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Musica: il meglio del 2016 a Milano raccontato dai protagonisti della città

I concerti dell'anno a Milano raccontati da chi, i concerti, li fa e organizza

Scritto da La Redazione il 24 dicembre 2016
Aggiornato il 12 gennaio 2017

Dove andare e cosa fare ve lo diciamo per 365 giorni. Ma per uno Zero che vi dà le sue dritte c’è anche uno spazio dedicato ai concerti che apre le sue porte, un “direttore artistico” o un team di persone che si dedicano a scegliere la programmazione di un club o di una rassegna, un tecnico che si prende cura dell’impianto, un driver che va a prendere gli artisti in aeroporto, un grafico, un ufficio stampa e via discorrendo (inutile specificare che tali ruoli spesso sono ricoperti dalle stesse persone). Questo spazio è dedicato a tutto il mondo che c’è dietro un concerto e ai rispettivi, tanti, bilanci di fine anno. A ognuna delle realtà interpellate abbiamo chiesto di presentarsi e di dare un commento della stagione appena passata. Li ringraziamo per la collaborazione e per averci fatto ascoltare musica per un anno intero, con l’augurio che il 2017 non sia da meno.

Biko / Otta (Orsola Capretti)

«Non so in che ordine metterli, sono tutti musicisti incredibili e questa lista esclude molti altri concerti che ci hanno regalato emozioni fortissime. Non è solo il talento che ce li ha fatti amare, o l’alto livello di innovazione: quando li vedi capisci che stanno suonando con l’anima e il cuore ed è bello vedere sul palco artisti così, perché senti che in quel momento stanno vivendo un’esperienza e sei partecipe di quello che stanno provando. Ti dimentichi chi sei e da dove vieni, perché sei con loro e dentro la loro musica in quel preciso istante.»

Otta-BikoOrsola Capretti, detta Otta, è nata a Brescia nel 1967 e dal 1989 vive e lavora a Milano. Illustratrice, grafica e web designer è da sempre impegnata in attività di promozione artistica e sociale. Nel 2007 fonda con Alem Abay il Circolo Arci Biko.

 


 

Circolo Magnolia / Nicholas Tozzo

«È stato particolarmente difficile poter scegliere “solo” cinque concerti per tutto il 2016 del Circolo Magnolia. La scelta è ricaduta su concerti estremamente diversi tra loro, una diversità che è motivo fondamentale attorno a cui ruota il senso di questa selezione. Pensando ai nomi che seguono, il grande filo conduttore che li tiene tutti legati è solo uno: sono stati tutti gruppi che abbiamo sempre sognato di poter vedere sul nostro palco e che abbiamo inseguito nella nostra storia. L’ordine è semplicemente quello cronologico e non “di preferenza” e il riferimento a Unaltrofestival è in particolare al live degli Editors

Nicholas-tozzoNato nel 1981, Nicholas Tozzo ha iniziato a lavorare al Circolo Magnolia nell’inverno del 2008 come assistente alla programmazione. Per poi diventare il Direttore Artistico del Circolo nel 2014 e presidente del Circolo il 15 Dicembre 2015.

 


 

