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Teatro delle Esposizioni #7: i borsisti di Villa Medici raccontano Roma

Giovedì 30 giugno (ore 19:00) inaugura a Villa Medici la settima edizione del Teatro delle Espozioni: abbiamo chiesto ai borsisti che porteranno in mostra i propri di lavori di raccontarci la loro Roma.

Scritto da Nicola Gerundino il 27 giugno 2016
Aggiornato il 11 luglio 2016

Gli istituti di cultura e le accademie straniere di Roma abbiamo imparato a conoscerle e apprezzarle, a partire dagli edifici splendidi che le ospitano. Spesso, però, ci fermiamo là e lasciamo in un angolo più buio i borsisti che ogni anno abitano queste istituzioni e la loro produzione artistica. Un “errore”, perchè vedere una città, Roma, con gli occhi di una persona che viene da un’altra nazione dà sempre spunti interessanti e spesso dà valore a cose che agli abitanti di tutti i giorni appaiono normali, o che addirittura sono sconosciute. Qui di spunti ne avrete 11, uno per ogni ospite dell’Accademia di Francia che nella settima edizione del Teatro delle Esposizioni (inaugurazione il 30 giugno) porteranno altrettanti lavori, spaziando dalla composizione musicale alle arti visive e digitali. A ognuno di loro abbiamo chiesto di raccontarci un dettaglio significativo della Roma che hanno vissuto in questi mesi di residenza, per mostrare in che modo questa città sa essere ancora generatrice di ricerca artistica. Ogni borsista (ad eccezione di Adina Mocanu & Alexandra Sand) sarà presentato da un ritratto, pubblicato in esclusiva da Zero, realizzato dallo street artist Popay (l’intera galleria di ritratti sarà visitabile assieme alla mostra principale). In mostra saranno esposti anche i progetti delle borsiste Julie Cheminaud, filosofa delle arti, e Anne-Violaine Houcke, teorica del cinema. Si ringraziano per la collaborazione l’Accademia di Francia e NERO, che ha curato questa edizione del Teatro delle esposizioni). Tutte le immagini dei ritratti sono di Julien Weber.

_MG_8590Kenji Sakai
Trastevere En marchant sur une petite rue là-bas, j’entend les sons de la vie quotidienne dans des appartements réverbérés entre les murs de la rue étroite. Trastevere : camminando in una piccola strada laggiù, sento i suoni della vita quotidiana negli appartamenti che si irradiano tra i muri della via stretta.

Trastevere, vicolo del Leopardo.
Trastevere, vicolo del Leopardo.

 

 

Johan BrunelJohan Brunel
Le cloître du couvent de San Andrea delle Fratte, qui abrite une partie du Conservatoire de musique de Santa Cecilia, est un lieu qui m’inspire beaucoup. C’est une oasis de calme au milieu de l’axe touristique Piazza di Spagna – Fontana di Trevi. J’y suis entré par hasard lors de mon premier voyage à Rome, et le temps m’a semblé s’y arrêter. Dans un vacarme de notes et d’;accords provenant d’instruments divers se trouve un rocher couvert de mousses et de capillaires, qu’un jet d’eau crachotant arrose, et l’ensemble goutte dans un bassin où nagent des poissons rouges, ajoutant un bruissement d’eau au concerto aléatoire des étudiants qui semblent s’accorder à l’infini sans jamais y parvenir. Mon projet pour la Villa est né de la contemplation de cette fontaine, dans ce vacarme abstrait d’eau et de culture. Il chiostro del Convento di San Andrea delle Fratte, che accoglie una parte del conservatorio di musica di Santa Cecilia, è un luogo che m’ispira molto. È un’oasi di calma in mezzo all’asse turistico Piazza di Spagna – Fontana di Trevi. Ci sono entrato per caso durante il mio primo viaggio a Roma e mi è sembrato che lì il tempo si fosse fermato. In mezzo a un baccano di note e accordi che provengono da strumenti vari, si trova una roccia coperta di muschio e di felci e bagnata da uno zampillo d’acqua. L’insieme si riversa in una vasca dove nuotano pesci rossi, aggiungendo un fruscio di acqua al concerto aleatorio degli studenti. I diversi suoni sembrano accordarsi all’infinito senza però riuscirci. Il mio progetto per la Villa è nato dalla contemplazione di questa fontana, nel baccano astratto di acqua e di cultura.

Il chiostro di Sant'Andrea.
Il chiostro di Sant’Andrea.

