Non ho mai percepito i confini tra le arti, le forme espressive si manifestano certamente in forme diverse, ma il bacino sensibile da cui attingono è il medesimo per tutte. E quindi è inevitabile che anche quando ricadono in questo lato del mondo si sentano sorelle, si stiano vicine le une alle altre portando l’espressività a livelli sempre più alti. Il suono e i linguaggi performativi hanno in questo senso una grande permeabilità e il lavoro di Agnese Banti apre porte su questo dialogo. Una ricerca compositiva in cui gli altoparlanti, protagonisti della performance, abbandonano la propria natura di dispositivi di diffusione sonora e diventano presenze con cui relazionarsi, organizzati in una coreografia di suoni cangianti. Attraverso questi compagni di scena, Banti porta la propria voce per interrogarla come altro da sé stessa: per giocare ed entrarci in relazione, per costruire e decostruire lo spazio attraverso un processo fra rito e gioco e suono diffuso che si articola su un foglio bianco.
ps: dopo lo spettacolo è previsto un incontro con Agnese Banti. Potete registrarvi gratuitamente QUI
Scritto da Annika Pettini