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Zero al Pigneto Film Festival

Diario di bordo della rassegna cinematografica romana più di quartiere che ci sia

quartiere Pigneto

Scritto da Ida Bisogno il 19 settembre 2022
Aggiornato il 26 settembre 2022

Foto di Michele Maggi, Cristiano Dello Iacono e Pierluigi Di Florio

Solitamente i festival di cinema hanno una città ospitante da cui prendono il nome e che viene utilizzata come vetrina per ospiti e produttori. Il Pigneto Film Festival invece va esattamente in direzione opposta: non solo si tratta di un rassegna che parla della città e non semplicemente si svolge in città, ma restringe il suo campo d’azione a un singolo quartiere, per raccontarne strade e persone e catturarne il fermento creativo che normalmente lo pervade. Così per questa edizione 2022 del festival – e in parallelo al focus Hyperlocal che ZERO sta facendo proprio sui quartieri di Roma – abbiamo deciso di seguire il PFF giorno per giorno, affidando anche per quest’anno alla penna di Ida Bisogno un diario quotidiano.

 

SABATO 24

La mattina dell’ultimo giorno del Pigneto Film Festival si apre a Largo Venue con le proiezioni dedicate ai piccoli cineasti, Corti Pischelli. I bambini sono così incantati da una proiezione dopo l’altra di cortometraggi provenienti da tutto il mondo: “The 7 kids” di Marina Karpova, “Hansel e Gretel” di Shaun Clark, “Sprite Fright” di Blender Animation Studios, “Fetch” di Sam Gill e “Footsteps on the wind” di Maya. Nel frattempo, la giuria si riunisce per valutare i
prodotti audiovisivi consegnati dalle cinque squadre. Mentre fervono i preparativi, dalle ore 18:00 il Cinema Avorio inizia a scaldarsi con la seconda parte della sezione di TheWinnerIs, dedicata ai corti vincitori di altri festival da: “Amygdala” di Maria Hatzakou (Sicilia Queer FilmFest), “Doha” di Farzad Samsani (Festival del Cinema Africano), “Notte romana” di Valerio Ferrara (AdriatiFilmFestival), “CAFka” del Team Poi Ci Pensiamo (48h Film Festival), “Like The Ones I used to Know” di Annie St-Pierre (La Guarimba), infine “Chiacchiere da ascensore” di Gabriele Angrisani e “L’Elefante nella stanza” di Giovanni Palomba (MAC Fest La 48h).

La Première si apre con il contributo realizzato dall’agenzia MoodMama, un video emozionante che racconta e documenta i dietro le quinte di questa settimana di festival. Dagli incontri d’autore, le riprese e il girovagare delle crew impegnate nel contest, i tramonti sui tetti dei palazzi carichi di murales, momenti di festa e momenti di occhi lucidi dall’emozione: un video documentario che grazie alla raccolta delle immagini testimonia l’impatto che un festival può produrre in un quartiere- città come il Pigneto, coinvolgendo non solo i suoi partecipanti ma un’intera comunità. Giulia Lupi e Andrea Lanfredi salgono dunque sul palco, ricapitolando i premi, ringraziando i partner e dedicando la Miglior Performance a Federico Palmieri. Il momento tanto atteso è arrivato, i cinque prodotti inediti e i titoli sono finalmente proiettati sul grande schermo: Crew Dulceri con “Maledetta Primavera”, Crew Fanfulla con “Panacea”, Crew Prenestina con “Direzioni opposte”, Crew Casilina con “Holy Box” e la Crew Fortebraccio con “Tsunami”. Anche i premi sono pronti, selezionati fra le opere degli artisti che nel corso della settimana hanno esposto nel FuoriFestival. La Giuria di questa edizione è composta dall’attore Pier Giorgio Bellocchio, l’attrice Rosa Diletta Rossi, lo sceneggiatore Giordano Meacci, la giornalista, docente e consigliera Valentina Grippo, lo sceneggiatore e regista Tiziano Russo, il regista, attore e sceneggiatore Edoardo Natoli, il compositore Santi Pulvirenti e la direttrice artistica di Alice nella Città Fabia Bettini.

