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Rebel’s Microbrewery

Hanno compiuto da poco un anno e il 16 e 17 settembre potrete andarli a trovare per Birrifici Aperti. Nel frattempo li abbiamo intervistati: parola a Rebel's Microbrewery.

Scritto da Nicola Gerundino il 4 settembre 2017
Aggiornato il 27 settembre 2017

Luogo di nascita

Roma e Ivrea (TO)

Luogo di residenza

Roma

Attività

Imprenditore

Dopo una prima fase di conoscenza e sperimentazione, dopo una seconda di innumerevoli aperture – pub e beershop in egual numero – il mondo della birra artigianale a Roma sta con tutta probabilità entrando in una terza fase: quella della (micro)produzione all’interno dell’area urbana. I birrifici attivi all’interno del GRA sono ancora pochi, ma sono molto validi e hanno saputo attirare a sé tanto i neofiti quanto lo zoccolo duro dei bevitori della prima ora, riuscendo a portare i propri prodotti in diversi locali della città. In questa intervista facciamo la conoscenza dei ragazzi di Rebel’s Microbrewery, attivi come hombrewer da circa una mezza dozzina di anni e dal 2016 proprietari di un proprio birrificio in via Ardeatina, 931. Passateli a trovare il prossimo 16 e 17 settembre in occasione dell’iniziativa Birrifici Aperti: avrete di che bere, mangiare, ascoltare e ballare…
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ZERO: Iniziamo dalle presentazioni.
Rebel’s: Siamo Andrea Martorano, Riccardo Di Profio, Andrea Casini e Raffaele Lucadamo, nati rispettivamente nel ’90, ’89, ’90 e 91! Siamo tutti nati a Roma, tranne Andrea Casini che è nato ad Ivrea, ma oramai è più romano di tutti!

Come vi siete conosciuti? Avevate un locale di riferimento che ha fatto da collante?
No, la nostra amicizia risale a parecchi anni fa. Veniamo tutti dallo stesso quartiere (Torrino, Roma Sud), quindi molti amici in comune, stesso liceo e, successivamente, stessa passione per la birra. I due Andrea si sono conosciuti a 12 anni perché giocavano nella stessa squadra di rugby (sì, non si direbbe), Raffaele e Andrea C. erano nella stessa classe al liceo e Andrea M. era a sua volta nel loro stesso liceo. Riccardo invece passava con la moto su una ruota di fronte al liceo ed era amico di Raffaele.

Vi ricordate la prima birra che vi ha cambiato la vita, quella che vi ha fatto scoprire il mondo dell’artigianale?
Sicuramente il primo approccio alla birra artigianale è stato intorno 2010 alla Brasserie 4:20 di Porta Portese. Lì abbiamo assaggiato le prime IPA di Revelation Cat: la Orange Bud e la South Pacific Double IPA sono rimaste nella storia.

La persona che invece vi ha aperto la strada, non solo al sapore, ma a tutta la cultura dell’artigianale?
Diciamo che dopo aver iniziato a produrre seriamente a casa come homebrewer, lo shop di Domus Birrae in Via Cavour è stata una tappa fissa per conoscere, confrontarci e imparare. In particolare Luca – aka Il Cammello – è stato il nostro primo “degustatore” e mentore, assaggiando le prime birre – oddio, birre non proprio… – e insegnandoci molto su questo mondo.

I macchinari del Birrificio Rebel's.
I macchinari del Birrificio Rebel’s.

Quali sono stati i vostri locali di riferimento a Roma?
Sicuramente la Brasserie 4:20, Birra+ al Pigneto, il Ma Che Siete Venuti A Fa’ di Trastevere e poi la nostra seconda casa, il CRAFT – For Good Times che ha aperto al Torrino tre anni fa, nel pieno del nostro fermento.

Ci sono stati birrifici a cui vi siete ispirati, sia per stilli che per modalità e capacità di lavoro.
Sicuramente i viaggi in europa sono stati fondamentali per ispirarci e per vedere come si muoveva il mondo intorno a noi. I viaggi a Londra in particolare, con la craft beer revolution che c’è stata lì, ci hanno insegnato molto. Birrifici come The Kernel, De la Senne e Siren Craft sono stati importanti. E poi anche la miriade di birre americane che riuscivamo a bere in giro.

Parlando del vostro periodo di homebrewer, che ricordo avete di quella fase e qual è stata l’eredità che vi ha lasciato?
L’eredità? Tanta tanta fatica e sporcizia! Scherzi a parte, sei anni fa, quando abbiamo iniziato a produrre a casa, eravamo talmente gasati da spostare il nostro laboratorio nella casa estiva di Raffaele a Torvajanica. Era sempre una buona idea rifugiarsi tutti i week-end lì: quattro amici, bbq, birre, whisky etc. Dal punto di vista produttivo, le due eredità più grandi sono state la pulizia maniacale e la sperimentazione: ancora oggi siamo sempre alla ricerca della ricetta perfetta, senza mai dare per scontato quello che andiamo a realizzare.

