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Marcolino

Pochi giorni fa Ultrasuoni Records ha compiuto 10 anni. Ci siamo fatti raccontare la sua storia da chi lo ha visto nascere, crescere e spostarsi dalla sua prima sede di Monti a quella attuale all'interno di Städlin: Marcolino.

Scritto da Nicola Gerundino il 5 maggio 2017
Aggiornato il 22 maggio 2017

Data di nascita

11 ottobre 1978 (46 anni)

Luogo di nascita

Roma

Luogo di residenza

Roma

Attività

Dj

Un bel vinile di elettronica – soprattutto in 4/4 – che circola libero e felice per Roma, spesso e volentieri deve il suo ingresso nell’Urbe a Ultrasuoni. Nato nel 2007, questo negozio di vinili ha contribuito a far riscoprire a un’intera città un suo quartiere, Monti, ed è stato la pietra angolare per la nascita di una delle realtà attualmente più interessanti per chi la musica la compra e la ascolta, su disco o in un club, sotto forma di dj set o di live: Städlin, dove lo store di Ultrasuoni fa letteralmente ingresso al resto del club, con cibo e cocktail che convivono con puntine e frequenze basse. Pochi giorno fa Ultrasuoni ha compiuto dieci anni e abbiamo deciso di festeggiarne il compleanno andando a intervistare chi questi 10 anni se li è vissuti tutti di fila: Marcolino.

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ZERO: Visto che questa intervista ruoterà tutta intorno ai dischi, direi di partire da una serie di primi ascolti e dal racconto che c’è dietro ognuno di essi. Iniziamo dal primo disco che hai comprato: ti ricordi dove e quando e che disco era?
Marcolino: Non ricordo esattamente quale sia stato, sicuramente si sarà trattato di un qualcosa di electro/pop, forse una compilation con artisti come Afrika Bambaataa e UB40. Ricordo benissimo il negozio però, Fantasy Music, nel mio quartiere. A quei tempi si aveva la fortuna di trovare almeno un paio di negozi di dischi in ogni quartiere della città.

Il primo che ti ha indirizzato verso il mondo dell’elettronica e del clubbing?
Questo proprio non riesco a ricordarlo, non ho un’ottima memoria…

Quando hai iniziato a comprare dischi seriamente e dove hai iniziato a fare questo tipo di acquisti?
Il primo negozio in assoluto è stato Remix, il mio primo grande amore, un buco stracolmo di dischi in via del Fiume 1/a. In un secondo momento anche Trax a Centocelle. Da Remix non c’erano postazioni per l’ascolto, come invece ci sono in tutti i negozi di adesso: entravi, sceglievi e te li facevano ascoltare dagli unici piatti che si trovavano vicino alla cassa. Parliamo degli anni 1993-1994.

Marcolino e Matéo durante i lavori della nuova sede di Ultrasuoni.
Marcolino e Matéo durante i lavori della nuova sede di Ultrasuoni.

Ti capitava anche di fare viaggi all’estero per comprare dischi?
Già dai miei primissimi viaggi all’estero – Amsterdam, Berlino, Francoforte – non sono mai mancate le tappe obbligatorie nei negozi, ma, onestamente, non mi sono mai mosso appositamente per questo.

Hai iniziato a comprare dischi per sentirli a casa o per suonarli? Chi è nato prima, l’ascoltatore o il dj?
All’inizio compravo semplicemente per ascolto, anche se devo dire che all’epoca il pop aveva una grande vibe. Poi, come detto, ho scoperto Remix, con la sua scelta di dischi dall’impronta più clubbing e ho iniziato a suonare tra cameretta e vari compleanni di amici. Non avendo ancora un mixer facevo degli “stacchetti” tra dischi e cassette, rigorosamente registrate da Radio Centro Suono.

La prima serata in cui hai suonato? Sei partito da subito suonando solo vinili?
La prima serata non ufficiale è stata durante un’occupazione a scuola. Sono sempre stato timido e bloccato – non sembra, lo so – per questo è da poco che ho iniziato a suonare di più. Riguardo al supporto, passiamo a un’altra domanda…

b2b estivo, tra Marcolino e Adiel.
b2b estivo, tra Marcolino e Adiel.

Ti ricordi cosa hai suonato quella prima sera?
Assolutamente no.

Quali sono stati i club che hai frequentato, quelli che ti hanno formato?
Frequento i club da quando ho 15 anni: ce ne sarebbero troppi da citare, ma quello che mi ha formato musicalmente è stato il Goa.

