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Alma Söderberg e il suo club “pieno di anima” a Drodesera

Intervista alla coreografa e performer che quest'anno cura la sezione musicale del festival di Centrale Fies.

Scritto da Guendalina Piselli il 8 luglio 2019
Aggiornato il 16 luglio 2019

Foto di Alessandro Sala

Ha partecipato a Drodesera la prima volta come performer nel 2015 ed è poi tornata a Centrale Fies nel 2018 per altri tre momenti del festival. Ad un anno di distanza Alma Söderberg veste questa volta i panni della curatrice per Alma’s Club, la sezione dedicata agli aspetti performativi della musica. Chi sono i protagonisti di questa edizione? Quanto di Alma, delle sua passioni e del suo lavoro, c’è in questo programma? La coreografa e performer ci ha raccontato l’aspetto Ipernatural del suo club e il suo rapporto con il festival trentino giunto quest’anno alla sua trentanovesima edizione.

Qui il programma completo.

 

“Ipernatural” è il titolo dato a questa edizione e tema del festival. In che modo Alma’s Club e i suoi artisti ne faranno parte?

Filippo (co-curatore di Ipernatural) ha riflettuto molto su come restringere i confini tra generi e artisti differenti, rispettando però le sfumature e le peculiarità di ciascuna disciplina. In uno dei nostri incontri ha descritto l’idea di Ipernatural come una lente di ingrandimento puntata su ogni singolo lavoro e come, in questo modo, i dettagli siano diventati così specifici e allo stesso tempo così condivisibili con le altre discipline. Alma’s Club è parte di questo sistema, di questo processo di avvicinamento e poi di condivisione dei dettagli tra diversi progetti.

Puoi darci qualche anticipazione?

Quando mi è stato chiesto di portare al festival performers che facessero musica ho subito pensato a Sofia Jernberg: i suoi concerti da solista esplorano un ascolto ridotto attraverso i suoni creati con la bocca e la laringe, un prisma che conduce verso nuovi territori, attraverso l’autentico potenziale d’ascolto che teniamo nascosto. Ho pensato a Milkywhale, una band islandese formata dal ballerino Melkorka Sigridur Magnusdottir e dal producer Arni Rúnar Hlöðverssson per creare concerti esplosivamente pop che fanno letteralmente saltare il pubblico su e giù. Mi sono poi venuti in mente i Charismatic Megafauna, un collettivo formato da tre visual artists che, ispirate politicamente, si sono re-inventate regine del ritmo nell’ambito del DYI Gold. Ho scoperto Kate NV perché era indicata tra i dieci artisti dell’anno per WIRE Magazine e mi è piaciuta talmente tanto che non potevo non invitarla. Infine ho pensato a Tian Rotteveel, un compositore che si è trasformato in coreografo e che ora è diventato un fanatico dei synth analogici. Tian lascia che le onde sonore dei synth creino la loro performance in piena libertà: un’interferenza poliritmica, che né trattiene l’ascoltatore né lo lascia andare.

Quando e come è iniziato il tuo rapporto con Centrale Fies e Drodesera?

Sono arrivata la prima volta a Drodesera nel 2015 con la performance “Idioter” (Hendrik Willekens e Alma Söderberg). Si trattava di un concerto che combinava canto libero, beats rumorosi e disegno. Siamo poi tornati nel 2018 per due concerti con il collettivo John the Houseband e il duo ritmico Wowawiwa, e con la realizzazione del sound-design per la performance “Unforetold” di Sarah Vanhee. Tornare anche quest’anno è un vero piacere. È un terreno fertile dove il luogo, le persone che lavorano e gli artisti creano insieme esperienze indimenticabili.

Il programma musicale ha il tuo nome, Alma’s Club. Quanto la tua pratica di coreografa e performer ha influenzato la scelta degli artisti?

Gli artisti che ho deciso di invitare sono tutti molto differenti tra loro. Il programma spazia da dettagliatissimi lavori di sperimentazione elettronica al DYI pop per trasformarsi in un party pop sfacciato, privo di alcuna vergogna. Mi piace questo genere di musica, ma più di tutto mi piace l’atteggiamento di tutti questi musicisti. Nessuno di loro cerca di essere popolare, la loro dedizione viene prima di tutto. In ciascuno di loro c’è un aspetto che può essere rintracciato anche nella mia pratica. Il lavoro vocale di Sofia Jernberg è ad esempio un’ispirazione per me, ma anche l’ossessione ritmica dei Charismatic Megafauna e il progetto poliritmico di Tian Rotteveel hanno un legame con quello che faccio. Melkorka Sigridur ed io collaboriamo da molto tempo in John the Houseband e ho preso parte ai suoi progetti da dieci anni. Il nome “Alma’s Club” era un titolo provvisorio che non è più cambiato. Forse è una promessa destinata ad auto-realizzarsi in un club pieno di anima.