ciò che nel mondo non andava.

Tra i metodi di scaglionamento – quelli che generano i terremoti e le scosse della critica sociale e della critica dell’arte – a pochi ora verrebbero in mente la timidezza, l’educazione, l’assertività e l’ascolto attento, il disarmo anziché l’aggressività e l’accordo piuttosto che lo scontro istituzionale. Eppure, sempre di più la cura dei pubblici e l’accessibilità delle discipline costituiscono l’obiettivo e il desiderio degli stessi creatori.
La timidezza insomma può scatenare terremoti e scosse tanto quanto i suoi contrari e Chiara Angeli ne ho colto forme e possibilità in La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, che quest’anno accoglie il tema in modo centrale e che Volvo Studio Milano ospita, per il terzo anno, nel suo spazio in viale della Liberazione.

L’indirizzo della collaborazione tra le due realtà è stato da subito quello di superare i ruoli di istituzioni ospitante e realtà ospitata, costruendo, sull’intesa umana e professionale, un programma di eventi che potesse agire da sismografo del proprio tempo, captando scosse e terremoti, affrontando «senza pregiudizi, anche argomenti che a volte sembrano difficili», come ha sottolineato Angeli in apertura al secondo appuntamento della stagione. Uno di questi movimenti sotterranei è di certo l’intelligenza artificiale: tema che accompagna da tre anni il rapporto tra le due istituzioni.

La prima serata de La Milanesiana 2024 da Volvo Studio Milano perciò si è aperta con un prologo letterario dell’avvocato Franco Toffoletto, che ha ripercorso i passi dell’intelligenza artificiale: dalla timida definizione data nel 1956 e congelata per anni, fino al Natural Language Processing (NLP) di chat GPT che genera qualcosa di molto simile – quasi indistinguibile dal linguaggio umano. È seguito lo spettacolo Com’è umano L’AI di Rocco Tanica, Diego Maggi, Antonello Aguzzi “Jantoman” e Luca Marcias. Per il secondo appuntamento negli spazi di Volvo Studio Milano, Yanis Varoufakis, autore del successo editoriale Tecnofeudalesimo. Cosa ha ucciso il capitalismo (2023), ha coinvolto la platea in un viaggio attraverso la distopia del cloud capital, legando – come è solito fare – esperienze personalissime a macro temi, quali il lavoro reputazionale sui social media e l’economia di produzione del sé online. All’incontro hanno partecipato anche Guido Brera, l’autore di un altro successo editoriale e televisivo, I Diavoli (2014), Ferruccio De Bortoli che è stato direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore e il pianista di Philadelphia Uri Caine con un omaggio a James Baldwin. A chiudere il ciclo di eventi una serata omaggio a Franco Califano tra immaginazione e ricordi dove lo scrittore Aurelio Picca ha dialogato con il cantautore morto nel 2013 tramite l’uso dell’AI mentre Claudia Gerini insieme ai Solis String Quartet si è esibita con lo spettacolo Qualche estate fa. Vita, poesia e musica di Franco Califano.

 

Ragionare sull’intelligenza artificiale per Volvo Studio e La Milanesiana significa tentare di comprendere un nuovo medium. Alla stregua della pittura, della letteratura e delle tante discipline coinvolte nel festival, anche tramite l’intelligenza artificiale – perciò – si può parlare di tutto. «Volvo produce solo macchine elettriche e sta puntando molto sull’intelligenza artificiale», mi racconta Elisabetta Sgarbi. «Sono due temi giganteschi, il rispetto dell’ambiente e la punta estrema della tecnologia. Dentro questi grandi temi, abbiamo la libertà di comporre il programma artistico, incrociando percorsi e discipline».

 

Dalla collaborazione tra Volvo Studio Milano e La Milanesiana vengono fuori composizioni creative, appuntamenti che mischiano le carte delle arti senza alcuna remora e giocano con collegamenti arditi tra discipline. È appena terminata, ad esempio, la mostra Scerbanenco secondo Fior, che presentava ventuno tavole inedite disegnate dall’ illustratore Manuele Fior per fare da copertine all’opera letteraria di Scerbanenco, in corso di pubblicazione con La Nave di Teseo. Non solo, perciò, letteratura, musica, cinema, arte, filosofia e teatro ma anche scienza, diritto, economia, sport e fumetto. Un’altra dimostrazione che Volvo non produce solo macchina ma che – con il suo hub creativo in viale della Liberazione – capta nuove vibrazioni e tendenze, problemi e soluzioni. Insieme a La Milanesiana fa da sismografo per tutte quelle scosse e quei terremoti che costruiscono le attitudini e danno vita alle forme.