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Philippe Parreno

21/10/2015 - 14/2/2015, Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiese 2, Milano

di Lucia Tozzi

Ma chi è il Palais de Tokyo? Che ce ne facciamo della Serpentine Gallery? Per una mostra di Philippe Parreno l’Hangar Bicocca è il paradiso, uno spazio manipolabile all’infinito, in grado di diventare qualsiasi cosa. Parreno ha bisogno di alterare la percezione, di lavorare con i suoni, le immagini, le luci, gli oggetti e le macchine, e ogni mezzo ambientale, persino la temperatura, per sbriciolare i confini tra artificio e realtà e porre problemi sempre più complessi all’universo teoretico dell’arte. A giugno, in uno spazio newyorkese a sua volta molto lontano dal classico white cube museale, il Park Avenue Armory, Parreno ha inaugurato “HYPNOSIS”, una mostra spettacolare e densa, quasi arrogante dal punto di vista del sistema dell’arte statunitense. Ma qui all’Hangar oltre allo spazio c’è Andrea Lissoni, che con questa mostra chiude la sua esperienza milanese (e con l’Hangar) per dedicarsi totalmente alla Tate Modern. Parreno e Lissoni sono speculari, un artista e un curatore che spingono l’accanimento nella ricerca e la foga nella sperimentazione di linguaggi oltre ogni limite immaginabile. Le aspettative sono altissime.

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