Servizio da 12.
Servizio da 12.

Vi ricordate la prima birra che avete fatto? Era buona?
La prima in assoluto la definiamo spesso come uno champagne, per via del botto che fece la bottiglia stappandola… Come ricetta nel vero senso della parola, la Tricky Saison con timo e zenzero è stata la prima vera birra.

È una ricetta che ancora oggi proponete ?
Ancora oggi è in produzione nei mesi estivi e autunnali, per via della sua freschezza.

Quante birre avete creato fin’ora?
Comprese le ricette sperimentali, circa 40.

Quali sono quelle che avete attualmente in produzione? Diciamo quelle che potremo assaggiare in questa stagione 2017-18.
Quest’anno potrete assaggiare circa 20 ricette diverse… O forse qualcosa in più, se abbiamo l’ispirazione giusta!

Qualche birra a firma Rebel's.
Qualche birra a firma Rebel’s.

In futuro a quali stili lavorerete?
Quest’anno vogliamo lavorare molto con le birre scure ad alta gradazione, come le Imperial Stout. Inoltre, stiamo portando avanti il progetto Kettle che include sperimentazioni di stili classici rivisitati con processi produttivi nuovi e aggiunte, solitamente, di frutta.

Chi si occupa della grafica delle etichette?
Inizialmente abbiamo avuto un grafico per realizzare lo scheletro delle etichette. Poi Raffaele, essendo ingegnere edile e sapendo quindi usare i programmi di grafica, ha continuato il lavoro. Tuttavia, dopo un anno dall’apertura del birrificio, sentiamo la necessità di fare un passo in avanti anche in questo senso, infatti stiamo lavorando con un agenzia di grafica per un re-branding che vedrà la luce prima della fine del 2017. Quindi, stay tuned!

Questa estate il birrificio ha compiuto un anno di vita: com’è cambiato il mondo Rebel’s in questi mesi?
Be’, è cambiato abbastanza, prima era un semplice gioco (sebbene serio), mentre oggi è un lavoro. Tuttavia cerchiamo sempre di non perdere quell’essenza che ha fatto nascere Rebel’s, ovvero il divertirsi e il poter dar sfogo alle idee e ai progetti di ognuno di noi.

Il birrificio Rebel's visto dall'esterno.
Il birrificio Rebel’s visto dall’esterno.

Quando e perché avete iniziato a immaginare l’apertura di un vostro birrificio?
Nel 2015 eravamo arrivati a un punto netto: o si faceva il passo o sarebbe stato difficile continuare a produrre a casa assiduamente, per via del lavoro, dell’università etc.. Eravamo dell’idea di avere tutte le carte in regola per poter tirare su un progetto imprenditoriale avvincente e fresco. In più, il pensiero di lavorare in un ufficio otto ore al giorno ci faceva venire voglia di una birra fresca…

Come avete trovato i locali che vi ospitano?
Abbiamo cercato per circa otto mesi il locale adatto alle nostre esigenze. Inizialmente volevamo realizzare un brewpub che unisse la produzione alla ristorazione, quindi ci siamo focalizzati su una location piuttosto centrale. Dopo diversi mesi a vuoto per via di spazi non conformi per l’attività di birrificio o costi esorbitanti, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di fare quello che effettivamente sapevamo fare: la birra. Il locale nel quale siamo ora – un casale degli anni 70 completamente rinnovato – alla prima chiamata risultava già preso da una persona, dopo qualche mese abbiamo riprovato e il proprietario ci ha detto che era libero. Appena siamo entrati abbiamo capito che quello era il nostro posto.

Il birrificio in notturna.
Il birrificio in notturna.

L’Ardeatina è stata una scelta voluta o casuale?
Non è stata del tutto casuale. Sicuramente la zona di Roma Sud era la nostra area di ricerca principale. Già dai primi sopralluoghi avevamo capito che quello era il posto dove poter realizzare il nostro sogno: produrre e avere anche uno spazio esterno dove poter accogliere curiosi e bevitori, proprio come a Londra o in altre città europee. Inoltre, la sua posizione è esterna rispetto al centro, ma comunque dentro al Raccordo, quindi tra la città e la campagna. Insomma, ci è sembrato il miglior posto dove lavorare ogni giorno!

