Quante volte siamo partiti DA ZERO?
Quante volte eravamo lì, abbiamo visto cambiare tutto ma ce ne siamo resi conto solo dopo, come se fosse successo per magia? Qual è il segreto?
Zero riparte dalla città, in un viaggio avanti e indietro sulla linea del tempo. Dagli ultimi 30 anni del passato, da cui sembriamo lontanissimi e da cui prendere il meglio. Dal presente in cui è impossibile andare avanti, è impossibile tornare indietro, in cui siamo immobili e soffriamo. Dal futuro che pretende immaginazione.
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Raccontare la storia di XM24 significa tracciare il percorso di due città che dentro e fuori XM hanno proiettato alcune ambizioni di cambiamento: la città dal basso e la città dall’alto. O, in altre forme, le due città contrapposte da Blu nel murales Occupy Mordor: da un lato quella formata da bottegai, imprenditori e tradizionalisti protetti dalla politica e dalla polizia, dall’altra quella in parte raccolta nell’ex mercato di via Fioravanti ossia collettivi, disoccupati, precari, migranti, hacker, punk, queer, ecologisti, eccetera. Una città, quest’ultima, che mal sopporta le gerarchie e si riconosce in uno spazio di espressione diretta fondato sulle logiche dell’orizzontalismo e del consenso assembleare. Una città nella città, composta da una miriade di soggetti che si organizzano attraverso un’assemblea pubblica settimanale per discutere e organizzare decine di attività totalmente gratuite, rifiutando la rappresentanza verticale e scegliendo consapevolmente metodi di comunicazione alternativi. Due principi che si legano ad alcuni valori fondamentali che muovono le numerose battaglie politiche di XM: antifascismo, antisessimo, antirazzismo e anticapitalismo.
Eppure tutto questo non basterebbe a spiegare l’unicità di XM24 se non ci fosse la meticcia Bolognina, quell’ex quartiere operaio dove morì il Partito Comunista e dove negli ultimi anni si sono concentrate una serie di trasformazioni, battaglie e momenti di rottura che hanno polarizzato fortemente la discussione pubblica rendendo ancora più netti i confini tra le due città. Ma andiamo per gradi.
Nel giugno del 2000 un collettivo riunito sotto il nome di Bologna Social Forum occupa l’ex gasometro di via Ranzani in occasione del vertice OCSE. Sono gli anni bollenti delle lotte alla globalizzazione che porteranno poi ai fattacci di Genova nel 2001 e, a Bologna, sono gli anni del sindaco di centro-destra Guazzaloca, che nella sua serie illuminata di concessioni propone nel 2002 al Bologna Social Forum – sgomberato l’anno prima – diversi spazi dismessi tra cui l’ex mercato ortofrutticolo di via Fioravanti 24. Nasce così l’XM24, spazio pubblico autogestito che sin da subito diventa il centro aggregatore di molte di quelle esperienze che poi ne determineranno la peculiare identità, tra cui la SIM, Scuola di Italiano CON Migranti, le telestreet e collettivo di mediattivsti Teleimmagini, la Palestrina, l’Hacklabbo, la Libera Università Contropiani e la Palestra di Sovranità Alimentare che si trasformerà poi nel mercatino dei produttori della Valsamoggia (attuale Campi Aperti). Poi, poco più in là, anche Frigotecniche, collettivo che prende il nome da una cella frigorifera dell’XM autore di centinaia di mitici concerti perlopiù hardcore che sanno di birra sgasata e sudore.
La fama di XM oltrepassa in poco tempo i confini di Bologna grazie agli AntiMTVDay (2001-2011), appuntamento di Donna Bavosa e Sangue Dischi (ma non solo) teso a spargere dissenso in forma di esplosioni noise e goliardia oltranzista a pochi metri dalla popolare kermesse del Parco Nord. Agli AntiMTVDay suonano praticamente tutti quelli che non suonano mai, non suoneranno più o suoneranno per sempre, accomunati dall‘attitudine DIY, fieramente incarnata da XM.
Siamo ancora nella prima fase – se così si può chiamare – del centro sociale, quella nella quale il rapporto con l’amministrazione è naturalmente conflittuale ma dialogante e a XM viene in qualche modo riconosciuto un ruolo di interlocutore per i progetti sul quartiere. Progetti di riqualificazione che partono nel 2004, ma iniziano a concretizzarsi con la giunta Cofferati nel 2007, quando spuntano le idee del parco, della Trilogia Navile e di uno studentato. Progetti che determineranno la seconda fase dell’XM.
