L’hub creativo di Volvo Car Italia e l’agenzia musicale e etichetta discografica milanese, hanno aperto il palco di Volvo Studio Milano ai sottogeneri, a branche come il jazz, la musica classica e il rock. Si tratta spesso di format inediti, che mettono in dialogo forme espressive diverse, intersecando intrattenimento e scouting musicale, dove Volvo Studio Milano e Ponderosa Music&Arts declinano il concerto tradizionale su binari ogni volta differenti.
Contest, piano lesson e i dialoghi che stanno diventando la firma che contraddistingue l’approccio di Volvo Studio e che mescolano sapere e sentire e che, nel caso di Ponderosa, diventano storie sonore che mescolano parole e musica. Portano i musicisti dai palchi alla platea, a diretto contatto con un pubblico di affezionati, che è coinvolto fisicamente ed emotivamente. Penso a Jam The Future, contest tra jazz band under 35 che si è da poco concluso e che ha premiato Diletta Longhi che si esibirà sul palco del Blue Note durante JAZZMI. Oppure a Un Mare di Suoni – rassegna ideata durante il covid per portare a Milano il melting pot di sonorità che attraversano il Mediterraneo.
«Il palco di Volvo Studio Milano rappresenta una buona occasione sia per i musicisti emergenti che si fanno conoscere e qui costruiscono il loro pubblico, sia per i grandi professionisti che in un certo senso ritornano alle origini, a una dimensione più piccola e intima di concerto», mi raccontano Gianluca Quadri e Matteo Passerini di Ponderosa Music&Arts. Gli appuntamenti del 2024 di Piano City Milano, ad esempio, hanno coinvolto Nicola Piovani e Alan Clark, grandi icone che sono tornate a essere più vicine alle persone: «ricordo tante persone che dalla platea si sono emozionate quando Piovani ha iniziato a suonare la colonna sonora de La Vita è Bella: in quel momento, il pubblico da Volvo Studio Milano si è sentito libero di essere com’è».
La programmazione 2024 di Volvo Studio Milano e Ponderosa Music&Arts racconta di una grande musica che non aspetta il pubblico, ma che gli va incontro nei luoghi della vita e da lì attinge sonorità, messaggi e intenzioni, inglobando tutto ciò che gli sta intorno.
È il caso della nuovissima rassegna Drive My Song che in sei appuntamenti – dal 2 ottobre 2024 al 15 gennaio 2025 – mette in relazione sei decadi musicali con le auto d’epoca di Volvo Cars. Chissà che musica passava in radio su una Volvo degli anni Quaranta e – ancor prima – chissà com’era fatta una Volvo degli anni Quaranta. Lo scopriremo attraverso questa rosa di appuntamenti che unisce la musica che ha fatto storia e le Volvo che hanno fatto epoca. Si va dallo swing dei The Blind Rats (2 ottobre), ai The Firebirds (16 ottobre); per passare dai The Bluebeatears (6 novembre, ore 21), i London 69 (27 novembre, ore 21), Recall Madame X (4 dicembre, ore 21), fino a un dj set dalle tinte britanniche che vede esibirsi Dave Rowntree, batterista dei Blur (15 gennaio 2025, ore 21).
Questo ottobre, poi, Volvo Studio Milano si riconferma main partner di JAZZMI con quattro concerti divisi in due appuntamenti – 19 e 26 ottobre. Con artisti come Sophie Faith e Azamiah, lo scopo è rischiare con proposte sperimentali che attingono alle sottoculture del jazz e ai palchi più intimi.
Come si avvicina, perciò, un pubblico così diversificato come quello di Volvo Studio Milano a ciò che ancora non conosco, a scene musicali che i più individuano come underground? Per le due realtà, la chiave di questa collaborazione è stata la fiducia: «da Volvo Studio Milano hanno questo valore in più, che poi porta al successo degli eventi: si fidano», ci racconta Gianluca Quadri. E quando Volvo Studio Milano si fida, anche il suo pubblico ascolta per comprendere. Così, concerto dopo concerto, è avvenuto un cambiamento: le piccole sonorità sono diventate grande musica, pensata per tutti.