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G.R.A.DISCO – Volume 5

Quinta raccolta delle nuove uscite discografiche made in Rome, selezionate dalla redazione di ZERO

Scritto da Giulio Pecci il 11 agosto 2023
Aggiornato il 19 ottobre 2023

Continua la rubrica con cui Zero, con grande apertura nei confronti di altre realtà geografiche e discipline artistiche unisce, pensate un po’, Roma e la musica. Una raccolta delle migliori uscite discografiche capitoline: album o EP di artisti nati o di base in città per una raccolta con cadenza variabile, ma che generalmente aggiorneremo ogni tre o quattro mesi. Nessun limite di genere, di età, di popolarità. Selezioniamo solo quello ci è piaciuto e pensiamo sia meritevole d’attenzione. Per questa quinta puntata: bassi poderosi, rap rimbalzante ed elettronica squaglio-futurista. Se pensate che ci siamo persi qualcosa, aspettate la puntata successiva prima di gridare allo scandalo. L’ordine è rigorosamente alfabetico, non leggeteci nulla di più.

Colombre – “Realismo magico in Adriatico” (Bomba Dischi, 2023)

Il titolo sembra generato da un AI alla quale sia stato chiesto il titolo perfetto per un album di indie italiano anni Dieci. Nonostante questo il secondo album di Colombre suona abbastanza lontano da quella formula ormai trita e ritrita, guardando con convinzione invece alle schitarrate scanzonate di un certo pop americano “alternativo” in voga negli ultimi anni. Non manca comunque la vena italiana nostalgica verso “l’era Calcutta” o quella proto-indie, come dimostrato dal featuring con la rediviva Maria Antonietta.

Pezzo preferito: “Midollo”

Dinastia Giulio Claudia – “Jeunesse” (Autoprodotto, 2023)

D’estate a Roma il mondo si divide in due: c’è chi cerca refrigerio nelle onde del Mediterraneo abbracciandone la narrativa calda, romantica e sanguigna; e chi si piazza sotto un condizionatore tuffandosi nelle gelide vibrazioni sonore di synth, pop e cold wave. Il duo romano fa parte di questa seconda categoria e mette insieme un disco evidentemente debitore agli anni di frequentazione di Roma Est – e l’influenza transalpina di Manu sulla programmazione del Fanfulla.

Pezzo preferito: “Egoista”


Emanuele Triglia – “Seven Beats I Forgot” (Rivamare Records, 2023)

L’abilità di far suonare un massiccio basso elettrico come se fosse di cera è tra le cose che più stuzzicano il mio centro del piacere musicale. In Italia sono in pochissimi a saperlo fare come Emanuele Triglia. Il bassista e producer (fresco vincitore del David di Donatello con Elodie e Joan Thiele) tira fuori dal cassetto “sette beat di cui si era dimenticato”, regalandoci un quarto d’ora di lussuria: tra beatmaking sofisticato, jazz 3.0 e suoni curiosi che scorrono via con la stessa mancanza di attrito di un serpente di mare.

Pezzo preferito: “Inky”


Emma Tricca – “Aspirin Sun” (Bella Union, 2023)

Scivolando in uno psichedelico brodo primordiale, sogniamo ad occhi aperti autostrade sterminate circondate dal sole e una natura arida e selvaggia che scorre inesorabilmente uguale accanto a noi. A questa visione alterniamo quella di stanze buie, dominate da tappeti, dal fumo e da un’aria umida intrisa di promesse. Passiamo insomma dalle allucinazioni rivelatorie di un Jim Morrison nudo e strafatto nel deserto Californiano a quelle dissociative e paranoiche di un Nick Drake murato in casa a fumare e suonare. C’è Londra e la California collegate da folk e rock psichedelici di gran classe nel nuovo album di Tricca. Un bel viaggio.

Pezzo preferito: “Space and Time”


Equohm – “Tango Lento” (Riforma, 2023)

Sono beat squagliati al sole, nastri magnetici lasciati su una veranda alle due di un pomeriggio di fine Luglio, vinili colanti come fossero gli orologi di Dalì. Insomma dei tanghi ballabili solo nella mente, dopo l’assunzione di un quantitativo massiccio di tranquillante per cavalli. Perfetti insomma per sprofondare sempre di più tra le pieghe del divano, mentre ci si scioglie di caldo in una casa senza area condizionata, circondata di cemento e cassonetti che già di loro stanno dando di stomaco.

