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Mieru Mieru

ZERO here: Si sfonda di cozze

Categories Restaurants

Foto di Andrea Cavallari

Contacts

Mieru Mieru Via Magolfa, 14
Milano

Time

  • lunedi chiuso
  • martedi 19–00
  • mercoledi 19–00
  • giovedi 19–00
  • venerdi 19–00
  • sabato 19–00
  • domenica 12:30–15:30

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Food

Prices

C’erano una volta una copy sudamericana, un fisioterapista sempre in after, uno start-upper e dj, una tatuatrice, una psicologa-bar tender (di solito è il contrario) e un giornalista, che poi sarei io. Si sedettero a tavola in un bellissimo ristorante di pesce sul Naviglio riuniti da un bar manager, in una di quelle cene molto milanesi in cui magari viene fuori l’idea per svoltare, oppure si fanno un po’ di pierre, magari si scopa prima o poi, eh. E così, per sciogliere il ghiaccio, cominciarono a bere: solo vini pugliesi, peraltro ottimi, dalle bolle di aperitivo al bianco passando per il rosato, che da quelle parti lo sanno fare bene se sai muoverti. Non per niente il locale si chiama Mieru Mieru, che come tutti i milanesi che sono andati in vacanza in Salento sanno significa vino vino, e dunque vino vero.

Tra un’autopresentazione, un biglietto da visita e un’idea per diventare ricchi divertendosi, cominciarono ad arrivare le pietanze: come antipasto le migliori cozze gratinate mai mangiate nella loro vita, accompagnate da un fritto di alici e da un polpo alle fave che si difendevano alla grande – non era affatto facile di fianco a quelle cozze.
Poi l’oste chiese se come primo volessero gli spaghetti alla tarantina o le orecchiette con le cime di rapa: dopo aver scoperto che la tarantina consiste in cozze e pomodoro, mai plebiscito fu più apprezzato.

A quel punto i magnifici sette erano già alla sesta bottiglia di vino, il lavoro non interessava più a nessuno e i discorsi più in voga erano, in rigoroso ordine d’importanza: 1) come stare ore e ore seduti a tavola senza farsi venire mal di schiena; 2) come sbattere fuori di casa il marito senza farsi venire mal di schiena; 3) come riprendersi dall’hang over senza farsi venire mal di schiena.

I sette samurai dell’intrattenimento passarono ai secondi senza pensarci un attimo: frittura di paranza e trancio di rana pescatrice alla marinara, cucinati con la sapienza di chi fa questo lavoro da una vita. Eh sì, perché i magnifici sette scoprirono che Mieru Mieru è sì un ristorante di recente apertura, ma che la famiglia tarantina che lo gestisce ha alle spalle un’esperienza di 40 anni.

I dolci, perfetta conclusione di quella cena memorabile, furono serviti in un clima di totale svacco, ma – complice la disposizione dei tavoli sorprendente per gli standard milanesi (grazie agli ampi spazi a disposizione dei commensali) – il resto degli ospiti del ristorante non se ne accorse. L’amaro tarantino aveva già innaffiato copiosamente la tavolata. Nessuno si ricordava più il motivo per il quale si trovava lì, tuttavia tutti avevano lo stesso motivo per ritornarci.