Il Premio del Pubblico James Irish Wiskey viene consegnato a “Tsunami” di Leo Ćernic. Il Premio per la Miglior Colonna Sonora lo vince la band Marte, che ha lavorato con la Crew Casilina per “Holy Box”. Il Premio Federico Palmieri per la Miglior Performance fattoriale va a Sibilla Scingi Roger della Crew Prenestina, attrice protagonista di “Direzioni opposte”; la giuria assegna alla Crew Fanfulla la Menzione Speciale 2022 per la Fotografia. Infine, il Premio Miglior Corto 2022 va a “Tsunami” di Leo Ćernic (Crew Fortebraccio) perché, come spiega la giuria, riesce a fondere il tema della cura con la visione dei luoghi raccontati con leggerezza e disincanto. A ringraziare gli spettatori, le Crew e lo staff è il direttore e fondatore Simone Vesco, ricordando che il tema la cura, è stato scelto in nome dell’amore per l’arte e dell’arte per l’amare, primo obiettivo di un festival che prima di tutto vuole prendersi cura dei registi e delle loro squadre, offrendo ospitalità e rispetto a giovani del mondo audiovisivo. La serata e la quinta edizione del Pigneto Film Festival si concludono così con il party finale a Largo Venue. Il Festival del quartiere triangolare vi saluta, ma ha già il cuore rivolto verso la prossima edizione, pronto a tornare.

VENERDÌ 23

La proiezione si avvicina! Allo scoccare della mezzanotte le squadre hanno consegnato i cortometraggi e ora è tutto nelle mani della giuria. Nel frattempo prosegue lo Street Art Tour fra le strade del Pigneto in collaborazione con Muri Lab. A Largo Venue si tiene l’ultimo degli Incontri d’Autore in collaborazione con la libreria indipendente Risma e Fandango Libri con “Non ci lasceremo mai” di Federica Tuzi. Senza filtri e diretto, il libro offre il racconto di un viaggio, non solo fisico ma intimo, riflettendo sulla scoperta di se stessi e del mondo esterno, della crescita attraverso il confronto: «Stanca di rispondere alla domanda “sei maschio o femmina?” che la perseguita da quando è una bambina, Alessandra decide di cambiare sesso e muove i suoi primi incertissimi passi nel mondo dei trans e degli ormoni. Ma a farle cambiare idea arriva Irene, una sedicenne “open minded” grazie alla quale capisce che non desidera affatto diventare un uomo. In testa ha un solo modello: Japhy, l’eroe de’ vagabondi del dharma”. E quando i genitori di Irene impediscono alle due ragazze di continuare la loro storia, Alessandra non trova altra soluzione che andarsene. In un lungo viaggio on the road negli Stati Uniti conoscerà donne e uomini che le indicheranno la strada, stili di vita a dir poco alternativi, il deserto, il peyote e alla fine anche se stessa».

Al Cinema Avorio vengono proiettati i corti della sezione TheWinnerIs. A introdurre le proiezioni dei corti vincitori di festival internazionali sono gli stessi registi presenti in sala. In ordine di scaletta si susseguono così: “Partir un jour” di Amélie Bonnin Clemot, vincitore del Ferrant Film Festival, “The criminals” di Serhat Karaasian dal festival Passaggi d’autore, “Let there be colour” di Ado Hasanovic dal Lovers Film Festival, “La Banyera” di Sergi Martin dal Visione Corte Film Festival, “Where the leaves fall” di Xin Alessandro Zhen dall’Umbria Film Fest, “Paper God” di Daniela Mahmoudnia dal Visioni Verticali, “Dorothy non deve morire” di Andrea Simonetti dall’Asti Film Festival, e infine “Sussurros del hormigon” di Matias Rojas dal Lago Film Festival.

