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Lorenzo de’ Grassi

"Un giorno, un noto panettiere di montagna, ospite a casa mia, portò una bottiglia che ribaltò la mia concezione di vino"

Scritto da Simone Muzza il 4 febbraio 2015
Aggiornato il 10 giugno 2019

Dal 21 al 23 febbraio al Palazzo del Ghiaccio di Milano andrà in scena Live Wine, Salone internazionale del vino artigianale con piccoli e grandi vignaioli italiani e europei. Ma che cos’è un vino artigianale? Dopo aver intervistato direttamente alcuni dei produttori coinvolti, oggi ne parliamo con Lorenzo de’ Grassi (Milano, 1966), organizzatore dell’evento insieme con Christine Cogez-­Marzani.

Ti sei sempre occupato di vini?

Sono un grafico, ho lavorato quasi trent’anni per il mondo dell’abbigliamento e lo faccio tutt’ora. Il vino è una mia passione ed capitato un po’ per caso che diventasse anche un’occupazione.

Quando ti sei appassionato al vino? E a quello artigianale: quando e perché?

Un giorno, un noto panettiere di montagna, ospite a casa mia, portò una bottiglia che ribaltò la mia concezione di vino. Mi tenni il vuoto e studiai attentamente la retro­etichetta finché non risalii a tutto il mondo del vino che adesso amo.

Puoi presentarci Live Wine? Chi siete, che aspettative avete?

Live Wine è la naturale evoluzione di quello che l’anno scorso fu “Vini di Vignaioli a MIlano” in Cascina Cuccagna ed è organizzata principalmente da Christine Cogez-­Marzani e me con l’aiuto di importanti collaboratori. La scorsa manifestazione ebbe molto successo, ma lo spazio si rivelò troppo piccolo per contenere tutte le persone che volevano entrare e così andremo in uno molto più grande, che è il Palazzo del Ghiaccio, dove parteciperanno molti più vignaioli, questa volta anche dall’estero. Lo scopo è duplice: cercare di promuovere i vini più genuini (passatemi il termine un po’ antiquato) sia a un pubblico di operatori sia alle persone che, non per colpa loro ma delle leggi, pensano che i vini che si trovano normalmente in giro siano fatti di sola uva fermentata e casomai qualche solfito.

Naturale, biologico, biodinamico, artigianale… Le definizioni sui vini si sprecano, e il consumatore è sempre più confuso. Tu come la vedi? Che cos’è un vino artigianale per te?

Un vino fatto di sola uva fermentata e casomai qualche solfito da una persona che lo segue direttamente in tutte le sue fasi dalla vigna alla bottiglia. Poi possiamo discutere su quelli fatti bene e quelli fatti meno bene.

Lorenzo de' Grassi con Alessandro Dettori, uno dei vignaioli di Live Wine Lorenzo con Alessandro Dettori, uno dei vignaioli di Live Wine

Ma un vino artigianale è migliore a prescindere da uno industriale? O è solo più sano? E poi, sei sicuro che zolfo e rame sono più sani per l’organismo?

Io non ne farei un discorso di salute. Il vino è un alimento alcolico e l’alcol non è sano, soprattutto superate certe quantità. Posso dirti però che quando cominci ad apprezzare questi vini, tutti gli altri, spesso anche quelli più blasonati, ti ricordano più un medicinale che un vino e fai veramente fatica a mandarli giù. E questa è un’esperienza molto diffusa.

La maggior parte dei vini sul mercato sono prodotti con diserbanti, concimi di sintesi, pesticidi, ingredienti di originale animale… Sei favorevole a una normativa che costringa i vignaioli a scrivere tutto quello che c’è nelle bottiglie e come viene ottenuto il vino?

Sono favorevole perché il vino è l’unico alimento che, per legge, non deve indicare gli ingredienti in etichetta. È una questione di rispetto nei confronti dei consumatori che hanno il diritto di essere informati su cosa ci sia nel loro vino. I tempi saranno biblici temo.

3 bottiglie che porteresti sulla Luna.

Sulla Luna forse nessuna, ma direi 3 vini di Lino Maga dell’azienda Barbacarlo nell’Oltrepò Pavese. Ogni annata, ogni bottiglia, è diversa e non mi stufano mai. Non sono dei vini complessi, ma hanno molta personalità e poi sono incredibilmente longevi. L’altro giorno ho bevuto uno splendido 1975 in stato di grazia.

Lino Maga dell'azienda Barbacarlo nell'Oltrepò Pavese

Cosa bevi a parte il vino?

Acqua.

Quali sono i tuoi bar preferiti di Milano?

Tutti quelli che hanno una discreta scelta di vini “naturali” (mantieni le virgolette oppure rischi una sanzione!) come il Vinoir, o La Cieca, ma anche le Cantine Isola e il Vinodromo

E i tuoi ristoranti?

Tutti quelli che hanno una discreta scelta di vini “naturali” (sono un po’ fissato): Rovello 18, Ratanà, Pastamadre, Aromando, solo per citarne alcuni.

Lorenzo Con Emidio Pepe in una foto di Dan Lerner Lorenzo Con Emidio Pepe, un altro dei vignaioli di Live Wine, in una foto di Dan Lerner

Cosa significa per te bere responsabilmente? Bevi tutti i giorni?

Sì quasi tutti giorni a tavola bevo vino. I quantitativi variano tra un bicchiere a mezza bottiglia, con le dovute eccezioni.

E se ti è capitato di non bere responsabilmente, qual è il rimedio per una sbronza?

In questi casi la medicina chimica può fare miracoli.