Dici Finger’s e pensi al ristorante nippo-fusion in Porta Romana, uno dei pochi casi in città di locale alla moda in cui si mangia bene. Merito di Roberto Okabe, geniale chef di San Paolo - dove c'è una grande comunità di giapponesi -, e di Seedorf, che attira gnocche e “bellaggente” manco fossimo a Hollywood (ma non all’Hollywood). I due imprenditori hanno aperto - in una di quelle zone che ti fanno amare Milano (edifici bassi e quiete a un passo dal delirio) - il Finger’s Garden; la seconda, spettacolare, sede del loro ristorante di successo. Un’ex scuola per giapponesi e successivamente centro buddhista restaurata senza badare a spese: si vedano gli interni, ma anche il giardino zen con tanto di laghetto con le carpe. Gli ingredienti sono gli stessi che hanno reso celebre Okabe: dal sushi e maki ai ravioli, passando dal merluzzo nero dell’Alaska e dagli spiedini cotti alla brace (robata), fino a un carpaccio di kobe beef da piangere per quanto è buono. Ogni piatto è uno schiaffo a quella che fino a ieri pensavi fosse la cucina giapponese e fusion.
Finger's Garden
Via Keplero 2, Milano
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