Tra i vari dj dei primi anni di clubbing ce n’era qualcuno (romano e non) che ti aveva particolarmente colpito, sia per la tecnica che per le scelta musicale?
Fra i dj house Marco Trani, RalfClaudio Coccoluto. Per quanto riguarda la techno Mauro Tannino, Leo Anibaldi, Lory D. Per altri generi, a mio avviso non identificabili ed etichettabili, la triade Leo Mas, Gemolotto, Fabrice, e Flavio Vecchi.

Quando e perché hai deciso di aprire Ultrasuoni? Qual è la storia di questo store?
Ultrasuoni Roma nasce dopo lo store, omonimo e gemello, di Torino. È partito tutto da un’idea mia e di Max Lsp. L’obiettivo iniziale era quello di aprire uno store Ultrasuoni a Ibiza, anni 2002-2003, poi però non se n’è più fatto niente. Da lì il cambio di rotta su Roma, nel 2007. Roma è la mia città e pensavo potesse essere un buon territorio su cui riuscire a muovermi.

Panni per vinili firmati Ultrasuoni.
Panni per vinili firmati Ultrasuoni.

Dieci anni fa, oltretutto, il mercato dei dischi (leggi vinili) non è che fosse in ripresa come oggi: è stata anche una scelta coraggiosa, quasi un azzardo….
Secondo me ripresa è una parola grossa, stanno più che altro facendo affari molti privati che vendono usato. Per quanto riguarda la scelta di aprire Ultrasuoni, la risposta sta nella domanda: un azzardo. 

Ti ricordi il primo disco che hai venduto?
Non ricordo i titoli, ma i primi dischi li ho venduti a Marco Passarani, che era presente all’inaugurazione del negozio.

La prima sede di Ultrasuoni è stata a Monti, come mai hai scelto proprio questo quartiere e che rapporto hai avuto con Monti negli anni che Ultrasuoni è stato lì?
All’epoca dell’apertura Monti non era il quartiere che conosciamo oggi e credo che proprio negozi come Contesta Rock Hair, Misty Beethoven, il negozio di Bibbi, la boutique di Elisabetta Sammarco e Ultrasuoni abbiano contribuito a renderlo vivo e a farlo diventare il punto di riferimento per molti giovani e turisti.

A Monti ci sono state anche le prime Ultrasuoni Night. Che esperienza è stata?
C’è poco da raccontare, c’era molto da vivere! Ultrasuoni Night era una festa nata da una scommessa di due amici veneti che avevano preso in gestione questo posto chiamato poi Betty Ford – già il nome era tutto un programma… Il resto è venuto da solo, la serata era semplicemente pazzesca e tutti gli organizzatori d’Italia mi proponevano i day off di artisti internazionali per farli suonare.

Le "nuove" Ultrasuoni Night, ovviamente da Städlin.
Le “nuove” Ultrasuoni Night, ovviamente da Städlin.

A proposito di aneddoti, ti chiedo qualche curiosità sui clienti. La richiesta più assurda che ti hanno mai fatto qual è stata?
Ce ne sarebbero veramente troppe da raccontare, passo.

Sui dj di passaggio a Roma, invece, chi è stato il tuo miglior cliente, sia come gusti che per “investimenti”?
Grazie agli amici organizzatori di varie serate a Roma sono passati veramente in tanti, avevo anche dedicato una parete del negozio di Monti alle loro firme. Sono stati tutti degli ottimi clienti, sia per l’economia del negozio che per la buona pubblicità.

Dj Red ed Ellen Allien in un recente passaggio da Ultrasuoni.
Dj Red ed Ellen Allien in un recente passaggio da Ultrasuoni.

Da qualche anno la sede di Monti di Ultrasuoni si è trasformata in Städlin, un progetto molto più complesso di cui Ultrasuoni è solo una parte: ce lo puoi raccontare?
È nato tutto da un’esigenza logistica. Per prendere le mura di Städlin, io e i miei soci avremmo dovuto per forza acquisire un’aerea molto grande, da qui l’idea di inserire all’interno del progetto anche Ultrasuoni e spostare lo store da Monti a via Pacinotti. Ricordo che eravamo a Istanbul quando abbiamo preso questa decisione.

Una cosa molto divertente di Städlin è che, alla fine, in cucina ti sei messo uno che di dischi ne sa e ne mixa…
Ed è anche spesso un compagno di back to back, sia a tavola che in consolle!

Fornelli, banco dischi e bancone cocktail di Städlin. Valerio! - a sinistra - potreste trovarvelo nella stessa sera prima in divisa da chef e poi in consolle.
Fornelli, banco dischi e bancone cocktail di Städlin. Valerio! – a sinistra – potreste trovarvelo nella stessa sera prima in divisa da chef e poi in consolle.

