Il progettista di questo grattacielo è Pei Cobb Freed & Partners, di New York, ma nessuno se ne ricorda particolarmente perché la sua vicenda è legata intensamente all’ascesa e al declino del Celeste, aka Roberto Formigoni, per lunghi anni presidente della Regione Lombardia e protagonista della gloria ciellina. In pratica questa è la sua torre di Babele, la testimonianza materiale della sua hubris, con la sua pista per elicotteri e il record di altezza (161 m) subito scalzato dalla guglia colorata del vicino grattacielo Unicredit di César Pelli. Per non parlare della vetrata concava che concentrava i suoi raggi sul palazzo di fronte fino a scioglierne le tapparelle, o peggio ancora del famoso Bosco di Gioia, un mini polmone verde creato dagli alberi inselvatichiti di un ex-vivaio che sorgeva su quell’area, raso al suolo senza pietà per fare posto ai nuovi uffici della regione – evento cui Elio e le storie tese dedicarono in Parco Sempione questi versi immortali:
« Sedicimila firme
niente cibo per Rocco Tanica
ma quel bosco l’hanno rasato
mentre la gente era via per il ponte
Se ne sono sbattuti il cazzo
ora tirano su un palazzo
han distrutto il bosco di Gioia
questi grandissimi figli di troia! »
LUCIA TOZZI