La Società Psychedelica / Davide Zolli

«”La Società Psychedelica è il party visionario di Milano… I componenti si ritrovano ogni mese in location diverse. La struttura dei meeting è simile a quella di un party rock con band internazionali che suonano dal vivo e dj che mettono solo vinili, mentre i componenti ballano”. Questa è la presentazione che ho scritto cinque anni fa, quando con dj Henry abbiamo iniziato a organizzare stabilmente la serata, più volte al mese, in posti diversi. Ci piaceva l’idea di cambiare location e fare una festa diversa ogni volta. Rileggendo oggi queste righe, l’unica cosa che correggerei è che, una volta al mese, ora il ritrovo è stabile al Cox 18, che non abbiamo più abbandonato dalle prime volte in cui ci siamo capitati: in quel posto si è creata l’alchimia definitiva ed è in assoluto l’ambiente perfetto per la nostra idea di serata. Il miglior live del 2016 al Cox è stato quello degli inglesi The Telescopes, già l’anno scorso era stata tra le band migliori portate a Sotto La Sacrestia, ma quest’ultima volta alla Società Psychedelica sono riusciti a fare ancora meglio, con un suono più compatto, una potenza sonica devastante, feedback psichedelici come solo loro sanno fare. Oltre al Cox, occasioni di portare La Società Psychedelica fuori Milano o in altri posti milanesi non mancano, come gli amici di Communion con cui ogni anno organizziamo qualcosa assieme a Macao; o il 4.20 Hemp Festival, che unisce la divulgazione della cultura della cannabis, grazie a Sir Canapa (il primo Hemp Shop di Milano) con la musica e la psichedelia. Lo scorso aprile abbiamo fatto un’anteprima con i live dei Giobia e Babau ed è stata un’esperienza fantastica al di sopra di ogni aspettativa: quest’anno ci sarà il vero e proprio festival, più grande è più strutturato. La nostra idea continua a ruotare attorno alla convinzione che la psichedelia non sia solo un genere musicale ma un atteggiamento, che permette di rompere le barriere di appartenenza e, col passare degli anni, stiamo estremizzando sempre più questa cosa. Un esempio è stato il concerto di Nobunny – che sulla carta non è propriamente una band psych, power pop e rock and roll, piuttosto – ma vi assicuro che vedere un uomo in mutande che salta dappertutto con la maschera da coniglio è assolutamente un’esperienza psichedelica. O i Konstrukt da Istanbul, in teoria (e anche in pratica) una band free jazz, ma dalle molteplici influenze cosmiche capaci di far fare un viaggio spirituale e intercontinentale come pochi al giorno d’oggi. Al di là dei generi, quello a cui vogliamo dare forma è un’idea di club che sia un po’ come un flusso di coscienza: già da quando varchi la porta ti senti dentro la psichedelia, poi c’è il concerto, i visual e poi la parte clubbing. Il tutto dev’essere parte di un’idea più organica.»

davide-zolliVeneziano, classe 1980, Davide Zolli è stato batterista in varie band e oggi è un terzo della Squadra Omega. Diffonde il verbo psichedelico attraverso Swamp Booking e La Società Psychedelica, fondata nel 2011 insieme a Dj Henry.

 


 

Lo-Fi / Corrado Montanaro

«Ho cercato di dare respiro di generi alle mie scelte. Passiamo dal power pop dei The Rubinoos alla no wave di James Chance. In ogni caso, in virtù delle emozioni che hanno saputo regalarmi, sono tutti concerti che hanno un messaggio che li accomuna: se batti il tempo con il piedino e chiudi gli occhi, con la mente voli via. Questo è ciò che accade quando la musica sa rendere felice. Purtroppo il 2106 lo ricorderemo come l’anno della fine dell’esperienza del Lo-Fi. Ci spiace deludere tutti coloro che avevano trovato in questo spazio una casa per ascoltare un certo tipo di musica. Non abbiamo rimpianti se non quello di non essere riusciti a continuare a dare voce a quel sottobosco musicale che spinge e sgomita per ottenere visibilità e consensi. Non escludiamo di riprovarci in altri luoghi e situazioni.»

Corrado-Montanaro-Lo-Fi
Nato a Milano nel 1967, Corrado Montanaro è collezionista di vinili, in passato musicista e dal 2010 Presidente e socio fondatore dell’Associazione Arci Lo-Fi, spazio dedicato alla musica live con attenzione a metal, hardcore, punk, doom, stoner e indie rock.

 


 

