Funk, amore mio. Una dichiarazione d’amore a partire dal nome, che prosegue in un catalogo fatto di reissue cercate, amate, a cui far rivedere la luce e di cui godere nuovamente decenni dopo. Habibi è una delle parole arabe più conosciute al mondo (significa, appunto, “amore mio”), il funk, invece, ha bisogno di poche presentazioni: come genere e come filosofia di vita. A metterle insieme un ragazzo tedesco di nome Jannis Stürtz con un’etichetta di base a Berlino che da anni svolge un lavoro di archivio al pari di quello di progetti come Analog Africa o Bongo Joe.

Se queste ultime si concentrano prevalentemente sul continente africano e Sud America, Habibi Funk fa suo il mondo arabo, in lungo e largo. “Eclectic sounds from the Arab world” è difatti lo slogan del progetto, che nei dj set si riflette in selezioni fatte di groove morbidi e immaginifici, che sanno far ballare quanto perdersi in suoni affascinanti. Jannis torna a Roma: non fatevi scappare il biglietto per un viaggio sull’astronave Habibi Funk.