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Falce e uncinetto: i pupazzi di Uncinucci contro il turbocapitalismo

quartiere Zona Universitaria

Scritto da Salvatore Papa il 4 aprile 2022
Aggiornato il 5 aprile 2022

Chi frequenta i mercatini dell’handmade avrà forse già incrociato i simpatici pupazzi all’uncinetto di Uncinucci: dal grande Lebowsky a Maradona, Foster Wallace, Alessandro Barbero, Miss Keta, Karl Marx e altri. Nelle creazioni di Samantha Luciani, questo il suo nome all’anagrafe, non c’è però solo uno spiccato gusto per il lavoro a maglia, ma anche una certa filosofia di vita che rispecchia in qualche modo il suo pensiero laterale e fuori dagli schemi. Insomma, l’uncinetto nelle sue mani diventa l’antidoto alle amarezze del sistema ed è anche per questo che il 3 e il 10 maggio proverà a insegnarci come si fa su nel suo corso online su Zero +.

Qui la nostra chiacchierata.

 

Partiamo dal principio: chi sei, cosa fai, dove vai?

Sono Samantha e se sono qui è perché ti sono piaciuti i miei pupazzi all’uncinetto: grazie! Questa degli uncinetti è per me l’ultima fase di un percorso creativo decisamente discontinuo e poco lineare che va dal fumetto al bricolage fino alla cucina. Ho sempre più bisogno di creare cose che si possano toccare e sentire con mano, c’entrerà la paura della morte? Di sicuro sto andando in quella direzione, ma se con “dove vai” ti riferisci alla fase precedente al grande sonno, la mia risposta sta in una domanda: come faccio a non lavorare più in questo tipo di società.

Quand’è che è nata la passione per l’uncinetto?

Prima dell’uncinetto mi sono innamorata del lavoro a maglia. Quando eravamo piccoli io e mio fratello andavamo spesso a casa di un suo amico la cui nonna passava intere giornate sul divano a lavorare ai ferri. La sua concentrazione, la magia di creare con pochi e semplici strumenti sciarpe, berretti e maglioni, mi catturò al punto da chiederle lezioni. Poi si sa, si comincia con qualche tiro di lavoro a maglia e bam! si finisce col calarsi di uncinetto.
Scherzi a parte, ho coltivato questa passione con discontinuità fino ad un momento di forte stress in cui non ero in grado di applicarmi in nessuna attività e avevo molto bisogno di svuotare la testa. Allora ho preso l’uncinetto e l’ho usato come potente medicinale per combattere fastidiosi disturbi legati all’ansia, e sai cosa? Ha funzionato! In più ci ho guadagnato un sacco di cappellini, top estivi e pupazzetti. Insomma: più uncinetto, meno Xanax!

E il progetto Uncinucci?

Insieme a un gruppo di amici collaboravo ad un evento bolognese che manca a molti, il SuperPorno in Super8. Vecchi filmini porno proiettati in super8 accompagnati da stridenti basi musicali e un buffet tutto a tema curato da me e altre due ragazze. Un amico mi suggerì di produrre per l’occasione dei piccoli peni all’uncinetto, e da allora ho capito che dovevo lanciarmi nel porno. Ho cominciato a produrre sempre più uncinetti – porno e non – e poi l’ormai lontano lockdown del 2020 ha dato un’ulteriore accelerata al tutto visto che in quell’occasione ho perso il lavoro e mi sono ritrovata a gestire contemporaneamente un sacco di tempo libero e una nuova ondata d’ansia.

Oltre a questo cosa fai e cosa facevi prima?

Quando è arrivata la pandemia stavo per compiere 13 anni di onorata attività nell’accoglienza. Avevo un b&b che all’improvviso non potevo più sostenere e, in pieno lockdown, ho avuto la fortuna di poter cambiare subito casa e trovare un nuovo lavoro: adesso faccio la commessa tabaccaia. Anche se spero di fare al più presto nuove esperienze, ma non dirlo al mio capo!

Quand’è che secondo te la pratica dell’uncinetto è passata dalle case delle nonne all’immaginario pop?

Bella domanda! Immagino che c’entrino le nipoti di queste nonne. Quando ho cominciato a frequentare ferri e uncinetto non era socialmente accettabile per una preadolescente bolognese perder tempo con cose da vecchia, ma adesso i social hanno completamente cambiato le carte in tavola. Le discipline si contaminano più velocemente, si rubano idee nella più bella accezione del verbo, persone con visioni del mondo diversissime tra loro possono facilmente attingere a un campionario infinito di tutorial online e tutto questo non fa che generare una festa di sinapsi. Inoltre, per quanto riguarda me in particolare, ho davvero tanti amici che sguazzano nel pensiero laterale e che mi danno tante preziose idee.

