Cinedemia; questo è, a mio avviso, uno dei più bei neologismi partoriti da questa terra gravida di Virus. E ovviamente non c’è che d’approfittarne. Per celebrare l’esistenza di questa neonata malattia culturale che si combatte a suon di hashtag, noi di ZERO abbiamo deciso come nel migliore dei talk show politici di dare la parola agli esperti – che in questo caso sono i direttori artistici delle più importanti istituzioni milanesi in ambito cinematografico.
Per il primo appuntamento della nostra rubrica abbiamo incontrato Alessandro Beretta, critico cinematografico del Corriere della Sera e direttore del Milano Film Festival. Ad Alessandro non abbiamo solo chiesto una listicle dei suoi #mustwatch di questi giorni claustrofobici, ma anche qualche anticipazione sulla prossima edizione del festival – perché belli i momenti amarcord, che fanno tanto magma mnemonico felliniano, ma a noi interessa ancora di più la riattivazione dell’interesse per il futuro (culturale) prossimo della nostra città.
La sua top 5 (della quarantena):
Uncut Jems (Diamanti grezzi) (2019) di Josh e Benny Safdie
I fratelli Safdie sono due registi newyorkesi che hanno preso certo cinema di Martin Scorsese e l’hanno bagnato nell’L.S.D. shakerandolo con i ritmi di oggi. Il risultato è una prova di Adam Sandler esplosiva nei panni di un mercante di gioielli di origini ebraica, a New York, pieno di debiti, tra scommesse e bella vita, che rischia tutto su un’ultima partita di basket.
Nota per la visione in quarantena: Non sentirti stretto in un piccolo locale, considera come si trova Adam Sandler nel finale.
The Beach Bum (2019) di Harmony Korine
La vita del poeta Moondog – con cui abbiamo aperto Milano Film Festival nel 2019 – è un circo ricco, malinconico, drogato, che Matthew McConaughey interpreta. La sfida è scrivere un romanzo per incassare milioni d’eredità e spenderli a modo suo. Harmony Korine, maudit da star system all’americana, dirige il suo primo film a buon budget e, letteralmente, lo brucia in grande stile.
Nota per la visione in quarantena: Non iniziare a piangere quando vedi i tramonti sul mare di Miami.
You and the Night (2013) di Yann Gonzales
Chiusi in una villa, per una notte di sesso surreale e unica, anche nella palette dei colori. Gli immortali Ali, Matthias e Udo hanno organizzato un’orgia; ci partecipano, tra gli altri, lo Stallone (Éric Cantona) e la Signora Commissario (Béatrice Dalle). L’esordio di Gonzales vinse nel 2013 il concorso al Milano Film Festival, un film che disturba e affascina, anche con ironia, come vorremmo facesse spesso il cinema.
Nota per la visione in quarantena: Non fatevi prendere dal desiderio del sesso di gruppo, tantomeno in costume. C’è da aspettare un po’.
Le Livre d’Image (2018) di Jean-Luc Godard
Per vedere i film degli ultimi decenni di Godard l’ideale è abbandonarsi al gioco dei riferimenti. Senza volerli cogliere tutti, ma lasciandosi andare nel montaggio di materiali disparati: cinema, tv, pittura, letteratura, musica. In Le Livre d’Image, che passammo in anteprima nel 2018, il cinema è un mezzo per attraversare la Storia in diretta, dal tavolo di montaggio, accompagnati dalla voce di JLG.
Nota per la visione in quarantena: Godard ha realizzato il film nella sua casa-studio in Svizzera. Involontariamente, in smart working cinéphile. Cosa ancora più bella, il suo studio è oggi un’installazione alla Fondazione Prada.
Our Daily Bread (2005) di Nikolaus Geyrhalter
L’austriaco Geyrhalter è un documentarista dallo sguardo apparentemente neutro, ma che in realtà è in grado, grazie al suo rigore, di mostrare grandi processi poco noti. Nel 2015 gli dedicammo con il Festival un omaggio completo e passò da Milano. Qui è alle prese con la filiera della produzione alimentare su grande scala in tutto il mondo, dalle uova alle mucche, dai pesci alle mele. L’impressionante dietro le quinte dell’industria del cibo.
Nota per la visione in quarantena: Riserva le domande su cosa stai mangiando in questi giorni a una fase successiva, post-quarantena.
L’anticipazione sulla 25° edizione del Milano Film Festival:
“Confidando nel calendario, come Milano Film Festival stiamo lavorando alla 25° edizione prevista dal 2 all’8 ottobre. Intanto, per raccontare queste settimane, abbiamo appena lanciato una call per un film collettivo insieme alla casa di produzione MIR cinematografica e ad AIR3 (Associazione Italiana Registi). Il progetto si intitola “Instant Corona” ed è aperto a filmmaker e professionisti che vogliano catturare questo frangente. Fare rete in modo diverso dai media tradizionali, crediamo sia un’occasione artistica e civile.
Abbiamo appena aperto i bandi per il Concorso Internazionale Lungometraggi, riservato a opere prime e seconde, e per il Concorso Internazionale Cortometraggi, per registi sotto i 40 anni d’età. Siamo qui, pronti a vedere film”.
Qui il link della call al film collettivo.
La perversione cinefila che non vede l’ora di realizzare:
“Quando si potrà tornare al cinema, vorrei andare nella sala 1 di The Space Cinema Odeon, dove si è svolta la 24° edizione, per ritrovare il motto latino che incornicia lo schermo “Ex Tenebris Vita”, ovvero “Dal buio, la vita”. Sarà la sensazione che avremo, spero tra non molto tempo, in ogni campo”.