GIOVEDÌ 22

Ultime riprese mentre si corre verso il montaggio mentre le ore a disposizione delle crew stanno per terminare. Nel pomeriggio, uno street art tour con MuriLab guida gli appassionati o semplicemente i curiosi alla scoperta del Pigneto e delle sue opere a cielo aperto. In serata a Largo Venue, l’aperitivo Hotcorn con Denise Capezza: da “Gomorra” a “Bang Bang Baby” e “Crimes of The Future”, l’attrice racconta il suo esordio e i prossimi progetti che la vedranno protagonista. Intanto, alla Bottiglieria Pigneto, in collaborazione con Jameson Irish Whiskey, si tiene la presentazione ufficiale di “La guida al quartiere”, un incrocio fra un manuale di sopravvivenza e una dedica d’amore al Pigneto, una raccolta di esperienze e racconti che aiutano ad orientarsi nella complessità del quartiere triangolare. Come infatti afferma Andrea Lanfredi nella prefazione che apre la guida, i sentimenti verso il Pigneto oscillano fra il ” Non ci tornerò mai più!” al ”Non ti lascerò mai!”.

Più tardi al Cinema Avorio, la serata è dedicata alla proiezione delle anteprime, introdotte dai registi e attori presenti in sala. “Zabut” di Giuseppe Schillaci, una riflessione sulla fertilità e la donna ispirata dalla una terra, la Sicilia, protagonista di immagini suggestive soprattutto nell’antico quartiere di Zabut. A seguire “Pellicole d’Avorio” dell’Accademia AANT: si parla di cinema, di cambiamento e di vita, e racconta la travagliata storia dell’antica sala cinematografica Avorio, costellata da picchi di grande splendore e altri di profonda difficoltà. Sorto nel 1921, l’Avorio è il primo cinema costruito nel famoso quartiere romano del Pigneto. Viene distrutto nel bombardamento di San Lorenzo e poi ricostruito. Diventa rinomato cinema d’essai, ma durante i difficili anni delle crisi sociali e politiche attraversate dal nostro Paese perde la magia: prima diventa sala da film di serie C a basso costo, successivamente cinema a luci rosse. Poi, dopo anni di costante e inesorabile declino, la famiglia artefice della sua ricostruzione e del suo passato splendore riprende in mano le redini con passione e amore, cominciando così una nuova avventura all’insegna della bellezza. La successiva anteprima, “Cinema Aurora” di Vincenzo De Caro, è un progetto peculiare, unico, nato dalla collaborazione con Xiaomi Studios: il cortometraggio è girata infatti esclusivamente con l’ultima famiglia di smartphone Xiaomi con dei risultati sorprendenti e unici.

“2020” è il primo cortometraggio dietro la camera da presa dell’attrice internazionale Heléna Antonio: «Erano diversi mesi che volevo fare un film dietro la camera da presa. Avevo scritto due sceneggiature, ma “2020” é arrivato in modo inaspettato. É nato da un’urgenza di comunicare, dopo un anno difficile, in cui siamo stati travolti dalla pandemia. Un desiderio forte di portare un messaggio positivo e di speranza al maggior numero di persone. Il 2020 é l’anno delle distanze, della solitudine, ma é anche l’anno in cui é nata mia figlia. Ho iniziato a guardare il mondo con occhi nuovi, attraverso i suoi». Infine, l’anteprima nazionale de “Il sorriso di Cassandra” di Giovanni Greco in collaborazione con L’Accademia Nazionale di arte Drammatica Silvio D’Amico. Il video-documentario è in onore di Pier Paolo Pasolini, al suo sguardo profetico così simile a quello di Cassandra, condannata ad avere visioni sul futuro senza che qualcuno le creda. Il corto ripercorre i luoghi salienti fondamentali nella vita e nella memoria pasoliniana: da Roma (Idroscalo, Facoltà di Architettura a Valle Giulia, Ristorante Al biondo Tevere, Bar Necci, Cimitero Acattolico di Testaccio, Donna Olimpia, via Tagliere), fino ai portici di Bologna e al cimitero di Casarsa della Delizia, in Friuli, dove il poeta è sepolto accanto alla madre.