L’11 settembre 2008 con uno spettacolo notturno viene inaugurata la nuova sede del Comune in piazza Liber Paradisus, opera dell’architetto Mario Cucinella. Sorge sulle ceneri del vecchio Link e segna probabilmente il passaggio cruciale per la nuova Bolognina. La vicinanza all’ingresso per la stazione dell‘Alta Velocità che verrà aperta nel 2013 cambia, infatti, i connotati geografici del quartiere, convertendolo da prima periferia a ultimo tratto del centro. E quel cambio di prospettiva affiancato alla modernizzazione dell’area aperta dall’avveneristico palazzo dell’archistar bolognese stimola il palato di immobiliaristi e speculatori.
Il cielo sopra XM inizia a farsi cupo e nel marzo del 2011, nella città commissariata dalla futura ministra dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, la realizzazione di una rotonda in via Fioravanti mette a rischio una grossa porzione del centro sociale. Rischio scampato grazie a un progetto alternativo presentato proprio dagli stessi attivisti con la campagna “La Realtà non è Rotonda” in occasione della quale viene anche realizzato da Blu il murales Occupy Mordor. Ma per molti quella rotonda rimarrà il primo pretesto per far fuori XM.
Con l’insediamento della giunta guidata dal sindaco Virginio Merola i rapporti diventano ancora più tesi. Quello che la nuova Amministrazione chiede a tutti gli spazi concessi dal Comune è la regolazione dei rapporti attraverso bandi e convenzioni destinate a soggetti associativi, che per la propria natura giuridica sono basati su una rappresentanza legale incompatibile con l’orizzontalismo assembleare che caratterizza i centri sociali come XM. Ma la volontà di mantenere lo spazio è comunque forte e l’accordo triennale arriva nel 2013 grazie alla creazione di un comitato per la promozione e la tutela delle Esperienze Sociali Autogestite (ESA), libera associazione di cittadini che funge da interfaccia tra le assemblee di gestione e l’amministrazione.
Mentre Bologna attraversa una stagione di sgomberi importante (Bartleby, Atlantide e soprattuto l’Ex-Telecom, proprio in via Fioravanti, occupazione abitativa dal quale decine di famiglie vengono sfrattate per fare poi posto alla catena The Student Hotel), XM24 diventa un’isola felice nel cantiere della gentrificazione – ogni riferimento all’Isola nel Kantiere è casuale ma non troppo -, baluardo di una varietà di proposte dal basso che collimano fortemente con la nuova spinta dall’alto ormai dominante, ma anche simbolo di degrado per chi nella nuova Bolognina conduce la sua battaglia securitaria.
Una città nella città dove si pratica integrazione linguistica con la già citata SIM (Scuola di Italiano CON Migranti) e consulenza legale con Mederì, un collettivo di giuriste/i e non, attive/i nel campo delle migrazioni; si acquista, si discute e si produce cibo rispettivamente con il mercatino di Campi Aperti, il collettivo Eat the Rich che promuove un’educazione alimentare consapevole e St’Orto, un piccolo orticello situato proprio dentro l’ex mercato; si diffonde musica grazie ai collettivi Sala Prove, Bologna Punx e Bologna Elettrica, con eventi che diventano un’occasione di contatto e supporto reciproco tra etichette, produttori e cultori; si possono consultare riviste e materiale editoriale indipendente nell’Infoshok o al festival Olè; si possono costruire o riparare i propri cicli nella Ciclofficina Popolare Ampioraggio, stampare le proprie serigrafie in SeryXM il laboratorio autogestito per la stampa serigrafica o produrre vestiti con il collettivo Sartoria; nascono hacker nel laboratorio Hacklabbo; si fa sport nella Palestra popolare “Teofilo Stevenson”; o si partecipa alle attività legate all‘informazione sulla riduzione del danno legato al consumo di sostanze psicoattive di Lab 57 (di cui abbiamo già parlato nel capitolo sul Livello 57) e ai dibattiti sulla psichiatrizzazione, patologizzazione e medicalizzazione di malessere e dissenso del collettivo anti-psichiatrico AltreMenti.