Hai mai pensato di mettere tra parentesi la musica e darti ai fornelli?
No, ci andrei subito sotto!

Tra i tanti set e live che Städlin ha ospitato ne ricordi qualcuno in particolare?
Ce ne sarebbero tantissimi, ma, come ho già detto, ho una memoria corta. Fra gli ultimi live quello di Tommaso Cappellato è stato magico.

Chi ti piacerebbe vedere ai piatti, immaginando di avere qualsiasi tipo di budget a disposizione?
Per il primo compleanno di Städlin avevamo pensato a Dj Harvey, ma era inavvicinabile per noi. L’ho sentito qualche settimana fa al Goa: pazzesco!

Con cadenza più o meno mensile, Städlin ospita anche un mercatino domenicale dedicato ai vinili. Immagino che 10 anni fa un evento del genere sarebbe stato quasi un utopia…
Non siamo stati i primi: ce ne sono molti a Roma e tutti di un elevato spessore. E questo mi fa molto piacere.

Uno dei Vinyl Market Place domenicali di Städlin, con Francisco in primo piano a rovistare tra i dischi.
Uno dei Vinyl Market Place domenicali di Städlin, con Francisco in primo piano a rovistare tra i dischi.

Un buon negozio di dischi molte volte è il segreto di un buon dj e di un buon dj set, ma a te chi te le dà le dritte!? È tutto frutto del tuo orecchio quello che si vende?
La nostra ricerca va oltre quello che ci propongono i vari distributori. Della scelta dei dischi che poi proponiamo in negozio ce ne occupiamo io e Matéo (aka Rawmance). Quindi sì, è tutto frutto delle nostre orecchie.

Matéo tra i vinili di Ultrasuoni.
Matéo tra i vinili di Ultrasuoni.

Negli ultimi anni – cosa che ho notato anche a Roma – sono nate più etichette che serate. come spieghi questo fenomeno?
La semplicità e immediatezza di fare musica con un solo computer e poco altro ha fatto si che ognuno potesse diventare produttore, da qui la nascita di molte etichette indipendenti. Alcune anche senza senso, a mio avviso.

Che ne pensi di Roma? Qual è il tuo termometro, sia per le serate, che per il djing e le produzioni musicali? Io ho come la sensazione che siamo in una situazione un po’ paradossale: si ascolta abbastanza bene, si suona abbastanza/molto bene, ma poi non ci si ritrova sulla pista ad ascoltare chi meriterebbe.?
Rispondo così: vorrei che fossero tutte serate con un pubblico come la serata di Dj Harvey al Goa. Un pubblico fatto di intenditori musicali che si trovavano lì per la musica prima di tutto.

Dove ti capita di suonare più spesso a Roma ultimamente?
Al Goa, che è anche il mio club preferito. 

Come prepari la tua borsa dei dischi? Per te immagino la scelta sia più particolare perché devi pensare al tipo di club in cui vai, spesso all’ospite al quale devi aprire e magari anche agli ultimi dischi che hai ascoltato e vorresti suonare.
Su questa risposta rideranno molti dei miei amici: ci metto dei giorni a preparare “a borza”.

Il club preferito del presente lo hai già detto. Ce n’è uno del passato che un po’ rimpiangi?
Il Piper.

I tuoi club preferiti all’estero?
È tanto che non vado all’estero per fare clubbing, non ti saprei rispondere.

I tuoi negozi di dischi preferiti, sempre all’estero?
Clone, Rush Hour, Honest Jon’s e tanti altri, di cui però non ricordo il nome.

Il dj che non ti stancheresti mai di sentire?
Attualmente Francesco del Garda, che passa la sua vita a ricercare musica (è matto!!!). Se non gli togli la consolle dalle mani, lui non si stancherebbe mai di suonare!

Quelli che consiglieresti di ascoltare se si volesse imparare l’abc del djing?
La vecchia guardia dei dj di Roma, quella che ho citato qualche domanda fa.

Pensando ai dischi, riesci a buttare giù una lista con i 10 più belli che hai ascoltato e venduto in questi 10 anni di Ultrasuoni?
Sempre il solito problema, la memoria…

Quando non sei da Städlin, dove ti piace andare a mangiare e bere?
Pipero è uno dei miei ristoranti preferiti. E quando non sono da Städlin mi faccio un bicchiere di buon whisky a casa.

Vinili e postazioni d ascolto da Ultrasuoni.
Vinili e postazioni d ascolto da Ultrasuoni.