Con Marco ed Erica si rischia sempre di essere melensi. Non è certo colpa loro, ma hanno una storia che sembra perfetta per quelle trasmissioni che piacciono tanto alle casalinghe di Voghera. È una storia d’amore tra due giovanissimi che annientano la distanza che li separa aprendo insieme una pizzeria e, infine, sposandosi. Roba da “La vita in diretta”. Eppure no, non è così. Perché dentro c’è quel condimento che non t’aspetti e, soprattutto, una lunga lievitazione. Insomma, l’amore non è una favola già scritta, ma la loro pizza è una favola sì. Da PizzArtist c’è quella “classica” al taglio romana e non la sbagli mai, ora anche all’aperto nella nuova filiale al Dopolavoro Ferroviario di via Serlio (dietro al Locomotiv e Arena Puccini) dove spiccano bellissimi i murali delle To/LET. Per capire meglio come siano diventati due big della “striscetta” abbiamo fatto due chiacchiere.
AGGIORNAMENTO: il marchio Pizzartist è stato venduto con la sede del DLF, ma la pizzeria di Marco ed Erica in via Marsala è rimasta, è sempre la stessa e si chiama Certo. C’è anche un’altra novità: Bollore, nel Mercato Albani in Bolognina, ovvero una vermoutheria e sugheria.
Iniziamo dalle presentazioni: data e luogo di nascita.
Marco Guerci: 17.03.91, Roma
Erica Facchini: 19.11.90, Modena
Come vi siete conosciuti?
Grazie allo sport. Abbiamo entrambi fatto triathlon ad alti livelli per tanti anni. In realtà, grazie alle gare, ci conosciamo da quando avevamo 13 anni. Poi, da più grandi, trasferte e raduni della nazionale ogni mese hanno fatto il resto!
Cosa facevate prima di PizzArtist?
Studiavamo entrambi. Marco Scienze Motorie a Roma, Erica Lingue qui a Bologna. Appena laureati ci siamo dati alla pizza.
Marco, quando hai deciso di cambiare città? E cosa ti manca di Roma?
Finita l’università è finita anche la mia voglia di fare il pendolare d’amore. Io e Erica stavamo insieme ormai da 3 anni e avevamo deciso di voler vivere insieme. Erica non voleva assolutamente venire a Roma ed io non volevo assolutamente andare a Modena. Bologna la conoscevamo entrambi, almeno superficialmente (lei ci studiava e io sono venuto spesso a trovarla), e ci piaceva molto, ci sembrava una città piena di stimoli e aperta, ma senza il lato eccessivamente caotico di una metropoli. Quindi abbiamo deciso per questa “via di mezzo”. E devo dire che mi ci trovo benissimo, anche se mi manca molto la “romanità” nella gente intorno a me.
Com’è nata l’idea di aprire una pizzeria? Perché la pizza al taglio?
Marco – Ancora una volta, è nato tutto dalle nostre passeggiate da innamorati. Sono stato abituato bene, il cibo è un po’ una mia fissazione, da sempre l’ambito mi ha attirato ed incuriosito. Quando venivo a trovare Erica, giravamo per Bologna ad assaggiare tutte le prelibatezze possibili ma, da bravo romano, mi sono reso conto che la MIA pizza qui non esisteva ancora! Parlo della pizza alla pala, che a Roma trovi ad ogni angolo e ad ogni ora del giorno e della notte. La pizza alla pala che a Roma è un’istituzione, perché il “Prennemose na striscetta de pizza” è praticamente diventato un intercalare. Scherzi a parte, così si è formato l’embrione dell’idea. Poi ho avuto sei mesi per convincere Erica e convincere me stesso e l’ultimo anno di università per imparare a fare la pizza.
A dicembre 2012 poi, nasce PizzArtist.
E perché si chiama Pizzartist?
Ti rispondiamo come rispondiamo a tutti i nostri clienti. Sul muro di PizzArtist c’è scritta solo una frase (non nostra) e ci piace vederla come la spiegazione del nostro nome: “Anche la più piccola cosa, se fatta con amore, diventa arte.”
Qual è il segreto della vostra pizza?
L’amore! Tra di noi e per la pizza!
Che tipo di ingredienti usate? Farine, pomodoro, ecc. E avete qualche fornitore di fiducia?
Quando abbiamo aperto, tre anni fa, abbiamo provato i prodotti di tantissimi fornitori e fatto le nostre valutazioni. Col tempo, poi, abbiamo definito i prodotti che ci servono e le caratteristiche che ricerchiamo e, una volta trovati gli ingredienti che ci soddisfavano, abbiamo sempre cercato di mantenerli, per quanto possibile, così. Quindi diciamo che ormai possiamo definire quasi tutti i nostri fornitori “di fiducia”.
La Farina è molto forte, adatta per lievitazioni lunghe.
Il pomodoro è 100% italiano, coltivato e lavorato in provincia di Parma.
Il fiordilatte ci arriva da un caseificio emiliano che lavora il latte di mucche di sua proprietà.
Bufala, Bufala affumicata e Ricotta di Bufala ci arrivano da un caseificio del Cilento, anch’esso con bufale di sua proprietà.
La verdura la scegliamo fresca tutti i giorni.
Potete presentarci qualche pizza “particolare”?
1. Pomodoro, melanzane al forno, stracciatella, basilico e peperoncino.
2. Pomodoro, pesto all’ortica e ricotta di bufala.
3. Fiordilatte, pancetta, porri e pepe nero.
4. Fiordilatte, fiori di zucca e alici. (Marco è pur sempre romano, i grandi classici non possono mancare!)
Qual è il cliente più fastidioso? E quello più simpatico?
