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mer 02.03 2022

La musica elettronica a Roma. Retrospettiva

Dove

Goethe Institut
Via Savoia 15, Roma

Quando

mercoledì 02 marzo 2022
H 17:30

Quanto

free

Contatti

+ 39 3928093800

Foto di Roberto Masotti

Quando si è tenuto il primo concerto di musica elettronica a Roma? Quella che potrebbe essere una domanda filosofica, volta a generare indagini e riflessioni, in realtà ha una risposta ben precisa: 2 marzo 1962, al Teatro Eliseo. Quella sera si tenne un concerto di soli brani elettronici acusmatici realizzati al celebre Studio Westdeutsche Rundfunk di Colonia e agli studi Siemens di Monaco di Baviera (tra gli autori Stockhausen, Ligeti, Eimel, Evangelisti, Brün, Kagel, Riedl, König). A organizzarlo fu Franco Evangelisti – in collaborazione con la Deutsche Bibliotek Rom, oggi Goethe-Institut, e l’associazione Nuova Consonanza – compositore che proprio nei WDR aveva registrato “Incontri di Fasce Sonore”, il primo brano di musica elettronica italiana.

A Sessant’anni di distanza si torna nell’auditorium del Goethe-Institut per celebrare questa ricorrenza. L’evento sarà introdotto da Joachim Bernauer (Goethe-Institut), Irmela Heimbächer (Fondazione Scelsi) e Paolo Rotili (Nuova Conosnanza), per poi proseguire con una tavola rotonda che inquadrerà storicamente e musicalmente il concerto del ’62 a cui parteciperanno Agostino Di Scipio e Francesco Galante, compositori elettronici e musicologi italiani, la musicologa tedesca Miriam Akkermann e Walter Branchi, artista raro e di valore che fu presente a quel concerto e negli anni 70 partecipò alla nascita del LEMS (Laboratorio Elettronico di Musica Sperimentale) di Pesaro.

Partitura realizzativa (su carta) di “Incontri di fasce sonore”.

La seconda parte delle celebrazioni inizierà con una preziosa session d’ascolto dei brani eseguiti all’Eliseo, diffondendo tramite giradischi le tracce incise sui vinili dell’epoca (a cura di Clio Flego e Giuseppe Silvi), e in secondo momento vedrà protagonisti gli studenti del primo anno del corso di Laurea Magistrale in “Multimedia Arts and Design” della RUFA, che hanno realizzato delle performance audio/video live ispirandosi a tre di quei brani storici. Parallelamente agli incontri e alle performance sarà allestita una mostra con materiali unici e affascinati dell’Archivio Evangelisti, conservati presso la Fondazione Isabella Scelsi, tra cui una stampa su stoffa lunga nove metri della partitura di “Incontri di fasce sonore”, il carteggio con i vari compositori nel periodo intorno al concerto, foto e dischi d’epoca, e il materiale promozionale di quell’evento.

Tutta l’iniziativa sarà moderata da Leonardo Zaccone, curatore di questa retrospettiva, avvalendosi della collaborazione del collettivo MetaDiapason e di Spazio Chirale. Proprio a Leonardo abbiamo chiesto qualche considerazione sull’importanza di quel concerto del marzo ’62.

“C’è stato un tempo in cui la musica si ascoltava peculiarmente dal vivo. Certo, i dischi erano entrati nelle case della gente comune già da decine di anni, ma in occasione di questo concerto per la prima volta ci si è riuniti tutti insieme in una sala per ascoltare musica riprodotta. Inoltre, si trattava di vera e propria musica elettronica, musica sintetizzata negli studi di Colonia. Fu un cambiamento radicale non solo rispetto all’esperienza del rituale d’ascolto – assistere a un concerto senza nessun musicista sul palco – ma anche rispetto al tipo di suoni che furono diffusi. Oggi può sembrare strano, perché praticamente l’esperienza di quel concerto non è altro che la pratica di ascolto musicale più comune dei nostri giorni. Ma allora nessuno poteva immaginarlo.

Franco Evangelisti è stato un visionario, ma anche un uomo molto pratico, con una forte coscienza del ruolo sociale e, allora avremmo detto, politico della sperimentazione artistica e della pratica culturale. Nella storia della sperimentazione musicale si trascura sempre il ruolo di Roma, che invece fu essenziale a livello mondiale, non solo italiano. Qui si praticava la più interessante esperienza di pratica improvvisativa, tra Nuova Consonanza e l’Accademia Americana. A Roma fu inventato il Synket, il primo sintetizzatore di musica elettronica usato in un concerto dal vivo. Questa retrospettiva vuole mettere la lente sul ruolo, assolutamente importante, che in quegli anni la città ebbe nella storia della musica”.

Ingresso gratuito con green pass prenotando alla mail info@metadiapason.eu.

Scritto da La Redazione