 

Adina_Mocanu_Alexandra_Sand (1)Adina Mocanu & Alexandra Sand 
Our favorite place from Rome is the Nuovo Mercato Esquilino (ex. Piazza Vittorio) because it’s really vivid and makes a great contrast with the city. We work a lot on the streets, our studio is more outside, in the public space than inside, in the private one. So when we need a period of thinking and creating we need a place full of energy, of information, of different images and we found all these in this Mercato. It’s a new modernism that is transforming today our imaginary and we need to process images in relation with it. We believe that places like this offers us this kind of images, so that’s why we choose often to have a walk in the market and just think and rethink our works in relation with the real world, with the real people. Through this we break/exit the utopia as it is generally known and we discover a new utopia, in which the awareness of a universal presence in the present moment is the goal. Il nostro posto preferito a Roma è il Nuovo Mercato Esquilino (ex Piazza Vittorio) perché è molto animato e crea un grande contrasto con la città. Lavoriamo molto in strada, il nostro studio si trova più all’esterno, nello spazio pubblico, che all’interno, nello spazio privato. Quindi quando abbiamo bisogno di un periodo di riflessione e di creazione cerchiamo un posto pieno di energia, di informazioni, di immagini diverse. Abbiamo trovato tutto questo al Mercato. C’è una nuova forma di modernità che oggi trasforma il nostro immaginario e impone una lettura delle immagini che non può prescindere da esso. Crediamo che posti come il mercato offrano questo tipo di immagini, ed è per questo motivo che scegliamo spesso di andare là a fare una passeggiata, pensando e ripensando ai nostri lavori in relazione al mondo reale, alla gente vera. Attraverso tutto ciò ci allontaniamo dalla concezione classica dell’utopia per scoprirne una nuova, il cui obiettivo è la consapevolezza di una presenza universale nel presente.

Il mercato Esquilino.
Il mercato Esquilino.

 

Philippe PetitPhilippe Petit
Le décor choisi est la Villa Doria Pamphili. C’est le décor principal de mon film. Pour moi le plus beau parc de Rome. Un lieu qui présente des paysages et des atmosphères très différentes, chargés d’un fort potentiel cinématographique. Villa Doria Pamphili, è la scenografia principale del mio film. Secondo me è il parco più bello di Roma. Un luogo che presenta dei paesaggi e delle atmosfere molto diverse, che contengono un grande potenziale cinematografico.

Il giardino segreto di Villa Doria Pamphilj.
Il giardino segreto di Villa Doria Pamphilj.

 

Oscar Coop-phaneOscar Coop-phane
Alors, l’endroit, c’est un bistrot, le Caffe Olimpia, une terrasse ordinaire en face du cinéma le Nuovo Olimpia – le premier endroit à Rome où une serveuse m’a offert un expresso sans raison. Il mio posto è un bistrò, il Caffe Olimpia, un caffè all’aperto ordinario di fronte al cinema Nuovo Olimpia – il primo posto a Roma nel quale una cameriera mi ha offerto un espresso senza alcuna ragione.

Una dedica speciale al Caffè Olimpia.
Una dedica speciale al Caffè Olimpia.

 

Mathieu Kendrick di Lek&SowatLek&Sowat
Notre lieu préféré à Rome est Saint Louis des Français. Pas pour ses Caravages, qu il est très dur de savourer vu la foule qui s y presse, mais pour son incroyable collection de marbres. Disposés de manière symétriques, on pourrait croire à une suite de test de Rorschach, renvoyant chacun a ses propres projections. De tout ce que nous avons pus voir à Rome, ce sont ces marbres, ainsi que ceux de la galerie Borghese qui nous ont le plus sidéré tant ils sont proches des expérimentations plastiques que nous menons depuis Septembre dans notre atelier. Frédéric Malek di Lek&SowatIl nostro posto preferito a Roma è San Luigi dei Francesi. Non per i dipinti di Caravaggio, che sono difficili da apprezzare a causa della folla che vi si accalca davanti, ma per la sua incredibile collezione di marmi. Disposti in modo simmetrico, si potrebbe credere che siano una serie di test di Rorschach, in cui ciascuno di noi può ritrovare le proprie proiezioni. Di tutto ciò che abbiamo potuto vedere a Roma, sono questi marmi e quelli di galleria Borghese ad averci davvero sbalordito perché sono estremamente vicini alle sperimentazioni che da settembre conduciamo nel nostro atelier.

Un particolare dei marmi sulle colonne della chiesa di San Luigi dei Francesi.
Un particolare dei marmi sulle colonne della chiesa di San Luigi dei Francesi.

 

Laurent BazinLaurent Bazin
Palazzo Massimo – les jardins de Livie: cette salle peinte par les romains, représentant un jardin printanier plein de fruits et d oiseaux, me fascine. Je travaille sur des films en réalité virtuelle immersifs, et j ai été étonné de découvrir à travers cette oeuvre un ancêtre du désir contemporain d inclure totalement le spectateur dans une oeuvre. L image ici est partout, elle est comme un utérus lumineux pour celui qui la rencontre, on ne la regarde pas, on est dedans, et les romains ont su faire cela, bien avant la création des Nymphéas de Monet, ou l invention de l oculus rift. Palazzo Massimo – il giardino dipinto della Villa di Livia: questa sala dipinta dai romani che rappresenta un giardino primaverile pieno di frutta ed uccelli mi affascina. Lavoro su dei film immersivi in realtà virtuale e mi ha sorpreso scoprire attraverso questa sala un antenato del desiderio contemporaneo di includere totalmente lo spettatore nell’opera. L’immagine qui è dappertutto, è come un utero luminoso per chi la incontra, non si può guardare, si è dentro. I romani hanno saputo fare questo ben prima della creazione delle Ninfee di Monet o dell’invenzione dell’oculus rift.