Macao / Tavolo Suono

«È stato un anno molto intenso tra le mura dell’ex-macello di Viale Molise. Le cinque serate che abbiamo scelto rappresentano le varie anime del Tavolo Suono che nel corso di questi dodici mesi hanno ampliato e consolidato i propri progetti e il proprio rapporto. Le serate Haunter Presents sono tra gli eventi di Macao che potrebbero venire più facilmente scambiate per delle clubnight (cosa che in realtà nessuno degli eventi del Tavolo Suono aspira o si limita a essere), anche se, rispetto ad altre come Dance Affliction, sono di formato decisamente ridotto. Questo perché ogni volta l’obiettivo della serata è iniziare un processo di collaborazione, aggiungere nodi a una rete che esiste sia su un piano artistico sia su uno umano. Il 18 marzo sul palco erano presenti Jesse Osborne-Lanthier e Brood Ma: due set piuttosto difficili, eppure il pubblico era particolarmente gasato, poche altre volte si è visto il floor catturato da musica tanto complessa e decostruita. Una collaborazione che ha continuato sulla strada intrapresa negli anni precedenti è stata quella tra Communion ed Hencote con due appuntamenti che, nati quasi per caso, sono finiti per regalare grandi sorprese. Nel primo dei due, il 26 marzo, si è intrapreso un viaggio di risalita dalle profondità della notte alla luce del giorno: il live astratto e organico di Mudwise seguito da quello acido e oscuro del francese Amandra sono stati il preludio perfetto per giungere al picco di intensità, ovvero il live dei retina.it che, tornati a Milano dopo dieci anni di assenza, in un’odissea analogica di un’ora e mezza hanno letteralmente ipnotizzato la hall invasa da luci accecanti e nuvole di fumo. Il set conclusivo di Vester Koza nel temple, con i raggi del primo sole a illuminare un dancefloor pressoché in estasi, è ancora ben impresso nella memoria dei presenti. La terza edizione di Saturnalia è stata in tutti i sensi oltre ogni aspettativa: dalla quantità di persone transitata per Macao (quasi 3000), agli artisti coinvolti, fino all’atmosfera che si è respirata entrambi i giorni fra i tre palchi di hall, temple e giardino. Questo momento ha rappresentato un salto di qualità rispetto a tutto ciò che si era visto in precedenza, sia da un punto di vista organizzativo – con il coinvolgimento di più di sessanta persone tra organizzatori e volontari – sia prettamente musicale, con una line up tanto varia quanto intimamente coerente.
Tra gli highlight impossibile non annoverare l’assalto acid ragga di The Bug e Miss Red su un soundsystem raddoppiato che ha incendiato il salone a suon di basse e accecatori e i live di Rezzett ed NMO nel giardino il giorno prima. Sarebbe inutile sprecare altre parole per descrivere qualcosa che solo chi ha vissuto dall’inizio alla fine può comprendere. Possiamo dire che la rassegna di Meditazioni Elettroniche rappresenta un ottimo esempio di un tipo diverso di concept rispetto a quello di “club night” (anche inteso in senso più o meno lato). Il pubblico, seduto o sdraiato, è invitato a immergersi in una meditazione sonica collettiva dove centrali sono l’attenzione e l’ascolto. L’ultimo appuntamento ha visto protagonista la chitarra dilatata di Bartolomei, che ha presentato il suo ultimo lavoro per Communion, Panthalassa, e la dub psichedelica e astratta di Sun Araw, che ha portato il vento dei tropici a scaldare un salone gremito invaso da luci rosse. È stata forse la meditazione più partecipata e l’atmosfera che si respirava durante i set era davvero magica, tant’è che stiamo pensando di rilasciare nel 2017 una cassetta con la registrazione del live. Ancora nulla è certo ma basti questo per avere un’idea di cosa è accaduto quella sera. Tra tutti gli eventi che abbiamo scelto Dance Affliction è la più recente, nata espressamente per essere una serata che richiede tanto (attenzione, energia, apertura mentale) a chi ne fa parte, e per dare in cambio altrettanto. Ogni iterazione è venuta meglio della precedente e l’ultima è stata davvero speciale: a giudicare dai pareri ricevuti in giro, sono in tanti a pensare di avere condiviso un’esperienza difficilmente ripetibile. È iniziata a mezzanotte, e l’ultimo set è finito verso le dieci del mattino. Anche in questo caso si respirava un’aria di familiarità e condivisione, ma allo stesso tempo una voglia fortissima di farsi trasportare bruscamente oltre la propria comfort zone. Circa 1500 ingressi e una line-up che non ha perso di intensità neanche per un secondo. Al netto dei gusti personali, il set che ha svettato è stato sicuramente quello degli Asda, hardcore in tutti i modi possibili. Ma la soddisfazione più grande è stata ancora una volta l’avere creato il contesto per la nascita nuove connessioni e scambi di idee tra artisti, che abbiamo invitato non tanto a suonare nel nostro spazio, ma a prendere parte al modo in cui noi viviamo e facciamo le cose. È stato un vero rave, nell’accezione più positiva, costruttiva e politica del termine. D’ora in poi sarà difficile non provare nostalgia per questa serata.»

macao-tavolo-suonoIl Tavolo Suono è il collettivo che si occupa di curare la programmazione musicale di Macao. Le realtà che ne fanno parte sono C O M M U N I O N, Haunter Records, Hencote / Henkot, Dance Affliction, Nus e (con collaborazioni più sporadiche) UN.T.O. Records.