Avete una vostra tap room o siete in procinto di aprirla?
Al momento abbiamo un Bottle Shop dove è possibile acquistare i nostri prodotti in bottiglia, tutti i sabati dalle 11:00 alle 18:00. Inoltre, organizziamo durante la stagione estiva un evento al mese nel nostro garden ospitando food truck a rotazione, cocktail bar, musica live, dj set e, chiaramente, le nostre produzioni.

Pensate che i birrifici urbani andranno ad aumentare? A Roma sono stati posti come il vostro a dare un po’ una scossa al mondo brassicolo negli ultimi due anni.
Speriamo di sì, in molte altre parti del mondo i birrifici urbani sono normali. A Roma di certo non è facile aprirne nelle zone più affollate, per via degli affitti molto alti e per lo stato dei locali, solitamente al limite della legalità… Comunque, in fin dei conti, è come andare dal contadino di fiducia che produce il vino nella vigna dietro ai propri locali.

Lo shop all'interno del birrificio.
Lo shop all’interno del birrificio.

I birrifici urbani riusciranno ad aumentare ancora di più la conoscenza della cultura brassicola in italia?
Sicuramente dare la possibilità al consumatore di entrare in un birrificio artigianale e respirare, toccare con mano quella che è la birra che ha nel bicchiere è fondamentale per riuscire a diffondere la cultura. In questo senso noi possiamo fare quello che la grande industria non può fare: regalare un’esperienza.

A tal proposito mi riallaccio all’evento a cui parteciperete il 16 e 17 settembre, Birrifici Aperti. Che ne pensate?
Ci sembra un’ottima iniziativa, appunto, per diffondere la cultura. Noi nel nostro piccolo abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo al tour in birrificio, qualsiasi persona entri – se non siamo iper impegnati con la produzione – ha la possibilità quantomeno di affacciarsi in laboratorio e vedere come lavoriamo. A tal proposito, abbiamo già organizzato una giornata di incontro con il birraio e degustazione che ha riscosso un ottimo successo.

Pensate che un microbirrificio debba saper essere sempre aperto al pubblico, sia con iniziative del genere che con una propria tap room, oppure ci deve essere una concentrazione massima sulla produzione?
L’apertura al pubblico e la concentrazione sulla produzione non vanno in conflitto, anzi. Bisognerebbe dedicarsi tanto alla realizzazione delle proprie birre quanto alla cura dei nostri bevitori e appassionati..

Il primo maggio in casa Rebel's.
Il primo maggio in casa Rebel’s.

Per Birrifici Aperti avete in programma iniziative particolari o birre speciali?
Sì, sabato 16 avremo un grande evento in birrificio: Saturday Session, una giornata, dalla mattina alla sera, dove sarà possibile bere nuove birre, mangiare la fantastica pinsa romana realizzata live con i forni dagli amici del Ponticello, musica live e divertimento, tanto divertimento! Organizzeremo anche tour guidati, dalla mattina fino alle 17:00, per chiunque voglia respirare i profumi del birrificio.

Qual è la vostra Rebel’s preferita?
Eeeeeh… Difficile…

Quella che invece vi chiedono di più?
La Tropical Bomb Imperial IPA: 8 gradi che non si sentono, ricca di luppoli americani e australiani che donano note tropicali.

Maneggiare con cautela...
Maneggiare con cautela…

C’è qualche ingrediente proibito che ancora non avete utilizzato, ma avete in programma di?
Per ora stiamo sperimentando una ricetta con l’agave.

I vostri birrifici preferiti, sia italiani che esteri?
In italia Hammer, Birrificio Italiano e Vento Forte. Esteri: Cantillon (Belgio), The Kernel (Inghilterra) e Hof Ten Dormaal (Belgio).

Quelli italiani, specialmente emergenti, che si stanno muovendo bene e di cui apprezzate i lavoro?
Sicuramente il nostro amico Ritual Lab, con il quale abbiamo collaborato in due ricette, sia come homebrewer che poi come birrificio. Inoltre, anche i ragazzi di Ca’ del Brado a Bologna: sono partiti da poco con un progetto di fermentazioni spontanee molto interessante.

I vostri locali preferiti dove bere birra quando non siete al lavoro?
A Roma sono davvero tanti e non vogliamo fare torto a nessuno! Per il resto dell’Italia sicuramente l’ Old Spirit Football Club a San Benedetto del Tronto e a Milano il Birrificio Lambrate è sempre una tappa obbligatoria!

Come Rebel’s in futuro sarete felici se….?
Se continueremo a far divertire le persone e se riusciremo a diffondere la cultura della birra artigianale anche a chi non è abituato a berla tutti i giorni come noi!

Giorgione knows best!
Giorgione knows best!