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mar 26.03 2024 – mer 27.03 2024

La Veronal: Firmamento

Dove

Triennale di Milano
Viale E. Alemagna 6, 20121 Milano

Quando

martedì 26 marzo 2024 – mercoledì 27 marzo 2024
H 19:30

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Orsa, Leone, Bilancia, Orione… nomi di costellazioni, che noi, esseri umani, abbiamo associato a un ammasso di stelle facendole diventare, con la fantasia, delle figure e delle forme definite e riconosciute. Nominare, inventare, raccontare, creare, sono azioni che costantemente compiamo per dare un senso a questo nostro vivere sulla terra. La Veronal, compagnia di Barcellona fondata nel 2005 da Marcos Morau, mette in scena un vero viaggio nell’universo per arrivare dove non esiste più niente, dove tutto è da inventare.
Non è importante il cosa viene raccontato in Firmamento ma il come, perché più che una storia sul palco si dispiegano concetti danzati, tra futuro e distopie, tra immagine e realtà. In scena è presente un dispositivo, un lungo bancone, apparentemente codificato, che a seconda dell’utilizzo cambia forma diventando una radio, uno studio di registrazione o una cabina di controllo, in cui i sei performer si muovono con gesti spezzati, robotizzati, come burattini mossi da fili invisibili, sembrando a tratti un corpo solo, altre volte invece molte entità multiformi.
Nulla è immobile in questo palco-universo che, anzi, è soggetto a costante trasformazione e la radio diventa una sala di un cinema in cui una figura seduta di spalle alla platea guarda un video d’animazione. Il film trasmesso è un gioco metacinematografico e metateatrale in cui si affastellano scene di cinema dentro un teatro, dentro un cinema e via così, creando un meccanismo a matrioska apparentemente infinito, un Truman show in cui, improvvisamente, siamo tutti immersi.
Firmamento è come una giostra, una montagna russa, vissuta in soggettiva da un pupazzo che i performer muovono sul palco che continua ad avvicinarsi e ad allontanarsi da un centro con costanti zoom. Mostrandoci allo stesso tempo il nostro piccolo mondo visto da un’altra galassia e un secondo dopo facendocelo vivere da dentro lo schermo, spezzando quindi la possibile finzione entrando in un tubo catodico di una televisione in cui tra green, blue e red screen si materializzano mondi fantastici.
A tutto questo aggiungiamo un pizzico di Kubrick e il monolite di 2001 Odissea nello spazio arriva come un parallelepipedo, non più nero e sospeso in aria, ma creatore di luce e immagini. Lo spettacolo, attraverso continui coup de théâtre, porta alla meraviglia, avvicina alla magia, creando, dal vivo, attraverso giochi di luce, musiche melanconiche e ritmate, video e movimenti perfetti un sogno lucido.
“Exit” si legge a lato del palco sopra una porta che, se oltrepassata, conduce i performer fuori dalla scena. Quella porta è lì presente e si spera che non venga mai oltrepassata da tutti i performer perché se accade, potenzialmente, tutto finisce. La Veronal ancora e ancora ci porta nel suo mondo o meglio nei suoi mondi paralleli, non è un tema nuovo per la celebre compagnia catalana ma ogni volta, forse perché proprio i mondi, come la fantasia, sono infiniti, rimaniamo risucchiati nel loro spettacolare universo. L’unico desiderio è quello che questo spettacolo non finisca mai e si attende costantemente in fibrillazione sulla poltrona la prossima scena, l’idea seguente, il Nuovo Mondo che La Veronal creerà sul palco.

Scritto da Francesca Rigato