Appena entrati nello spazio di Giò Marconi si viene avvolti all’interno di una foresta di lampade, che regala la sensazione di essere come immersi all’interno di una scenografia teatrale di uno spettacolo off Broadway.
È in questo che consiste la personale RENEGADE di Atelier VAN LIESHOUT, che ha inaugurato il 21 Marzo, la sesta in galleria. Continua così il percorso intrapreso ormai da anni e segnato da quella ambiguità disciplinare che permette all’artista di scivolare agevolmente tra l’arte e il design senza dover sentire la necessità di collocarsi e definirsi nettamente all’interno del sistema artistico in maniera univoca.
A pezzi che colpiscono per la linearità delle forme e dei tagli molto spigolosi, si affiancano invece lampade collage, evidentemente assemblate con materiale di riciclo ed elementi non convenzionali come passamontagna, maschere a gas, casse di birra, mezzibusti, gabinetti e parrucche, tutti figli di un’estemporaneità della creazione talvolta riuscita e talvolta meno, ma che non lascia indifferenti e che, come nella migliore tradizione di Joep Van Lieshout, genera reazioni contrastanti in chi la guarda ma di sicuro non lascia indifferenti.
È una mostra piacevole, leggera al punto giusto e ironica, che mescola rimandi storici ad una composizione eclettica, e seppur espressione di una sorta di “monografica” della lampada tocca tutti quei temi di critica alla contemporaneità cari all’artista, dall’iper-progettualità al consumismo, dalla sovrapproduzione industriale al riciclo, il tutto declinato con il giusto sense of humor, lasciando aperto l’interrogativo su quanto prevalga la funzionalità dell’oggetto rispetto al pezzo come opera d’arte.
Scritto da Chiara Ranghino