 

MERCOLEDÌ 21

A Largo Venue si tiene l’Incontro d’Autore con Anita Dadà e il suo libro “Miss Stress” pubblicato da Fandango Libri e moderato da Giulia Strippoli. Dadà offre un romanzo sorprendente, che senza paura affronta e approfondisce il mondo BDSM (Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo). Il fetish rappresenta quasi una forma d’arte nella vita della protagonista Viola in cui le inibizioni e i giudizi non trovano spazio, una ricerca consensuale e collaborativa verso il piacere, una parentesi lontana dagli occhi indiscreti della società dove poter esprimere desideri. Un racconto in quattordici capitoli di esperienze con ogni tipologia di uomo e fetish, le cui fila sono tenute da una dominatrice tanto severa con i suoi clienti, quanto ironica, spregiudicata e fiera nell’amare se stessa.

Intanto, le cinque crew corrono contro il tempo per completare le riprese e il montaggio del proprio cortometraggio. Passeggiando per le strade del Pigneto è possibile imbattersi in file indiane di ragazzi con le spalle cariche di zaini, cavalletti, videocamere, costumi e oggetti di scena così curiosi (no spoiler!) da chiedersi come saranno inseriti nella storia di ognuno. Proseguono anche le proiezioni del festival al Cinema Aquila della sezione #GREENZONE: “Fishermen affected by Plastic Pollution” in collaborazione con Greenpeace, “Operation Moonbird” di Dustin Lose introdotto in sala dai rappresentanti di Sea-Watch Italia, “What Has Left Since We Left” di Giulio Squillacciotti e infine il lungometraggio vincitore del premio Lux 2022 “Quo vadis, Aida?” di Jasmila Zbanic.

 

MARTEDÌ 20

Terzo giorno di festival, qualche goccia di pioggia rinfresca le strade del Pigneto mentre le riprese continuano. Le crew ripassano i copioni e si confrontano. A Largo Venue si tiene il primo appuntamento degli Incontri d’Autore dove, in collaborazione con la libreria indipendente Risma e Fandango Libri, viene presentato “Strana carne” di Roberta Torre. Il libro rappresenta l’esordio letterario della regista e sceneggiatrice milanese, un romanzo ricco di personaggi vividi e di atmosfere pulp, che come la moderatrice Giulia Strippoli evidenzia sembra rievocare quasi il testo della canzone Hotel California: «La protagonista Lavinia è annoiata della vita da ragazza di buona famiglia e soprattutto di sua madre. Così, quando il Mandriano si siede al volante, accetta l’avventura senza opporre resistenza. In fuga da chi segue le loro tracce, i due troveranno rifugio a Pensione Pineta, un ricovero nascosto nei boschi, diventato riparo di una popolazione di anziani transfughi, ballerini di tango, assassini per amore, ex cacciatori, nobilastri locali in un circo che si rinnova ogni giorno di piccole vanità». L’autrice lo definisce come un romanzo di formazione, il viaggio di una giovane ragazza che decide di sceglie la propria strada.

Tornano sempre a Largo Venue anche gli attesi aperitivi a tema cinema in compagnia di Hot Corn, oggi con il giornalista Andrea Morandi e l’attrice Silvia D’Amico. Un momento di confronto sul cinema italiano e sui progetti più recenti dell’attrice, fra cui il film “Acqua e anice”, selezionato come evento speciale a Venezia e interpretato al fianco di Stefania Sandrelli. A seguire il format Fight Corn, un duello a colpi di cinema dedicato a Ugo Tognazzi con cinque ospiti speciali: Francesco Patanè, Rosa Diletta Rossi, Enrico Borello, Antonio Bannò e Gabriel Montesi.