 


 

Plunge

«L’autunno scorso partimmo in questo percorso scegliendo di proporre, dietro un “sipario” d’eccellenza come quello di Macao, il live show di Lawrence English che presentava Wilderness Of Mirrors. Un disco oggi facilmente identificabile come il manifesto di un’attitudine specifica e di una filosofia particolare nei confronti del suono. Una “reazione” all’imperante trionfo dell’estetica disincantata categorizzata come “accelerazionista” e dei suoi presupposti, quali il trionfo della spettacolarizzazione formale e la “destruktion” dell’elemento emotivo. Una risposta a partire dalla quale prendeva forma il progetto di un “reincantamento” atmosferico, di un recupero e un’elevazione dell’impatto fisico ed emotivo dell’indagine sonora. Fu una scelta emblematica, una dichiarazione degli intenti curatoriali che il progetto avrebbe seguito nel suo sviluppo lungo l’arco del 2016 e che ne sarebbero diventati la vera e propria cifra identitaria, inserendolo in un contesto che ha raggiunto quest’anno forse il suo picco massimo di espansione e prolificità in città. Quest’anno, con la fondamentale collaborazione con San Fedele Musica per INNER_SPACES, questo intento di rimettere al centro la fruizione autentica e immediata del suono nella sua problematicità ha trovato un primo, fondamentale, compimento a livello di intersezione tra contesto e contenuto, grazie a uno spazio che è pensato e progettato proprio sulla falsariga di questo scopo. In questa cornice di fruizione abbiamo potuto fare ascoltare Continuum, la straordinaria sinfonia elettronica di Paul Jebanasam, diffusa attraverso la spazialità dell’Acusmonium, orchestra di altoparlanti unica in Italia – elementi di forte impatto sonoro ed emotivo il cui esito ha stupito davvero tutti – oltre che ripresentare un live (straordinario) di Fennesz a Milano ben cinque anni dopo l’ultima volta, che consideriamo “fuori concorso”. Il resto della nostra stagione si è svolto quasi interamente a Masada, divenuto il contesto d’elezione per la maggior parte delle nostre proposte d’ascolto e il luogo ideale per creare una comunità interessata ai suoni del presente in una città “liquida” e sempre più scevra di punti di riferimento come la Milano di oggi. Qui abbiamo esordito con il live di Lubomyr Melnyk, un momento musicale d’intensità impareggiabile, e abbiamo presentato pochi mesi dopo l’evento-concept ECLIPTICA, con tre artisti di rilievo quali Ensemble Economique, Jung An Tagen e Caterina Barbieri, riuniti nella rappresentazione astratta di altrettanti fasi di oscuramento della Luna durante un’eclissi. Abbiamo poi tentato, a modo nostro, di andare incontro all’anima jazz originaria di questo circolo di periferia, con un primo appuntamento dedicato alla libera improvvisazione. Qui ha avuto luogo la performance solista della talentuosa avanguardista Eve Risser, forse il nuovo riferimento assoluto nell’arte del pianoforte preparato, introdotta dall’irriverente trio internazionale ZGB, impegnato in una sessione di ricerca istintiva e immediata del suono, dagli strumenti agli oggetti circostanti. E sempre a Masada, in ultima battuta, abbiamo voluto omaggiare i primi dieci anni di attività dell’etichetta romana Glacial Movements, forte di un catalogo in cui la sfera semantica del ghiaccio e dei panorami artici ha ispirato numerose eccellenze afferenti all’ambient-elettronica. Con gli esclusivi live set di Rapoon, Philippe Petit, Enrico Coniglio e Netherworld mettiamo la nostra firma sull’inverno milanese e chiudiamo in bellezza un’annata importante e per molti versi indimenticabile.»

PlungePlunge è un progetto culturale dedicato all’immersione profonda nell’esperienza dell’ascolto e dedicato a sonorità in particolari elettroniche, ambient e di ricerca. A farne parte sono Gabriele Berio, Matteo Meda e Michele Palozzo.

