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Ncontemporary tra garage londinesi, corsetti e la sede a Milano

Una decade che racconta la storia della galleria di Città Studi

Scritto da Alessia Romano il 21 marzo 2023
Aggiornato il 22 marzo 2023

Ncontemporary: Valeria Conti, Federica Barletta, Emanuele Norsa

Se tutto ebbe inizio in un garage di Londra nel 2014, siamo prossimi ad un evento importante! È così che metto a fuoco l’imminente anniversario della nascita della galleria mentre con un caffè e delle squisite Camille alla carota mi faccio raccontare come è nato Ncontemporary. Mentre si occupava di analisi finanziaria, Emanuele Norsa inizia a collezionare e ad entrare in contatto con una serie di gallerie e di artisti emergenti. Iniziano collaborazioni spontanee e da qui si avvicina all’idea di poter lavorare con loro in modo autonomo e porta il suo progetto all’interno di un garage in Knightsbridge: Ncontemporary Project Garage. Con ancora i segni di sgommate sulla pavimentazione e una triade cromatica che ne vestiva le pareti, lo spazio ospitava mostre i cui artisti provenivano quasi esclusivamente dal Royal College of Arts, ancora oggi una delle scuole d’arte più prestigiose al mondo. Lavorando con i suoi coetanei, artisti degli anni Ottanta, lo spazio viveva professionisti di una stessa generazione intenti a lavorare sulla ricerca e sulla sperimentazione per dare voce a quelli che erano i bisogni del sistema dell’arte, attraverso progetti studiati ad hoc e a una formula espositiva più flessibile. La mostra che inaugurò lo spazio fu una personale di Patrick Tuttofuoco Portraits, portraits, portraits in cui veniva presentata una serie di ritratti realizzata dall’artista e che andava a costituire la pubblicazione omonima a cura di Nicola Ricciardi.

 

Anche se ha viaggiato molto, dagli ambienti londinesi a Milano passando per Torino, Ncontemporary non si è mai definitiva una galleria/spazio nomade: nonostante il suo curriculum espositivo vanti una serie di differenti location in cui ha potuto agire, Emanuele e Federica Barletta – attuale direttrice della galleria milanese – hanno fatto sì che per ciascun progetto e per ciascuna mostra, vi fosse uno spazio differente in cui mettere in dialogo gli artisti. Come quando a Torino, in una antica corsetteria diventata project space, Federica ed Emanuele hanno creato una nuova casa per l’arte, dedicata sempre agli artisti degli anni Ottanta, generando la possibilità di collaborare con altri colleghi galleristi al supporto dei giovani artisti emergenti internazionali. Ed è proprio qui, mentre si raccontano, che si vede la passione condivisa e la soddisfazione verso il lavoro che hanno svolto, e che continuano a svolgere. Complicità e stima tra direttore e fondatore che, insieme a Valeria Conti, assistente di galleria, raccontano aneddoti e storie su quello che è stato il loro percorso, le relazioni intraprese con gli artisti e mai lasciate indietro e che si sviluppano solo se coltivate.

mano a mano che il progetto prendeva forme diverse riempiendo spazi differenti, anche la linea di ricerca subiva delle piccole variazioni

In questo modo, mano a mano che il progetto prendeva forme diverse riempiendo spazi differenti, anche la linea di ricerca subiva delle piccole variazioni: operando inizialmente all’interno della scena londinese, gli artisti con cui Ncontemporary lavorava provenivano soprattutto da lì, ma nel 2016 si spostano in Italia, a Milano in zona Romolo e i loro orizzonti cambiano. Decidono di aprire il ventaglio di lavoro anche agli artisti locali fino ad introdurre artisti mid-career ed established internazionali una volta compiuto il grande passo nel 2019: ovvero il momento in cui Milano diventa casa ufficiale della galleria Ncontemporary in Via Lulli 5. Vicina a Loreto ed esattamente in mezzo al mitico Maoji Street Food (per chi non lo conoscesse vada a ricercare la puntata di Alessandro Borghese di 4 ristoranti del 2019) e Vietnamonamour, in pieno quartiere Città Studi aprono la loro “main gallery” di 100mq affacciata su strada, che innesca un vero e proprio dialogo con ciascun passante. Artisti, designer, colleghi e le persone del quartiere, fanno ormai parte dell’essenza familiare e genuina che la galleria possiede. Proprio per questo motivo si deve dire che gli artisti seguiti dalla galleria sono sempre rimasti fedeli, fin dalla sua ideazione nel 2014: un legame di fiducia che si è consolidato anche grazie al modo di portare avanti le ricerche, con progetti e mostre che nascono da una conoscenza – con molti – quasi decennale. Artisti che si occupano di pittura, di scultura ed installazione ma che sono tutti accomunati da quello che poi è il filo conduttore della scuderia di tutta la galleria, la ricerca dei limiti dei medium artistici. Un esempio chiaro e’ quello della fotografia, a cui sia Emanuele che Federica dedicano molto interesse, che dagli artisti di Ncontemporary viene presa, manipolata e sfruttata, usata come documentazione di performance o come strumento di indagine della società e della contemporaneità.

 

Accanto alle mostre relative agli artisti della galleria, in un ambiente più intimo, si apre una project room che permette alla galleria di portare avanti uno dei valori a cui è affezionata: la collaborazione. La loro project room nasce dalla voglia di aprirsi a proposte espositive di curatori, galleristi e artisti capaci di creare un link con loro, come si percepisce fin dalla prima partnership del 2019 con mc2gallery per il progetto di Noè Sendas, curato da Claudio Composti, allestito nella project o nel 2020 con Madragoa di Lisbona per esporre opere di Goncalo Preto e Santiago Reyes Villaveces e ancora quella con Ravestijn di Amsterdam per portare a Milano l’artista Ruth Van Beek. Per chiudere il ciclo un’ultima e bella coincidenza: nel 2019 la galleria apriva il suo spazio principale di Milano con una mostra di Cristiano Tassinari, che troviamo nuovamente adesso a calendario come il primo evento coinvolto nel progetto Contemporary Spirits promosso da ZERO e in collaborazione con ITALICUS Rosolio di Bergamotto di Pernod Ricard.

La mostra Gli uomini delle scintille, che inaugura martedì 28 marzo 2023 alle ore 18:30, racconta l’indagine dell’artista verso l’influenza che la figura del padre ha avuto su di lui. Tassinari cerca di riflettere al contempo sull’estetica più generale della mascolinità e tenta di “smontare” le visioni virili da sempre associate alla figura dell’uomo. La mostra è affiancata da ITALICUS Rosolio di Bergamotto che con i suoi bartender realizzerà cocktail ad hoc studiati per la serata e appositamente su misura della galleria. E noi non potremmo essere più felici di esserci.