Pezzo preferito: “Tango Zero (Bonus Track)”


Jomoon – “King of Cups” (Pitch The Noise Records, 2023)

Questo ep suona come il mondo onirico di un androide mentre sogna di essere Umano. Strati di synth e voci si rincorrono formando grotte sonore abitabili, echi distanti che lasciano i brividi per la doppia qualità analogica e digitale, non si capisce dove inizi una e finisca l’altra. Quindi in realtà il sogno dell’androide si sta compiendo: è già cyborg – e noi con lui nell’ascolto.

Pezzo preferito: “Autumn Glitch”


Leo Fulcro – “Boy on Earth” (Totally Imported, 2023)

“Non mi funziona la vita ma rido mentre il portafoglio piange” e “tipo De Rossi non perdo la palla” – nello stesso pezzo, “Gange”. Insomma la capacità di stare in bilico tra narrativa pop e locale che può avere solo uno che a Roma non ci è nato, ma ci si è trovato a vivere finendo per amarla profondamente. Tutto l’ep di Fulcro è infarcito di un flow fluido e versi brillanti, per un pop-rap orecchiabile che scorre su produzioni dalle stesse qualità. Per dirla con la sua simpatica alternanza di italiano e inglese: “sky’s the limit”.

Pezzo preferito:”Yin e Yang”


lili – SPAZIOTEMPO (Garrincha Dischi, 2023)

Da “Gigli su Marte” a “lili” residenza Roma. Lisa Masia e Marina Cristofalo abbandonano il moniker Lilies On Mars e la lingua inglese per abbracciare questa nuova identità più pop e tutta italiana – fatta principalmente da synth pop ipnotico macchiato di cantautorato italiano anni Ottanta. Una transizione da spazio a terra, a parole loro: “su Marte suonavamo la musica con lo sguardo rivolto all’insù, verso la Terra, ora su quella terra distante anni luce ci siamo arrivate”.

Pezzo preferito: “Non dormi mai”


Lorenzo Stecconi – “Ambula ab intra” (Narcotica/Subsounds Records, 2023)

Uno sciame di calabroni neri come la pece che si avvicinano da lontano. Da un orizzonte anch’esso nero, dove lo sguardo annega fino a perdersi, per ritrovarsi solo quando uno degli insetti ci svolazza pericolosamente vicino alla testa. Non è l’incipit di un fumetto di Dylan Dog ma le chitarre orchestrate dal musicista, compositore e producer già noto con i suoi Lento e per le collaborazioni con Zu e Ufomammut. Un disco che con il solo uso dei sei corde stende tappeti sonori come sabbie mobili, caverne piene di riverbero in cui perdersi.

Pezzo preferito: “End of a Dream”


Lovegang126 – “CRISTI E DIAVOLI” (Autoprodotto, 2023)

Suona un po’ come un ritorno a casa. Anche se i ragazzacci di Trastevere non se ne sono mai andati – per dirla con Franco “siamo ancora in quella via […] tra madonne cristi e diavoli sto in buona compagnia, Al Calisto o sotto la fontana di Santa Maria”. Il primo disco ufficiale come collettivo si appoggia a basi old school dal suono senza tempo, che ne valorizzano la narrativa local, donandole una nota più matura, pop senza snaturarsi.

Pezzo preferito: “Spacciasogni (feat. Sidebaby)”


Milena Medu – I See You (Mold Records, 2023)

Un ep che ha dichiarati riferimenti “gelidi” nell’elettronica nord europea ma che finisce per suonare caldissimo. Forse perché sopra tutto quanto (ai synth che sembrano organi antichi di una chiesa sperduta nel nulla, le batterie solenni e a tratti groovy, gli archi strazianti) si staglia una voce confortante che come un lumicino nell’oscurità conforta e tiene insieme il tutto.