Frequenti diversi mercatini legati al vintage e alle autoproduzioni: cos’è che ti piace di più e di meno di quest’ambiente?

Quello che mi piace di più è la possibilità di conoscere nuove persone con le quali creare nuove opportunità di collaborazione e di crescita. Quello che meno mi piace invece è dovermi trattenere dallo spendere tutto lo spendibile in abiti vintage e artigianato di qualità.

Da quando hai iniziato a vendere i tuoi lavori quale cosa ti è stata richiesta di più?

In assoluto il più richiesto è Karl Marx. Devo ringraziare un mio caro amico che me lo chiese per primo facendo partire il trend, ormai ho perso il conto di quanti ne ho realizzati. Ma per fortuna continuano ad arrivare nuove e bizzarre richieste, come una coppia di sposini per una torta nuziale o un filosofo sconosciuto ai più di cui ho infatti scordato il nome.

Applichi una qualche tua filosofia personale all’uncinetto? Qual è il motivo per cui consiglieresti anche ad altri di farlo?

Non consiglio l’uncinetto a tutti. Credo sia necessaria un’attitudine al lavoro ripetitivo, alla pigrizia mentale e alla casalinghitudine. Sconsigliato a persone iperattive e facili alle distrazioni. Non so molto di meditazione, ma intuisco che l’uncinetto possa essere una delle vie per il raggiungimento del nirvana, sempre che si abbia una naturale predisposizione allo svuotamento del cervello, disciplina in cui mi applico costantemente da anni con egregi risultati.

I tuoi personaggi invece come li scegli?

Non c’è molta premeditazione nella scelta dei personaggi, alle volte sono semplici intuizioni aiutate da diversi gin tonic in compagnia, i migliori brain storming di sempre. E poi come dicevo devo ringraziare gli amici che con le loro primissime richieste mi hanno accesa di energia. In particolare un’amica con la passione per l’handmade, i libri e il collezionismo, che con le sue bellissime richieste si è conquistata la qualifica di Peggy Guggenheim delle stronzate.

Veniamo al tuo quartiere: se dovessi rappresentarlo all’uncinetto cosa faresti?

Vivo in una zona del centro che ho cominciato ad amare solo da quando ci abito, il quartiere san Vitale, in particolare la zona di via Irnerio, che trovo molto punk nell’accezione più ampia del termine: non vuole piacere a nessuno, si lascia andare ad una realtà fatta di bianchetti, gratta e vinci, palazzi grigi e spade abbandonate nelle macchine delle fototessere. Eppure è un quartiere vivissimo in cui scorre una forte energia e che sembra lottare tutti i giorni per sentirsi bene con se stesso.
Il suo simbolo è il signor Moreno, che vorrei prima o poi realizzare all’uncinetto. Lo conoscono tutti in zona, va avanti e indietro tutto il giorno, tutti i giorni, a pulire le strade con scopa e paletta, alcuni giorni l’ho pure visto lucidare i pomelli dei portoni che si affacciano sulla strada. La serenità con cui si prende cura del caos di questo quartiere è commovente.

Quali sono i tuoi luoghi preferiti attorno a casa tua?

Di recente ho scoperto il Bar 84, proprio di fronte al più famoso bar di Walter, in via del Borgo di san Pietro. È un piccolissimo bar dagli arredi genuinamente vintage e tappezzato di simboli del Bologna calcio. Il signore che lo gestisce è un pezzo di pane che sa trasformare un semplice aperitivo in una calorosa visita dalla nonna che vuole che ingrassi ma si è dimenticata di fare la spesa.
E poi ovviamente la Montagnola, che da qualche anno sta riprendendo un bellissimo colore grazie alle proposte culturali dei ragazzi di Frida e del Binario69, ma anche di Canicola e Maple Death Records che da qualche tempo hanno la propria sede nel parco all’interno della casetta gialla.

Per il corso online di Zero+ hai promesso di insegnare a tutti di realizzare un piccolo Karl Marx. Come farai?

Ho già l’ansia! E perciò ho chiamato i rinforzi. Sarà con me la mia amica Marta, socia di uncinetti nonché collega tabaccaia. Abbiamo già collaborato insieme ad altri progetti in passato e perciò mi sento al sicuro con lei, ha un bel modo di comunicare e uno spirito pratico molto utile per la buona riuscita del corso, che abbiamo deciso di proporre a chiunque, anche a chi non ha alcuna esperienza con l’uncinetto. Purché si studi fino alla nausea i video preliminari al corso che abbiamo preparato per gli iscritti. Una volta acquisite le tecniche base, sarà una piacevole gestazione al termine della quale vedremo nascere una cucciolata di tanti piccoli Marx.
Il crollo del capitalismo segue strade imprevedibili!