Tutti gli eventi/iniziative a pagamento hanno un tetto massimo di 3-5 euro, se qualcuno non può proprio pagare lo si fa sempre entrare e i proventi degli ingressi finanziano da un lato lo spazio (bollette utenze, materiali per i laboratori, ecc.) dall’altro sostengono alcune battaglie di altri attivisti in Italia e nel mondo,
XM era XM, non solo un luogo fisico, non solo tantissime anime e attività, non solo la Bolognina, non solo un’idea, ma tutto questo insieme
Proprio XM24 prende parte a una delle azioni artistiche più memorabili della storia della città: aiutato dai suoi occupanti e dal Crash, il 12 marzo 2016 Blu cancella dipingendo di grigio tutte le sue opere a Bologna, comprese quelle di via Fioravanti, come azione di protesta nei confronti della fondazione Genus Bononiae e della sua mostra Street Art – Banksy& Co. L’arte allo stato urbano. E affida al blog di Wu Ming le spiegazioni del gesto: „Dopo aver denunciato e stigmatizzato graffiti e disegni come vandalismo, dopo avere oppresso le culture giovanili che li hanno prodotti, dopo avere sgomberato i luoghi che sono stati laboratorio per quegli artisti, ora i poteri forti della città vogliono diventare i salvatori della street art. Tutto questo meritava una risposta“.
È l’inizio del muro contro muro. E qualche mese dopo, il 30 gennaio 2017, a convenzione scaduta e non rinnovata, viene recapitata la famosa lettera del Comune in cui si chiede di “lasciare i locali liberi da cose e persone” entro il 30 giugno, rendendo effettiva la decisione di non rinnovare la concessione. La città dal basso si raccoglie attorno a XM, la discussione sui giornali locali e a Palazzo d’Accursio si infiamma, e l‘1 luglio 2017 inizia ufficialmente l’inizio dell’occupazione dell’XM24 con un festival di due giorni nel parco dietro XM il cui messaggio è: „noi da qui non ce ne andiamo!“.
Con Crash e Làbas sgomberati nell’agosto del 2017, la sorte sembra comunque già segnata. L’epilogo non è immediato, ma i progetti dell’Amministrazione sono espliciti. Dalla clamorosa proposta per una caserma dei carabinieri si passa a una casa delle associazioni, poi casa della cultura e, infine, un progetto di co-housing e nonostante le 5000 persone della manifestazione di giugno 2019 dietro lo striscione „Contro il nulla che avanza“, sempre d’agosto le ruspe abbattono i locali di via Fioravanti 24.
Poi l‘occupazione della Caserma Sani, il nuovo sgombero e l’odissea per lo spazio tuttora in divenire. Ma XM, quell’XM finisce così.
Ne abbiamo sentiti di hipster vagheggiare che entrarci era un po‘ come varcare la soglia di un pezzo di Berlino, solo perché sullo sfondo c’erano i palazzi in costruzione, nessuno ha mai passato lo straccio per terra e non c’era un angolo di muro libero da graffiti e croste di vernice. Ma la verità è che XM era XM, non solo un luogo fisico, non solo tantissime anime e attività, non solo la Bolognina, non solo un’idea, ma tutto questo insieme. Berlino invece era era là fuori, in quei cubi di cemento che hanno prodotto il vuoto intorno, nei sogni di gloria della città che ha venduto la propria anima per inseguire progetti urbanistici di discutibile successo.
„Se hai seimila persone a una serata nel parco – dice Raudo dei Marnero in una bella intervista -, e il giorno successivo parli di incompatibilità con i cittadini, allora siamo alle solite: quelle seimila persone sono cittadini di serie B? O non esistono? Luoghi come XM danno fastidio perché creano valore ma di relazione, creano reti di relazioni, e non mettono un valore economico alla cultura„.
„L’Autoproduzione – si leggeva nell’ultimo Pippone dell’ultimo AntiMTVday – resta, più di prima, uno degli strumenti principali con cui crearsi i propri spazi, e l’assuefazione è la peggior ruggine per il cuore. Ora che ci sta crollando il terreno sotto i piedi, cerchiamo di salire tutti su questa Catapulta Infernale che ci spinga forte Oltre. Però non per Fuggire-Da ma per Andare-Verso, perché forse tutto comincia adesso. Dai, che fra l’altro ci aspettano anni duri e l’unica cosa che ci può aiutare a resistere è stare insieme„.