C’è da dire che Roma ha sempre in mano una carta nascosta che sa sorprenderti. Dando uno sguardo alle novità di questo 2019 enogastronomico, ci sono delle curiosità tutt’altro che trascurabili. Andando con ordine, l’ondata di aperture anche per quest’anno non ha minimamente dato segni di cedimento e si conferma come un perno centrale dell’economia cittadina. Certo, dietro c’è sempre la risacca silenziosa delle chiusure, spesso „travestite“ da cambi di gestione, che indica come sia estremamente difficile sopravvivere per lungo tempo, ma sicuramente ci sono tante persone che in quest’ambito intravedono guadagni e prospettive di vita e ci investono tempo, sapere e danaro.
Il primo elemento di curiosità riguarda il beverage. Nell’anno dell’exploit del cocktail a Roma a livello internazionale, con la prima edizione del Roma Bar Show e ben tre bar piazzati nella bibbia di tutte le classifiche di settore, The World’s Best 50 Bars – che poi sono 100, per cui Jerry Thomas Speakeasy al 50esimo posto, Baccano al 70esimo e Drink Kong all’82esimo – non si registrano aperture spartiacque. Tutto rinviato all’apertura di Latta – joint venture che vede sempre protagonista il team del Jerry – prevista originariamente per fine 2019 e ancora non ufficializzata. Errore però parlare di crisi del settore, tutt’altro: è il sintomo che sono stati messi dei paletti importanti e l’asticella è stata fissata in alto, per cui bisogna essere veramente bravi per dire qualcosa in più. Movimenti interessanti si registrano invece attorno al vino, mercato sempre più in fermento, con le aperture di Matière – Bar à vin (progetto di Paky Liveri, già il Sorì), Goccia (famiglia Vigneto, in tandem con Spazio Diamante), Le Bollcine di Sara (spin off della storia Enoteca Bomprezzi) e RetroVino (anche questo uno spin off, ma riconducibile al pluridecorato risotrante RetroBottega).
Sul cibo invece si deve registrare una spinta verso una sperimentazione (positivamente) irriverente, con Bunker Kitchen Club, Anko e Antica Fonderia di Alba Esteve Ruiz a fare da traino, o Geppy Sferra con i suoi piatti che mischiano salato e gelato a fare da battitore libero. Si conferma il trend di riscoperta della tradizione romana (Osteria della Trippa, La Regola, Jole); dell cibo etnico, specialmente cino-giapponese (Dorayaki, Lamian Bar, Shiroya); c’è la consacrazione del pollo fritto data da alcuni pesi massimi come Bonci e il tandem Mazzo-Artisan per l’avventura Legs; l’Abruzzo mette a segno due belle nuove realtà legate al territorio (Locanda Abruzzese e Pastorie); infine la firma dei grandi nomi, che, per fortuna, ad abbandonare roma proprio non ci pensano (Jacopa, il rinnovato Spazio di Niko Romito, Idylio by Apreda, The Court etc.).
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2019-12-16