 


 

San Fedele Musica

«Cinque date significative del 2016 all’Auditorium San Fedele, con live performance di artisti internazionali che hanno comprovato la tangibilità del progetto INNER_SPACES, ormai punto di riferimento, a Milano, nel panorama della musica elettronica sperimentale. Gli artisti menzionati, molto diversi tra di loro per sensibilità e immaginario estetico, hanno realizzato delle performance tenendo conto del cuore del progetto, la proposta di itinerari musicali al cui centro c’è l’esperienza immersiva di ascolto, senza effetti scenici, in uno spazio sonoro unico in Italia, caratterizzato dalla presenza dell’Acusmonium Sator, un’orchestra con oltre 50 altoparlanti. Molto positiva anche la loro capacità di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e attento di giovani e appassionati di musica elettronica e arte audio-visuale.»

Foto @ Riccardo Trudi Diotallevi Photography www.facebook.com/trudiphotographyFondato nel 2010 dal sacerdote gesuita Antonio Pileggi, il settore musicale della Fondazione Culturale San Fedele si occupa in particolare di musica elettronica e di ricerca, instaurando importanti collaborazioni anche sul territorio, come per la rassegna Inner_Spaces.

 


 

Sangue Disken / Barnaba Ponchielli

«La scoperta di aver scelto la band giusta senza averla mai ascoltata dal vivo ma solo seguendo le proprie intuizioni è sempre la miglior soddisfazione e quest’anno è successo di nuovo (anche se la cumbia trash di Rolando Bruno già la conoscevo live), senza fare distinzione tra musicisti stranieri o nostrani, sia da Gattò che da Upcycle Sounday: la professionalità, la passione, l’impegno e l’umanità sono le caratteristiche dei musicisti che chiamo. Scoprire il talento di realtà come Jenny Penny Full, grazie al suggerimento di un amico, o Mésa, che si era semplicemente proposta perché era in città, attraverso le loro esibizioni live è sempre una delle soddisfazioni più grandi. Non sarebbe giusto nei confronti degli altri che hanno suonato sia da Gattò che da Upcycle citarne solo cinque, oltre che essere limitante: chi è passato ai concerti quest’anno ve lo potrà testimoniare, sono molti di più. Non posso non citare a memoria e in ordine sparso la magica Melaena Cadiz (USA) o i Clint Westwood (USA), giovane quintetto country and folk californiano davvero sorprendente, da Gattò, o l’istrionico Christopher The Conquered (tra Elton John, Ben Fold Five e Rufus Wainwright), il banjo psichedelico di Tall Tall Trees (USA) o la dolcezza e poesia di Robin Bacior (USA) da Upcycle: tutte ottime scoperte, sia musicali che umane. Ed è sempre un piacere riavere sia da una parte che dall’altra persone e professionisti del cuore come Cabeki, Brace, Phill Reynolds o The Blues Against Youth, sempre lieti pure loro di passare a suonare a Milano dalle nostre parti. E ne mancano ancora altri da citare…»

barnaba-ponchielliMilanese, classe 1973, Barnaba Ponchielli pubblica dischi di giovani promesse e organizza concerti sotto il nome di Sangue Disken. Dal 2012 porta ogni lunedì live gratuiti al Gattò e dal 2015 gli Upcycle Soundays la domenica all’Upcycle Milano Bike Café.

 


 

Santeria Social Club / Teo Segale

«Stilare un bilancio delle propria prima stagione è un’attività viziata al 99% dall’entusiasmo e all’1% dalla frustrazione di avere 5 e non 50 cose da poter ricordare. Mi si spezza il cuore non poter segnalare là sopra, in grosso, Ongapalooza, o il set di tributo a J Dilla dei Loop Therapy, o ancora Jerusalem In My Heart, Caterina Palazzi e i Sudoku Killer, Piano City, Boiler Room, l’incontro emozionantissimo con Peter Saville. Per evitare di incollare il calendario di un’annata intera è meglio fermarsi qui. La soddisfazione più grande è quella di essere riusciti a unire festa e ricerca, di aver offerto uno spazio importante e professionale a situazioni solitamente confinate, nel bene e nel male, altrove. E di esserci sostanzialmente divertiti molto nel farlo.»

