Fioraio Bianchi Cafè

Se siete fortunati, al bar troverete la Comtesse Rose de Leusse, Mr Orchidion e l’irriducibile Papaver, sempre rigorosamente in rosso. Ai tavoli, invece, la gentil Mimosa. Così il Bianchi, il più famoso fiorista della città, si reinventa e per non rinunciare alla più poetica delle professioni aggiunge alla sua insegna un intramontabile bisillabo: “caffè”. Avete capito bene: fiori e ikebana sono in vendita, così come bevande e croissant. Scettici? Ecco due soluzioni: 1) pensate di essere da un fioraio e già che ci siete fatevi una cioccolata tuttosprint, per uscire di slancio dal dubbio tra pianta e bouquet; 2) pensate di essere in un bar, ma ne approfittate per comprarvi un gladiolo anti-grigiore milanese. Alla fine fregarsene delle definizioni sarà facile, vista l’eccezionalità dell’ambiente. In bilico tra nobile sciatteria e raffinatezza fuori dagli schemi. Se poi vi viene fame, entrate nella seconda sala e ordinate un tortino d’alici, una zuppa di fave o un’insalata di poll...Ops! Scusate, sto sconfinando nella rubrica ristoranti (pag. 81)…