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Discovery: la Filarmonica della Scala sonorizza “Metropolis”

20/9/2015 Teatro degli Arcimboldi, Via Dell’Innovazione 20, Milano

di Raffaele Paria

Con la colonna sonora di “Metropolis” ci si sono cimentati in tanti, da Giorgio Moroder a Jeff Mills, giusto per citare due producer che hanno fatto del futurismo il loro credo musicale. Che negli anni artisti elettronici, pop o classici contemporanei abbiano voluto musicare quelle due ore e passa di espressionismo gotico, attesta che “Metropolis” sia opera fondamentale, fonte di ispirazione che trascende generi e mestieri. Se l’influenza del film è da decenni palpabile nel lavoro di registi, architetti, designer, la colonna sonora di Gottfried Huppertz ha goduto di meno fortuna: ostracizzata, criticata, tagliata, considerata poco attuale e infine dimenticata, al punto che molti ora ignorano che “Metropolis” sia stato effettivamente musicato.
Grazie alle recente versione di Frank Strobel con la Berlin Radio Symphony Orchestra, però, la percezione è cambiata. Si è rivalutato l’apporto musicale del periodo storico in questione, a cavallo degli anni 20 e 30, in una Repubblica di Weimar giovane, spudoratamente sognatrice e liberale. Il primo conflitto mondiale superato, se non anestetizzato, la crisi economica alle spalle, l’instabilità e l’ascesa prepotente del nazionalismo ancora da venire. Gottfried Huppertz osserva il contesto storico e combina un’opera modernista e mastodontica: prende dalla tradizione romantica e dai canoni di Wagner, ma guarda al suo contemporaneo Mahler. Accenna all’espressionismo jazz, ma non dimentica il rigore di Strauss. Lavora ai temi episodici, legati a specifiche scene del film, ma riesce a garantire il continuum sonoro con ampi ricorsi al leitmotiv.
Per questo, l’evento al Teatro degli Arcimboldi in questione è cosa eccezionale. È apprezzabile che l’orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Strobel, devii dal proprio repertorio per musicare un’opera cinematografica, ed è un privilegio godere della versione integrale restaurata del film sul grande schermo. Melancolia, gravitas, slanci emotivi, romanticismo: aspettiamoci di tutto, in sala. Anche occhi lucidi.

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