Alzi la mano chi non si sveglia almeno una volta a settimana con la voglia di far saltare il mondo con la dinamite e vorrebbe intimare qualsiasi essere bipede a non rivolgergli la parola perché NON È ARIA. Bene, sappiate che da qualche tempo avete la possibilità di comunicare astio e disagio in maniera stilosa e divertente tramite il vostro guardaroba. E per farlo vi basta sfogliare il catalogo on line di Fhate Off, oppure seguire Federica e Fara in qualche mercatino, acquistare e poi applicare ovunque possibile toppe, spille, patch, adesivi o indossare direttamente bag e t-shirt. E per quando la bestemmia è sulla punta della lingua e scalpita, c’è anche il loro laboratorio/store a Centocelle, in Via delle Rose. Non solo antisocialità, ma anche antifascimo, antimachismo, anticlericalismo, teschi e Campari. Sempre con il dito medio ben alzato, s’intende.
Iniziamo dai primi passi: come e quando vi siete conosciute e quando avete deciso di dar vita a un vostro brand?
Ci conosciamo da molti anni dato che frequentiamo da sempre gli stessi posti e le stesse comitive – detto così fa molto anni 90! Quando ci siamo rese conto di avere in comune la passione per il ricamo abbiamo iniziato a cucire insieme per hobby, vedendo però aumentare l’interesse abbiamo capito che cucire le nostre frustrazioni poteva diventare a tutti gli effetti un lavoro vero.
Vi ricordate qual è stata la vostra prima creazione?
Certo, la toppa di Sloth dei “Goonies”, quando ancora ricamavamo tutto interamente a mano, tempi in cui l’artrite era la nostra migliore amica.
Tra tutte le vostre creazioni, ce n'è qualcuna a cui siete più affezionate?
Sicuramente la toppa “Magari Mori”, quando la pubblicammo per la prima volta ebbe molto successo ed è diventata il nostro cavallo di battaglia. Forse proprio perché rispecchia a pieno l’essenza di Fhate Off.
A proposito, qual è la storia di questo nome?
La verità è che quando è arrivato il momento di aprire una pagina social abbiamo capito che non avevamo assolutamente idea di come chiamarci e così, probabilmente in hangover – non ce lo ricordiamo proprio bene… – abbiamo scritto dei nomi a caso su dei foglietti che abbiamo messo in un cappello, per poi estrarre quello che aveva meno senso di tutti, in modo da non saper mai come rispondere a questa domanda, che ovviamente ci viene fatta sempre!
Dove avete mosso i primi passi per farvi conoscere?
All’inizio, sicuramente tramite il passaparola e ai banchetti fatti durante i concerti, poi grazie ai social e al Vintage Market siamo riuscite a farci conoscere da molte più persone.
Quando e perché avete deciso di aprire un vostro store?
Per i primi tre anni il nostro laboratorio era all’interno di uno spazio occupato, ma con l’incombenza di uno sgombero e del fisco alla fine abbiamo fatto il grande passo di aprire un nostro negozio e regolarizzare così la vendita di bestemmie!
Come mai avete scelto Centocelle?
È un quartiere che entrambe abbiamo sempre frequentato. Prima di arrivare a Via delle Rose abbiamo visto decine di locali, ma quando siamo entrate in quello che ora è il nostro negozio abbiamo capito subito che era quello giusto.
Cosa c'era prima?
Ci sono state molte attività, l’ultima un’officina meccanica.
Che ne pensate di Centocelle? Come vivete il quartiere, soprattutto ora che ci lavorate?
È un quartiere vivo nel senso più reale del termine: non è una di quelle zone che è attiva solo di giorno o solo di notte, ma è un quartiere in cui le persone che ci vivono sono le stesse che poi la sera vanno a prendere una birra al pub sotto casa e vanno a fare la spesa dal macellaio nella via accanto. Noi qui ci viviamo, ci lavoriamo, ci usciamo la sera e, nonostante tutto, non ci stanca mai.
Avete mai pensato di dedicare una vostra creazione a Centocelle? Se sì, quale sarebbe?
Sì, abbiamo in mente un ricamo dedicato al quartiere, ma è una sorpresa, quindi ancora non possiamo dire niente!
Allo stesso modo, Centocelle ha mai ispirato una vostra creazione?
La nostra ispirazione nasce dalla vita di tutti i giorni, quindi inevitabilmente anche Centocelle ne fa parte.
Quale pensate sia l'essenza, l'anima di questo quartiere?
Le persone che ci vivono. Finché qui resterà chi ci abita da sempre e chi per affinità, come noi, ci si trasferisce, Centocelle rimarrà quella che è.
Se doveste portarci in giro una persona per la prima volta, dove andreste?
Fare una lista è molto difficile, Centocelle è veramente piena di posti che meritano una menzione. In ogni caso, con un po’ di sforzo: Di Vetro (Via delle Palme, 17), un laboratorio artigianale gestito dalla meravigliosa Carla che ogni giorno crea oggetti incredibilmente belli e originali tutti fatti, neanche a dirlo, di vetro. Dystopia (Via delle Palme, 44) è il negozio di Martino che, come noi, ha faticato tanto per crearsi il proprio spazio e offre una scelta di streetwear autoprodotto nonché un assortimento di dischi davvero meritevole. Sciakè Caffè (Via delle Rose, 52), è il nostro bar di fiducia, quello dove ci trovate a qualsiasi ora del giorno e della notte quando vedete il cartello “torno subito – forse” sulla porta del nostro negozio! Legs (Via delle Rose, 54), il pollo fritto più buono di Roma e una selezione di birre artigianali di altissima qualità. Est (Via delle Rose 37e) è il cocktail bar dove puoi sentirti a casa anche solo bevendo il Moscow Mule più buono di Centocelle. Festina Lente (Via delle Rose, 33), chiude il quadrilatero della morte che non ci fa mai tornare a casa sobrie, una birreria in cui con € 3 puoi bere birre artigianali fino a dimenticarti la strada per tornare a casa. L’Ombralonga, ce lo ricordiamo sin dalla prima sede in Via delle Palme, dove sedute al tavolino con il nostro plaid bevevamo in tranquillità il nostro spritz. Ora sono via Federico Delpino, hanno quattro serrande e sia a pranzo che a cena puoi mangiare cose buonissime spendendo poco e godendoti la compagnia di tutte le persone meravigliose che ci lavorano. Giustina (Viale della Primavera, 221), chi non ha mai mangiato una pizza di Giustina secondo noi non è degno di essere chiamato Romano! Dal 1986 la meglio pizzetta verace di Centocelle! Devi Maha (Via dei Noci, 58), lo studio di tatuaggi di Simona Sarappa, centocellina DOC che ha il suo studio in questo quartiere dal 1996. Bancolibri (Via delle Rose, 45), una libreria gestita da tre persone che hanno scommesso sulla cultura nonché grandi compagni di bevute come tutte le persone qui elencate. Tranne, purtroppo, la signora Giustina.