Pezzo preferito: “Be Fair To Your Body”


Morris Gola – “Canzoni Arrabbiate” (ForMe, 2023)

“La Haine” continua a essere un punto fermo generazione dopo generazione perché è un film che contiene una rabbia pura e identificativa – che prescinde il contesto storico. Se Morris Gola continua a rappare è perché continua a provare quella stessa rabbia incontaminata, quel senso di ingiustizia verso il mondo assurdo in cui viviamo. Cambiano i contorni musicali, i featuring (qui quelli pesanti di Chicoria e Brenno Itani), ma Morris Gola, come “La Haine”, continuerà sempre ad essere arrabbiato.

Pezzo preferito: “Audemars”


Pentesilea – “Pezzi” (Ipologica, 2023)

La voce tiene al guinzaglio le produzioni, riconducendole a una forma canzone pop, con testi didascalici e linee vocali per lo più dritte e prudenti. In realtà forse non se ne sentiva il bisogno, visto che la cosa più interessante rimane la musica: spazi sonori che da soli mutano in continuazione passando da slanci audaci a forme più canoniche, da ricerca ritmica a casse più o meno dritte che fanno dondolare a tempo. I momenti migliori infatti sono quelli in cui la voce diventa parte dell’arrangiamento, manipolata e scomposta in un prisma cyborg che restituisce giustizia all’insieme di un suono fresco e interessante, tra pop ed elettronica.

Pezzo preferito: “Shir”


Riccardo Gola – “Cosmonautica” (Jando Music/Millesioni, 2023)

Da anni i cultori del jazz nazionale si sono abituati ad osservare la figura statuaria ma sobria di Riccardo Gola (capace di far sembrare piccolo un contrabbasso) nelle migliori formazioni del genere. Adesso la scena se la prende lui, con il primo disco da solista accompagnato da Francesco Bigoni al sax e il clarinetto, Enrico Zanisi al piano ed Enrico Morello alla batteria. Un approccio completamente acustico ma che nell’agile e creativo interplay fra i musicisti rivela una miriade di influenze diverse: dall’elettronica alla classica, passando per trovate ritmiche vicine alla musica africana o al rock. Un viaggio nell’universo di ascolti di Riccardo, che rimane lì saldo al timone della nave.

Pezzo preferito: “Starfire”


Samuele Cyma – “Clorofilla/Emorragie” (Pluma Dischi, 2023)

Il nostro maghetto dei modulari preferito inaugura il nuovo corso riappropriandosi (quasi) del suo nome di battesimo e firmando con l’etichetta legata alla storica Irma Records. Il risultato sono questi primi quattro brani che anticipano il disco in uscita in autunno. Una riuscita sintesi tra quelle che sono da sempre le correnti principali della sua musica: post-rock, elettronica, sensibilità melodica jazz e la prepotente entrata in scena di un approccio hytperpop che attualizza il tutto.

Pezzo preferito: “Clorofilla”


Superfluido – “oliodue2/frankstein mossa” (Superfluido, 2023)

Grande Fumo, NONe, gg.Proiettili, Martire, Eric Draven. Leony47, Slam aka Hysteriack. Insieme: Superfluido. Collettivo emerso dagli algoritmi di Bandcamp con una miriade di uscite hip-hop di stampo old-school e lo-fi. Un flow esplicitamente romano senza diventare macchietta e una sfumatura hardcore propria della miglior tradizione del rap capitolino. Interessanti, divertenti e per certi versi assolutamente fuori moda, cosa che ovviamente non può che renderli culto da subito.

Pezzo preferito: “SEPOLTI IN STANZE A VOLTA”


Teslasonic – “Foundation” (MinimalRome Label, 2023)

Synth come raggi laser, batterie come asteroidi dalla traiettoria impazzita e voci robotiche a indicare un futuro che forse è già qui, forse è addirittura già lontano. L’ultimo lavoro di Gianluca Bertasi è un’electro-analog-minimal techno che nel suo essere futuro passato diverte e affascina come osservare l’incidente tra due navi spaziali in fiamme in una galassia lontana lontana.

Pezzo preferito: “The Machine Age”