Dopo essersi esibiti in quattro performance diverse (invero una meglio dell’altra) nel giro di due giorni al Robot di Bologna senza aver ancora pubblicato un “album” vero e proprio (ma confidiamo che prima o poi arrivi), possiamo asserire ormai con certezza che la dimensione live resta l’incarnazione primaria dei Salò e il gesto performativo – in tutta la sua “unicità”, vicina tanto al teatro quanto alla musica – il momento in cui il progetto trova compimento e un effettivo margine di trasformazione/evoluzione. Dal punto di vista “concettuale”, i Salò sono quel genere di (non) gruppo il cui immaginario poteva nascere solo a Roma: fasto e decadenza, letteratura e perversione, barocco e contemporaneo, radici nella scena sotterranea ma capacità di creare connessioni con contesti artistici diversi, addirittura istituzionali, e una dimensione performativa “aperta” e altamente ritualistica senza mai regole fisse, se non la presenza di featuring e i costumi sempre bellissimi e diversi realizzati da Emiliano Maggi, tra le menti del progetto.
Se il canovaccio musicale è quello di un avant rock che banchetta con folklore, psichedelia, rumore e elettronica, il centro focale è la diversità delle performance e la presenza fissa per ognuna di ospiti a sorpresa – che anche stavolta non mancheranno per la presentazione della nuova release “Malizia/Rogo” pubblicata in collaborazione con NERO. Come ci raccontavano qualche tempo fa, in occasione del live per Romaeuropa, «Saló è un progetto performativo che affonda le proprie radici nel passato della cultura italiana, attraversando secoli di storia prendiamo spunto dal grottesco, la fiaba, il mito, il cavalleresco unendo a essi la venerazione dell’eros onnipresente in ogni epoca, tra il culto e l’occulto. Il mondo dell’erotico rappresenta un “leitmotiv” del progetto teso a sottolineare la perversione della società contemporanea: non più sessuale ma anche economica, dove il “feticcio” assume nuovi significati. Decadenza, crollo della morale, perversione dei costumi. Il nome “Salò”, di chiara ispirazione Pasoliniana, resta legato a un immaginario evanescente di depravazione estrema, da parte di chi detiene il potere e di chi lo subisce». Dagli stornelli a certo suono glam rock, attraverso il Rinascimento ma pure la scena di Borgata, aspettatevi un set ancora diverso dall’ultimo a cui avete assistito.
Scritto da Chiara Colli