Teo-SegaleMilanese, classe 1977, Teo Segale ha lavorato per anni nell’agenzia di promozione musicale SpinGo!. Suona roba ipnotica e pesante con i Liquido di Morte, e la fa suonare anche agli altri per SoloMacello. Insieme a Filippo Cecconi e Diego Montinaro, è direttore artistico di Santeria Social Club e Santeria Paladini 8.

 


 

Sherpa Live

«La stagione 2016 Sherpa Live è quella in cui abbiamo iniziato a raccogliere il seminato degli anni precedenti. Il 2015 si era chiuso con il concerto di Calcutta e con questa piccola grande eredità abbiamo continuato a costruire mattone su mattone la nostra identità, rafforzando lo status di “talent scout” in relazione al panorama emergente nazionale e internazionale. La riprova è arrivata principalmente nella seconda parte di stagione, che ha visto confermare alcune previsioni su band “coltivate” da un po’ (Ex-Otago, His Clancyness, Nothing, Angel Olsen, ecc…) e una posizione sempre più rilevante sul mercato delle novità. Parlando dei concerti, per noi quello dell’anno, sia in termini di risposta del pubblico sia per le dinamiche con cui è nata, è stato quello degli Ex-Otago. Data chiusa a maggio, quando in pochi ancora credevano che il progetto potesse avere una crescita di quel tipo: un concerto fondamentale nel nostro percorso perché ha portato la consapevolezza definitiva circa le nostre competenze e la capacità di riconoscere le potenzialità delle band. Prima di questa data c’è stata un’altra tappa fondamentale per la stagione, Nothing e Fear Of Men all’Ohibò (band internazionali che avevamo già ospitato in passato), in quella che crediamo sia stata una domenica molto apprezzata dagli appassionati di indie a Milano. E poi altre due serate importanti, ognuna per un motivo diverso. Quella con Giovanni Truppi, propostaci da Via Audio e su cui abbiamo lavorato con tutti i mezzi, riuscendo a “imballare” l’Ohibò e continuando a consolidare importanti sinergie con altre agenzie in città. La seconda data che ricordiamo con gran felicità è quella con i Bachi Da Pietra, dove tutto ha funzionato a perfezione: live stupendo, band in apertura perfette, risposta del pubblico oltre le aspettative. Fieri di essere stati protagonisti di un evento di questo tipo in cui una proposta musicale di “nicchia” ha totalmente vinto e lo ha fatto sicuramente grazie a un lavoro sull’evento ad hoc che è risultato molto efficace. Aver portato a casa dei buonissimi risultati non ci bastava, avevamo un piccolo sogno da realizzare prima di fine anno. E siamo riusciti a realizzarlo al Serraglio quando sul palco si è presentato Alberto Ferrari dei Verdena. Per noi è stato un regalo assoluto. Come detto a molti, per quest’anno è stato il nostro Natale. Oltre all’orgoglio e l’estasi totale per la serata, ottimamente riuscita, è stato per noi anche il compimento di un percorso iniziato con l’esperienza accumulata con 99, il format di secret concert fondato l’anno scorso e che ci ha permesso di pensare ai concerti con forme e modalità diverse da quelle a cui eravamo abituati. In questo caso lo storytelling di Alberto accompagnato da Niccolò Vecchia ci ha regalato una serata decisamente magica e da veri appassionati.»

Sherpa Live è il brand di produzione eventi di Costello’s nato nel 2014, come naturale conseguenza al percorso iniziato da Il Cielo Sotto Milano, rassegna milanese itinerante. Da sempre orientata alle novità, oggi Sherpa Live è portata avanti da Simone Castello e Matteo Agostino.

 


 

Standards / Nicola Ratti

«Le motivazioni delle scelte che seguono sono ovviamente varie. Se dovessi trovare un aspetto comune che mi ha colpito direi sicuramente l’evidente personalità maturata nella ricerca di una dimensione performativa unica, in termini di modalità sia espressive sia pratiche. Alcuni, come Adam Asnan, Jake Meginsky e Dale Cornish (a cui è riferita in particolare la menzione relativa a Matinée Più), esprimendosi in ambiti ritmici molto contemporanei ma mai banali; mentre altri, come Lucrecia Dalt e Giovanni Lami, tracciando dei percorsi polverosi e oscuri ma con una delicatezza e misura uniche. Difficile fare una classifica in ordine di preferenza, ho optato quindi per quello cronologico, partendo dall’ultimo.»

nicola-rattiMilanese, classe 1978, Nicola Ratti è sound designer, musicista poliedrico attivo da anni nella scena elettronica sperimentale in Italia. Ha pubblicato per varie etichette e da settembre 2015, con Alberto Boccardi, si occupa anche di Standards.