I più simpatici e stimolanti sono quelli che ci coinvolgono. C’è chi ci chiede consigli sulla scelta, chi si fida ciecamente e lascia che siamo a noi a proporre il gusto, e chi, essendo un cliente abituale, ci dà consigli ed osservazioni. I più fastidiosi, invece, sono decisamente quelli che si innervosiscono per l’attesa quando c’è fila per ordinare e poi, quando arriva il loro turno, non sanno cosa scegliere e ci mettono il triplo degli altri!
Sembra che ci sia sempre una bella atmosfera allegra, merito sicuramente del personale. Ci parlate un po’ di loro? Come li scegliete?
In realtà siamo stati molto fortunati a trovare i ragazzi. La prima dipendente è stata Martina, la sorella di Erica, che ha accettato di darci una mano non appena il lavoro è diventato troppo per gestirlo solo in due. Poi sono arrivati Faruk e Hamza che ci sono stati mandata da una comunità che si occupa della tutela e, per quanto possibile, dell’inserimento lavorativo di minori non accompagnati. Sono venuti per 3 mesi per imparare e poi, visto che erano necessari e che ci siamo trovati bene, li abbiamo assunti.
A fine 2013 è arrivato Samuele, che era un cliente abituale con cui avevamo instaurato un bel rapporto e a cui, quasi per scherzo, abbiamo chiesto di venire a lavorare con noi. Incredibilmente, ha accettato! E da allora è diventato il nostro primo referente/sostituto.
Gli altri che si sono alternati, Gianfranco, Martìn, Patrizio, sono sempre clienti “speciali” (amici o conoscenti di Samuele. Essendo entrambi nuovi a Bologna, non conoscevamo praticamente nessuno quindi ci siamo fidati molto del giudizio di Samuele fin dall’inizio, sempre bene per fortuna) che poi sono passati dall’altra parte del bancone.
La cosa bella è che siamo riusciti a costruire una specie di famiglia a PizzArtist, prima che colleghi siamo tutti amici. Ridiamo, scherziamo, ci aiutiamo quando serve e, cosa incredibile, nonostante tutte le ore lavorative che passiamo a contatto, siamo sempre insieme, anche al di fuori del lavoro.
Avete un ricordo d’infanzia legato al cibo?
Marco – Indubbiamente la voglia di addentare la pizza bianca con la mortazza, che mi preparava “er pizzicarolo” ogni mattina, a ricreazione a suola.
Chi ti ha insegnato a fare la pizza? E l’imprenditore?
Quale imprenditore? Ancora non abbiamo capito di esserlo!
Per imparare a fare la pizza sono andato, durante il mio ultimo anno di università, in due pizzerie diverse a Roma. Andavo, osservavo, davo un mano e, intanto, imparavo. Poi pratica e perfezionamento sono arrivati direttamente a PizzArtist.
Vi piace cucinare anche altro, per te o per gli amici?
Marco – A me piace tanto! Mi piace già l’andare a fare spesa, scegliere i prodotti, studiare cosa esiste. Poi mi metto ai fornelli e invento. Mi piace molto sperimentare.
Erica va meno d’accordo con la cucina di casa quindi di solito ci penso io. Organizziamo anche un sacco di cene (tarde!) con gli amici, una o due a settimana non mancano mai! Poi abbiamo amici buongustai…
Potete parlarci del nuovo locale al Dopolavoro? Come sarà?
L’ambiente, lo spazio e il genere di clientela che prevediamo ci hanno spinto a proporre una formula diversa: ci sono sedie e tavolini in abbondanza e ci si può sedere tranquillamente. Tutto rigorosamente all’aperto. Non sarà come in via Marsala dove ognuno sceglie la sua striscietta e la paga a peso, ma ti porteremo proprio la pizza intera. E poi ci sono i fritti: supplì, baccalà, fiori di zucca (che a fine giugno arriveranno anche in via Marsala).
Detto questo, siamo sempre noi quindi le linee guida sono le nostre solite: semplice, spartano e buono!
Come vi trovate a Bologna? Che posti vi piacciono?
Erica – Marco sostiene che tutte le città sono “la città più bella del mondo” se sai cosa guardare e dove andare. A Bologna ci troviamo benissimo.
In quanto a locali che frequentiamo…
Fragòla e L’Orsa non possiamo non nominarli visto che ci salvano il pranzo quando la pizza proprio non ci va più. Galliera 49 per il gelatino pomeridiano, Miles o il chioschetto Sottobanco per aperitivi/cene; Aroma de Roma quando Marco ha troppa nostalgia di casa; Romanzo quando proprio abbiamo voglia di carne ma abbiamo poco tempo e 7 Tavoli o Casa Monica per le occasioni speciali.
Ci sono altre pizze a Bologna che vi piacciono?
Inspiegabilmente, di domenica (unico giorno di chiusura) Marco ha sempre voglia di pizza quindi le abbiamo provate quasi tutte… e, per fortuna, ci sono anche quelle che ci soddisfano!
È vero che vi sposate…?
…se fate uscire l’intervista dopo il 3 giugno saprete se davvero abbiamo detto “sì” entrambi! (l’hanno fatto – ndi)
…e che la torta sarà una pizza?
Marco – Erica non me lo perdonerebbe mai! Ma l’aperitivo sarà a base di pizza e fritti per davvero…di nostra produzione naturalmente!