Il giardino dipinto della villa di Livia.
Il giardino dipinto della villa di Livia.

 

Anne-Margot RamsteinAnne-Margot Ramstein
Il est difficile pour moi de choisir un lieu à Rome qui m ait particulièrement inspiré ou influencé tant les possibilités sont nombreuses. Je dirais cependant que la Centrale Montemartini a été une source riche de réflexions sur les relations entre antique et modernité. È difficile scegliere un posto a Roma che mi abbia particolarmente ispirato o influenzato talmente sono numerosi. Nonostante tutto, direi che la Centrale Montemartini è stata per me una ricca fonte di riflessione sui rapporti tra antichità e modernità.

La Centrale Montemartini.
La Centrale Montemartini.

 

Sébastien RouxSébastien Roux
La coupole de Sant’Ignazio di Loyola: Ce trompe-l’œil représentant une coupole a été peint par Andrea Pozzo, la réalisation d une vraie coupole se révélant impossible à l époque, par manque de financements. L’utilisation de l’artifice pour donner l’illusion du réel. Une des pièces musicales les plus intéressantes dans ce domaine reste à mon avis la série des Presque Rien de Luc Ferrari, qui utilise synthétiseurs analogiques et montage pour produire des paysages sonores “plus vrais que nature”. Ce qui m’a intéressé avec cette voûte, c’est le principe d anamorphose. A savoir, l’illusion ne fonctionne que depuis un seul point de vue. A la charge du visiteur de trouver l’endroit de la résolution. A Sant Ignazio, je me suis posé la question de ce que serait une anamorphose sonore. Des sons diffusés par des haut-parleurs dans un espace. Ils apparaissent disjoints les uns des autres (par le timbre, le rythme) ou “mal mixés” (certains sons prennent le dessus). Au fil de l’exploration, l’auditeur-visiteur découvre une zone où les sons s’unissent pour former une seule entité. Ces questionnements ont donné à une installation sonore qui sera présentée du 1er au 10 juillet au magnifique Donjon de Vez en Picardie. La cupola di Sant’Ignazio di Loyola: questo trompe-l’oeil che rappresenta una cupola è stato dipinto da Andrea Pozzo ed è stato fatto perché, per mancanza di finanziamenti, non era possibile realizzare una vera cupola. L’uso dell’artificio per creare l’illusione della realtà. Una delle scritture musicali più interessanti in questo campo è per me la serie dei Presque Rien (Quasi niente) di Luc Ferrari, che utilizza sintetizzatori analogici e montaggi per produrre dei paesaggi sonori “più reali della realtà”. Quello che mi ha interessato della cupola di Sant’Ignazio di Loyola è il principio dell’anamorfosi. Cioè, l’illusione funziona da un solo punto di vista. Spetta al visitatore trovare il punto di risoluzione. A Sant’Ignazio, mi sono interrogato su cosa potrebbe essere un’anamorfosi sonora. Dei suoni diffusi da altoparlanti in uno spazio. Che sembrano scollegati gli uni dagli altri (per timbro e ritmo) o “mixati male” (alcuni suoni dominano sugli altri). Durante l’esplorazione, l’ascoltatore-visitatore scopre una zona in cui i suoni si uniscono per formare una sola entità. Queste indagini hanno permesso di creare un’installazione sonora che sarà presentata dal 1 al 10 luglio nel magnifico Donjon de Vez in Picardia.

La cupola di Sant'Ignazio disegnata da Andrea Pozzo.
La cupola di Sant’Ignazio disegnata da Andrea Pozzo.

 

JacksonJackson
Mon lieu préféré à Rome c’est le Parnasse de la Villa Médicis en haut de la colline artificielle. Parcequ’on on y vois tout Rome sans être vu. Il mio posto preferito a Roma è il Parnaso di Villa Medici, in cima alla collina artificiale che domina il Bosco. Da lì si può vedere tutta Roma senza essere visti.

Il Parnaso di Villa Medici.
Il Parnaso di Villa Medici.

 

 

FantazioFantazio
Les avenues autour de la station Tiburtina, les angles de rues des quartiers loin du centre qui sont un mélange de Madrid, Buenos Aires et de tendres mondes ensevelis, la maison de Dark Vador le cousin de la famille di Urla’vento, sorelle del proprietario dell”ultra convento con il Papa Francesco 22, à l’entrée de Copédé. Le strade attorno alla stazione Tiburtina, gli angoli delle vie dei quartieri lontani dal centro che sono un miscuglio tra Madrid, Buenos Aires e teneri mondi seppelliti, la casa di Dark Vador il cugino della famiglia di Urla’vento sorelle del proprietario dell’ultra convento con il Papa Francesco 22, all’ingresso di Coppedè.

La Stazione Tiburtina vista da Maps.
La Stazione Tiburtina vista da Maps.

 

Un’ultima immagine dedicata a Popay, l’autore dei ritratti.
Popay