Zero Design Festival 3: benvenuto a Milano

Se Zero è un occhio attento su quello che accade nel mondo con attaccato un sorriso ironico, allora lo Zero Design Festival ha allargato da tre anni a questa parte l'ampiezza di questo sguardo verso una disciplina che caratterizza i settori produttivi del nostro Paese. “Benvenuti a Milano” il tema-non-tema di quest'anno, che allude all'auspicabile arrivo di tanti bencapitati, che cercheranno di attraversare questa città puntando Rho, ma anche no. Un benvenuti che quest'anno è stato concertato da un gruppo di designer della scena milanese, dieci anni fa considerati la nuova generazione e oggi progettisti di mezza età, con un pezzo di strada alle spalle e tanta, speriamo, da farne: Giulio Iacchetti, Matteo Ragni, Lorenzo Palmeri e chi scrive.
Un gruppo di lavoro che ha messo a punto un palinsesto per esplorare i temi del design contemporaneo, alcuni scottanti come il senso economico delle professioni creative o il significato di una istruzione di design. Altri sulla bocca di tutti, come i Fablab e le Smart cities. Con una buona manciata di ospiti di peso, chiamati a dare manforte a queste riflessioni. Una formula collaudata ereditata dalle due edizioni precedenti, caratterizzata da un perfetto bilanciamento tra momenti di riflessione in cui i designer si stendono sul lettino dell'analista per capire dovestiamoandandosuquestaterra e momenti di gioco, per prendersi molto meno sul serio. Immancabili i tradizionali appuntamenti con l'asta benefica degli oggetti donati dalle PR del mondo del design e il quiz che vede concorrere i design editor. E poi student rumble pitch e workshop con il Polidesign. Senza dimenticare la musica che chiude ogni serata col dj set dell'ottimo Zagor. E quest'anno, che siamo diventati grandi, anche momenti di intrattenimento per i nostri bambini animati da alcune realtà educative della città. Venite al Circolo Filologico Milanese per vedere anche stavolta Zero che disossa il design senza fargli male.