 


 

S/V/N/ – Enrico Gilardi

«Nel 2016 abbiamo espresso forme di collaborazione molteplici, aspetto inevitabile allorquando non si è in grado di auto-assolvere ai propri bisogni. Per questo ringraziamo tutte le persone e le realtà coinvolte nelle attività di S/V/N/, e in particolar modo: il gruppo Sonido, Antonio Pileggi e lo staff del San Fedele, Manuela Benetton, Pierluigi Ledda e lo staff FAM – Festival Archivi Musicali, Otta e lo staff del Biko, staff Mash + Simone Bertuzzi, Manuela Barone e Silvia Tarassi. Anche quest’anno, il tentativo è stato quello di proseguire nella ricerca di attribuzione di un significato proprio ai contenuti curati: un’impresa piuttosto complessa, necessaria, soddisfacente quando trovi che il risultato – rispetto alle risorse di partenza – dia qualcosa all’opera d’arte e al contesto socio-culturale in cui viene presentata, nel presente e nel futuro. La città propone un maggior numero di cose interessanti, la città è più interessante/interessata? La città è più “viva”, lo sono i suoi interlocutori?
In relazione alla seguente selezione di eventi, nell’ambito di MASH la menzione è in particolare per il live di Rabih Beaini con Mazen Kerba e, rispetto alle due date di Inner_Spaces, per i set rispettivamente di Mats Lindström e R/S; aggiungiamo una menzione speciale per Communion e la collaborazione con Norient Sounds per la mostra “Seismographic Sounds” e Buka Mondo vol.2 come evento speciale.»

savanaS/V/N/ è una rassegna musicale e artistica di ricerca e intrattenimento che conduce nei nuovi suoni e nelle arti multimediali reinterpretando gli spazi urbani più suggestivi di Milano e della sua provincia. Nata nel 2012, oggi ne fanno parte Enrico Gilardi, Danilo Cardillo, Michele Lori e Nicola Giuliani.

 


 

TRoK!

«Un anno con meno concerti per noi e con meno concerti in giro per la città (allargata), il che non è mai un buon segno per nessuno. Tra spazi che chiudono e altri che faticano, però, c’è sempre un sacco di gente che si fa un mazzo tanto per compiacere il dio dell’acufene, e in fasi “di sopravvivenza” come questa queste forze tornano più facilmente a incrociarsi, nascono scambi di energie e di suoni, quelli che ci piace vedere sopra e sotto palchi, con un’indimenticabile serata a maggio, Sasso Batte Forbice (con particolare riferimento, nella seguente selezione di eventi, al live di Makhno), a spalleggiarsi tra tutti spingendo la solidarietà sino a Roma. C’è un deserto di opportunità che si allarga, ma ad arginarlo ci sono tanti soggetti che non si vedono, cui vengono regolarmente sbattute le porte in faccia, ma a cui noi per primi vorremmo fare un monumento, ed è un piacere incrociarli e incrociarsi. Dovremmo farlo più spesso. Il rinnovarsi di tante collaborazioni intorno a noi (e non solo) è un grido d’assalto e non di allarme, come dire che non siamo residuali, solo invecchiamo e ci riassestiamo. Tra i concerti scegliamo volentieri, come sempre, la gente che suona, bene e forte, con stile, gusto e personalità, seguendo traiettorie contorte tracciate in lunghe ricerche. Gente che, soprattutto, si diverte mentre suona – come gli Acid Mothers Temple & the Melting Paraiso U.F.O., a cui è riferita in particolare la menzione dell’Ooom Festival – il che ormai è roba rara.»

trokDa 12 anni TRoK! organizza concerti all’insegna di musiche che tirano un po’ più su la levetta del volume e dell’esplorazione. Gente che ama raccogliere, ma non riesce a smette di seminare. TRoK! è uno spettro itinerante, ma nasce e cresce tra le mura della Cascina Autogestita Torchiera. Oggi si muove tra spazi e contesti differenti, sempre con le maschere di Luca Ciffo (se non è in tour) e Filip J Cauz (se non è al bar).