Intanto, al Nuovo Cinema Aquila viene stato proiettato il documentario “Be my Voice” di Nahid Persson, in collaborazione con Amnesty Italia e Amleta. La regista ha scelto di raccontare da vicino la storia della giornalista e attivista Masih Alinejad, che da anni esorta le donne iraniane a ribellarsi contro l’hijab forzato attraverso una ribellione sui social media, divenendo uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi. Il documentario colpisce non solo per le numerosissime testimonianze video inviate da donne iraniane, ma soprattutto per la forza frenetica di Masih, che seppure costretta a lasciare il proprio paese non ha abbandonato le sue connazionali e le lotte comuni, sfruttando la propria risonanza per raccontare le loro storie e incitandole a non lasciare che la propria voce cada nel silenzio.

 

LUNEDÌ 19 SETTEMBRE

Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato! Passeggiando per le strade del Pigneto è possibile incontrare le cinque squadre all’opera e con i cavalletti sotto braccio. Dal momento della rivelazione del tema “La cura” i membri delle crew si sono confrontati su quale ispirazione seguire e soprattutto come raccontarla attraverso la sceneggiatura. Mentre i registi sono impegnati nel dirigere le riprese e i propri team, proseguono le esposizioni dedicate al mondo dell’arte incluse nel programma del Pigneto Film Festival. La Nero Gallery, ospita “Rolling”, mostra personale di Stella Tasca dedicata ai film più celebri della storia del cinema: attraverso un mix di colori fluo i disegni e le opere scultoree dell’artista offrono sotto una luce pop personaggi celebri del cinema, da Dracula fino ai Tenenmbaum.

Intanto, allo storico bar Necci è possibile trovare street art e fotografia. Alle ore 18:00 è stato infatti rivelato il nuovo murales di Marco Réa, commissionato da Necci e realizzato di fronte al locale in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Il volto femminile protagonista dell’opera è infatti un richiamo a un’artista di grande ispirazione per lo stesso Pasolini, Maria Callas. Infine, è stata inaugurata la suggestiva mostra fotografica “Finding Réa” di Matteo Casilli, sempre all’interno di Necci ma nell’area dell’Ipogeo: uno spazio espositivo fuori dal tempo. Gli scatti in bianco e nero offrono una panoramica dei lavori di street art di Réa, a partire dal suo studio fino alle pareti degli edifici del Pigneto.

 

DOMENICA 18 SETTEMBRE

3,2,1… Via! A Largo Venue cresce l’attesa per il kick-off. Sul palco salgono Andrea Lanfredi e Giulia Rupi e così inizia ufficialmente la quinta edizione del Pigneto Film Festival. Sono presenti i membri delle cinque crew, a cui la direzione artistica ha assegnato i nomi delle strade del quartiere triangolare. Ciascuna squadra è composta da: un/a regista internazionale, uno sceneggiatore (una novità introdotta quest’anno!), quattro attori selezionati attraverso casting online, tutor tecnici, una band che si occuperà della colonna sonora. Le crew Fanfulla (Anastasia Shikina), Dulceri (Heloise Wilson), Fortebraccio (Leo Černic), Prenestina (Joaquín Olaya Mesa) e Casilina (Valery Stoianova) si sfideranno a partire da oggi per vincere il Premio Miglior Corto 2022, il Premio Miglior Interpretazione e il Premio Miglior Colonna Sonora, oltre alle menzioni speciali del Premio del Pubblico.

Dopo settimane di attesa la madrina e il padrino di questa quinta edizione del festival, gli attori Giulia Bevilacqua e Andrea Sartoretti, hanno svelato il tema dei cortometraggi: “La cura”. Inoltre, nel corso della serata si è dato il via al “fuori festival”, attraverso le proiezioni presso il Cinema Aquila aperte da Greenpeace con il cortometraggio di Matteo Rovere “Microplastic Inside Make-Up” e in seguito da due lungometraggi selezionati e proposti da Mujeres nel cinema: “Piccolo corpo” di Laura Samani e “L’Arminuta” di Giuseppe Bonito. Ma le attività del festival non si fermano al cinema e proiezioni, sono protagoniste anche la videoarte e la sperimentazione grazie al Performance Body to Art Project di Monica Argentino, presentata nel teatro di performance d’arte Fortezza Est.